Iniziamo con le presentazioni: Paolo Arzilli, in arte Giovane Giovane, è un cantante, chitarrista e percussionista nato nella provincia di Livorno ma romano di adozione.
Come testimonia la sua militanza in gruppi appartenenti a diverse correnti musicali, le sue influenze artistiche sono delle più varie: passiamo dal cantautorato italiano (Dalla, De Gregori e Tenco) alla musica d’autore brasiliana (Caetano Veloso, Gilberto Gil e Chico Buarque).
Dopo un periodo di nomadismo a spasso fra diversi generi musicali ha, di recente, deciso di affacciarsi come solista sulla scena musicale italiana.
Il primo singolo
Nel 2018 pubblica il suo primo singolo, Luigi, che prende il nome da uno dei suoi maggiori miti in ambito musicale, il tanto grande quanto tormentato Luigi Tenco. Ecco come Giovane Giovane in un’intervista a «Rolling Stone» (su cui venne pubblicato in anteprima il video di Luigi) descrive il processo che lo ha portato al brano finito:
Immaginavo di essere a casa sua, nel suo paese, e lui che mi diceva “Me ne sto per andare. Ti lascio qui”. – E io che cercavo di capire perché, come sarebbero andate le cose senza di lui.
Luigi è una ballad che parla di addii declinati in modi diversi: prima di tutto il brano è un addio accompagnato da un “grazie, io ti capisco”, detto a un artista al quale l’incomprensione costò cara. In secondo luogo è un addio simbolico alla provincia, madre di alcuni e matrigna di altri.
Il videoclip di Luigi, girato da Lorenzo Muto, è una successione di immagini rappresentanti proprio quella provincia senza nome che sembra essere la stessa in cui molti di noi hanno trovato la protezione che cercavano, mentre altri ne hanno fatto una gabbia dalla quale evadere.
Il disco di esordio
L’11 aprile 2019 è uscito il primo disco di Giovane Giovane: si chiama Jugoslavija. Il titolo indica una similitudine con i paesi dell’ex Jugoslavia, una difficoltà di convivenza e un’inevitabilità del conflitto. Una rappresentazione dei rapporti umani scostanti, relazioni burrascose, a volte violente, che iniziano in sordina: dapprima la convivenza è serena poi, piano piano, le cose iniziano a deteriorarsi fino ad arrivare al conflitto e alla separazione, con i conseguenti strascichi dolorosi e i rimproveri nei confronti di se stessi e dell’altro.
Jugoslavija si compone di dieci tracce, alcune delle quali pubblicate in precedenza come singoli, fra queste troviamo Gabbiani che racconta di un viaggio a Spalato, Compilation, che parla invece di:
Famiglie altrui, di coppie non felici o silenziose osservate dai tavoli dei bar, di individui, della malattia della fede, di playlist che sono compilation vecchie e che non si ascoltano più, rinchiuse a vita in compact disc persi per sempre sotto i sedili della macchina e con la data piena di graffi scritta a pennarello blu.
Ancora, abbiamo Ci sono molti me, un’analisi di se stesso passando attraverso gli altri che è:
Una finestra aperta su un condominio abitato da altri e sulla loro convivenza, un oblò su una stanza piena di gente, e la gente sono i molti me.
Ex cinema è tenera e nostalgica, parla di occasioni mancate. Infine, Perdoname madre è l’ultimo singolo tratto da Jugoslavija ed è uno spaccato di vita vissuta. Ecco il video:
Insomma, i temi trattati sono vari e si ricollegano spesso al vissuto personale dell’artista, soprattutto quando si tratta della provincia di origine o di storie legate a momenti del proprio passato, spesso rielaborate a partire dall’osservazione del prossimo.
Non vi resta che dargli un ascolto.
Materiale gentilmente fornito dall’ufficio stampa