Seven Sisters: sovrappopolamento e omicidio preventivo

*ALLERTA SPOILER*

Cosa succederebbe al nostro mondo nel giro di qualche secolo se la popolazione mondiale continuasse ad aumentare coi ritmi attuali? E’ quello che si è chiesto Tommy Wirkola, regista di uno dei film di fantascienza più sorprendenti e controversi degli ultimi tempi: Seven Sisters.

What happened to Monday (titolo originale) si presenta come una pellicola distopica ambientata poche decine di anni avanti a noi, in un mondo che ha rischiato il collasso globale a causa del fenomeno del sovrappopolamento. Il miglioramento delle condizioni sociali delle società più avanzate ha portato ad un enorme squilibrio demografico, costringendo molti governi, tra cui quello americano, ad adottare la cosiddetta “Legge del figlio unico”.

Per evitare la crescita demografica incontrollata, ogni famiglia è costretta a non avere più di un nascituro. In caso di parti gemellari o nascite non autorizzate, i secondogeniti vengono trasferiti in strutture dotate di capsule criogeniche dove ibernare, in attesa di tempi migliori, le persone.

E’ in questa realtà che sono nate e cresciute le “sette sorelle” gemelle Settman (interpretate da Noomi Rapace); tenute nascoste fin da piccole dal nonno (Willem Dafoe), hanno imparato a vivere con un regime rigido ed ostile per evitare di essere scoperte.

Ognuna di esse esce di casa un solo giorno a settimana, corrispondente al proprio nome (Lunedì, Martedì, Mercoledì e via dicendo), assumendo l’identità della defunta madre e svolgendo un lavoro da impiegate. In aggiunta, ogni sera le sette devono riunirsi intorno al tavolo per condividere la giornata della sorella precedente e mantenere la continuità identitaria nel tempo. Un solo errore costerebbe loro la vita dell’intera famiglia.

A complicare le cose, ci sono le loro personalità: ciascuna sorella, pur essendo gemella delle altre, presenta mentalità e comportamenti totalmente diversi. Si va dalla classica ragazza nerd, al “maschiaccio”, alla giovane disinvolta, fino alla forte e indipendente. Un altro motivo per mantenere la rigidità del loro programma settimanale.

Quando una di esse manca l’appuntamento serale, le altre sei si mettono sulle sue tracce, sacrificando la loro sicurezza per il bene dell’amata compagna. Inevitabilmente, gli agenti del governo scoprono lo stratagemma e si mettono a braccare le ragazze, trasformando il film da un normale inseguimento ad una vera e propria caccia all’uomo senza pietà.

Ciò che colpisce maggiormente, è la scoperta che emerge dopo le azioni e le indagini operate dalle sette sorelle: la legge del Figlio Unico non prevedeva affatto il congelamento dei secondogeniti, in quanto sarebbe stato troppo costoso. Subito dopo essere entrate nella struttura, le persone venivano assassinate e bruciate in enormi forni; uno scenario e una realtà degni dei peggiori anni della storia mondiale. Il regista non chiarisce mai questa sua scelta, soprattutto alla luce delle figure politiche presenti nella pellicola, totalmente distanti dalla propaganda estremista del passato.

Parrebbe quasi come una critica alla politica in generale, che tende ad evolversi in negativo nelle situazioni critiche per far valere le proprie idee, a prescindere dallo schieramento.

La scelta di assegnare ad una singola attrice il ruolo delle sorelle Settman è quantomai azzeccata: la abilità di Noomi Rapace di cambiare costantemente personalità è innegabile quanto la sua determinazione. Un uso ragionato di costumi, dialoghi e intonazioni della voce rendono perfettamente l’illusione di sette sorelle gemelle, garantendo una storia intrigante e piacevole quanto oscura e violenta.

La regia di Seven Sisters è ben giostrata: il ritmo delle scene è variato, partendo da momenti di apparente quiete all’inizio e diventando via via più rapido e immediato col proseguire della trama.

Seven Sisters non è una storia facile da digerire; la presenza continua di colpi di scena, veri e propri shock e attimi di adrenalina non lasciano scampo allo spettatore coinvolto, lasciandolo con estrema amarezza sul finale. Noomi Rapace non è nuova a questi ruoli estremi (specie dal suo debutto in “Uomini che Odiano le Donne”) e sembra maturare sempre più con ogni pellicola in cui recita.

FONTI

IMDb

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