Durante il settantaquattresimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, ovvero il 25 aprile 2019, si sono svolti diversi cortei in tutta Italia. La manifestazione che ha avuto più successo è stata quella che si è svolta a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, che ha contato oltre settantamila partecipanti.
A Milano si è mostrato in prima fila il sindaco Giuseppe Sala insieme alle autorità e ai gonfaloni del comune, così come Nicola Zingaretti, segretario del medesimo partito del sindaco di Milano, che ha partecipato tra le prime file del corteo. Quest’ultimo è partito da Corso Venezia per poi arrivare in Piazza Duomo. La sfilata ha visto anche la partecipazione dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia (ora candidato per le Europee) e di Stefano Buffagni, sottosegretario di Stato del Movimento 5 Stelle ed unico esponente del governo.
Il corteo si è svolto anche per rispondere alle provocazioni neofasciste degli ultimi due giorni precedenti alla manifestazione. Solo per citare alcuni esempi, mercoledì è stato esposto dagli ultrà della Lazio in piazzale Loreto lo striscione “Onore a Benito Mussolini” , mentre giovedì una corona in memoria di un partigiano, Carlo Ciocca, è stata bruciata nel quartiere Stadera. Il sindaco di Milano ha condannato tali provocazioni e ha dichiarato:
“Il 25 Aprile quest’anno è una festa più importante che mai. In questi giorni stiamo vedendo manifestazioni che vanno oltre il limite, come quella di ieri vicino a piazzale Loreto. Per questo dico che quest’anno è ancora più importante.“
E ancora:
“Raccogliamo il testimone dai partigiani, il lavoro non è finito. Non facciamo nessun passo indietro, i valori della Resistenza sono quanto mai vivi e contemporanei”
Critiche e provocazioni sono state rivolte anche alla Lega, perché Matteo Salvini, il segretario del partito e Ministro dell’Interno, ha affermato che il 25 aprile è “un derby tra fascisti e comunisti”. Giuseppe Sala riguardo ciò ha affermato:
“Ci sono continue polemiche e la sollecitazione al fatto che non debba essere una festa di parte. Sono d’accordo, ma non è nemmeno di tutti. E’ di tutti coloro che credono nella democrazia e nella libertà come elemento di fondante di una civiltà”.
Salvini ha preferito recarsi a Corleone per la “lotta alla mafia” piuttosto che partecipare alle manifestazioni nazionali del 25 aprile. Riguardo ciò Pif ha dichiarato: “Salvini è andato a Corleone: si è ricordato della mafia proprio oggi?”. Anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, non ha perso l’occasione di commentare la scelta del Ministro dell’Interno: “ha ricordato che la mafia esiste da 150 anni e la lotta non bisogna ricordarla solo il 25 ma sarebbe utile che il governo se la ricordasse tutti i giorni”.
Durante il corteo però si sono svolte varie contestazioni alla Brigata Ebraica. All’altezza di Piazza San Babila dei militanti pro-Palestina hanno insultato e fischiato contro i cittadini che sfilavano pacificamente con la bandiera della Brigata Ebraica. “Via i sionisti dal corteo” e “Israele Stato terrorista” sono stati gli slogan usati; fortunatamente, però, la contestazione non ha provocato incidenti.
Non solo a Milano si sono svolti cortei per festeggiare la Liberazione, per esempio anche Napoli ha avuto la propria manifestazione. Proprio nella città partenopea il presidente della Camera Roberto Fico, ha definito “uno schifo” il periodo fascista e ha affermato:
“È la festa del nostro Paese, della Repubblica, dell’Italia in cui tutti ci dobbiamo riconoscere perché è la festa della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Una liberazione che ci permette oggi di essere in questa piazza, di poter manifestare, di poter esprimere le nostre idee, e che permette ai ministri di essere ministri, ai parlamentari di essere tali tramite elezioni democratiche, ai sindaci e ai presidenti di Regione di svolgere il loro ruolo.”
Si è svolto un corteo anche a Bologna dove, facendo riferimento alle dichiarazioni di Matteo Salvini sull’argomento, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha dichiarato:
Il 25 aprile è il fondamento della nostra Repubblica, come si fa non sentirlo. È un ritrovarsi nella propria identità. Chi parla di derby non capisce proprio niente“.
C’è stata una sfilata con grande partecipazione anche a Genova, in testa alla quale c’era il sindaco Marco Bucci. Anche la sindaca di Roma Virginia Raggi ha partecipato alla manifestazione della capitale, nella quale, però, è stata accolta sia da applausi per la sua presenza e sia da contestazioni per la controversia sulla Casa Internazionale delle donne con il Comune.
Infine, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato il 25 aprile e parlando da Vittorio Veneto ha affermato:
“La memoria è “un dovere morale e civile” perché gli eventi della Resistenza compongono l’identità della nostra Nazione da cui non si può prescindere per il futuro. Ci insegna che, oggi come allora, c’è bisogno di donne e uomini liberi e fieri che non chinino la testa di fronte a chi, con la violenza, con il terrorismo, con il fanatismo religioso, vorrebbe farci tornare a epoche oscure, imponendoci un destino di asservimento, di terrore e di odio.”
Sono passati settantaquattro anni dalla liberazione d’Italia dal nazifascismo. Nonostante ciò è sempre importante e fondamentale festeggiare il 25 aprile. Per quale motivo? Perché la libertà e i valori democratici attuali del nostro Paese – tanto dati per scontati al giorno d’oggi – sono presenti grazie a coloro che si sono mobilitati per sconfiggere il nazifascismo.