Fin dai tempi antichi, la moda ha avuto un grande impatto sulle donne di ogni epoca. Il grande filosofo Seneca, durante l’età romana, aveva espresso il proprio parere negativo verso i patrizi che trascorrevano interminabile tempo
“A disquisire sulla posizione di un ricciolo”.
Egli riteneva questo interesse futile e senza alcuno scopo. Durante il Seicento, i filosofi moralisti criticarono l’asservimento della moda, avanzando così le loro tesi: sostenevano che la moda fosse un passatempo poco virtuoso e inutile, un qualcosa con cui dilettarsi solo per divertimento senza alcun fondamento etico. Ancora oggi, il concetto di moda, viene visto come troppo effimero, e non è soggetto a molte riflessioni. Ma la moda non è solo apparenza, o semplice mercato, è invece un aspetto importante per la nostra società, in quanto vestendo una determinata persona, la stessa viene inserita in una determinata epoca storica o in una determinata classe sociale. La moda diventa un modus con il quale l’uomo riesce ad esprimersi a pieno, riuscendo a sentirsi a proprio agio con sé stesso, e lo stesso Nietzsche infatti sosteneva che la moda fosse un
“Sereno incontrarsi fra quelli che si sanno fra loro legati alla sua legge”.
Egli sosteneva che la moda avesse una capacità anticipatoria rispetto al futuro anche per lo stretto contatto che ha con il mondo femminile, che egli riteneva avesse un incomparabile fiuto per tutto ciò che sarebbe avvenuto. Ogni stagione perciò anticipa, tramite le collezioni e le sue creazioni un segnale segreto di ciò che potrebbe essere il dopo. Benjamin riteneva che solo osservando la moda, si potesse, in un certo modo, anticipare nuovi codici o rivoluzioni. La moda si può quindi ritenere non futile o priva di virtù ma anzi un veicolo di messaggi per la nostra società.