Fermarsi è morire prima.
-Bob Krieger
Il 7 marzo 2019 è stata inaugurata nel cuore di Milano una grande mostra personale dedicata a Bob Krieger, icona storica della fotografia di moda. Allestita nella meravigliosa cornice di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, è visitabile fino al 30 giugno 2019.
L’esposizione, allestita proprio nel Quadrilatero della moda, si intitola Bob Krieger Imagine. Living through fashion and music ’60 ’70 ’80 ’90 ed è un grande retrospettiva che celebra e ripercorre i quarant’anni di carriera dell’artista. È anche un grande omaggio all’Italia e alla città di Milano in particolare, a cui Krieger è profondamente legato. L’artista ha infatti iniziato a lavorare come fotografo di moda proprio nel capoluogo lombardo, negli anni Sessanta. Si è subito sentito in sintonia con la città e con il sistema della moda di cui era ed è tutt’ora un fondamentale palcoscenico. A Milano Krieger ha avuto il suo primo incarico importante e da allora ha continuato a tornarci, nonostante i continui spostamenti lavorativi nel resto del mondo.
In mostra sono presenti tutti i grandi stilisti italiani con cui Krieger ha lavorato a partire dagli anni Sessanta: da Giorgio Armani, Gianni Versace e Laura Biagiotti, a Pino Lancetti, Trussardi e Dolce & Gabbana. Le modelle immortalate sono le grandi icone di stile dei decenni scorsi, italiane e straniere, da Iman a Linda Evangelista, da Dalila di Lazzaro a Verde Visconti.
Bob Krieger è nato ad Alessandria d’Egitto nel 1936, da madre siciliana e padre prussiano: ama definirsi un apolide. Discende da una famiglia di artisti, pittori e librettisti, tra cui si ricorda Giuseppe Cammarano (1766-1850), pittore che ha collaborato alle decorazioni in affresco della Reggia di Caserta e del Palazzo Reale di Napoli. Fin da piccolo, Krieger è stato immerso in un ambiente multiculturale, in cui si parlavano il francese, l’inglese e l’italiano, circondato da persone di svariate etnie e provenienze, prima ad Alessandria d’Egitto, poi a El Cairo e successivamente in Europa. Ad Alessandria d’Egitto frequenta la British Boys School (1950) e nel 1963, a vent’anni, si sposta in Germania.
È qui che si avvicina per la prima volta al mondo della fotografia, diventando assistente di un fotografo. Dopo una lunga e proficua gavetta, decide di lavorare autonomamente. Si sposta in Svizzera per studiare alla scuola Kodak, e non abbandonerà mai più lo strumento fotografico. Inizia a lavorare nel campo della moda con una collaborazione per Mila Schön (1916-2008) negli anni Sessanta, stilista che lo porta a Milano per la prima volta e lo convince a restarci. È in questo momento che ha inizio il suo lungo sodalizio artistico e sentimentale con la città: oltre a essere un luogo fondamentale per la moda – da quando Albini ne ha spostato il focus, precedentemente a Firenze -, Milano è una città viva, brulicante di individui con backgrounds differenti, ricca di eventi e cose da scoprire, che inevitabilmente incanta il giovane Krieger, curioso per natura.
Senza curiosità non c’è stupore per la vita e tutto scivola via quasi senza sapore e colore. È una delle prime cose che ho imparato.
-Bob Krieger
Dopo di che, è diventato sempre più talentuoso, più popolare, ha affinato il proprio occhio già naturalmente attento all’estetica, ha incontrato e fotografato tutti i grandi personaggi del tempo e contemporanei, da Andy Warhol a Bill Gates, da Gillo Dorfles a Silvio Berlusconi. Davanti al suo obbiettivo sono passati i più grandi personaggi della cultura, dello sport, della moda contemporanea e conversando con Krieger ci si rende conto di quanto ha visto, quanto ha conosciuto e quanto ancora desidera scoprire. Nonostante i suoi ottantatre anni, ancora oggi non si ferma mai e, proprio come quando aveva vent’anni, è sempre curioso, verso tutto e tutti. La fondamentale mostra di Palazzo Morando ripercorre la storia della moda italiana, raccontando come il prêt-à-porter si è nobilitato, con i grandi stilisti che l’hanno innalzato al rango di haute couture.
Krieger ha curato l’organizzazione fornendo indicazioni fondamentali, così da imprimere la sua visione personale al percorso. Si è deciso di non optare per una presentazione cronologica e neppure tematica; il percorso permette più che altro di immergersi in un mood, proprio per avere un’esperienza non tanto didattica, quanto emozionale ed estetica, per non annoiare mai lo spettatore e stimolarlo di continuo. La prima sala ha il compito di introdurre il visitatore in quest’atmosfera: viene presentato l’ambiente della moda degli anni Sessanta e Settanta, al momento degli inizi di Krieger: si trovano quindi Mila Schön, le Sorelle Fontana, Valentino, Emilio Pucci.
Successivamente si trovano sezioni dedicate a Laura Biagiotti, a Genny, ai lunghi viaggi che Krieger e colleghi intraprendevano per realizzare shooting fotografici a Marrakech, a Chicago, o presso le Twin Towers – sezione voluta, quest’ultima, anche per sottolineare il valore di testimonianza storica che la fotografia di moda possiede. L’introduzione al bellissimo catalogo di accompagnamento è firmata da Giorgio Armani, grande amico dell’artista e più volte immortalato dal suo obbiettivo nel corso degli anni.
Bob Krieger (…) è una di quelle personalità che con il loro talento, l’inquietudine artistica, l’intuizione, hanno contribuito a fare di Milano ‘la città della moda’, del design, della fotografia. Quando ci siamo incontrati per la prima volta, ognuno stava inventando, giorno dopo giorno, un modo diverso di lavorare e di vedere con occhi completamente nuovi quel presente che lui stava fissando con le sue fotografie.
-Giorgio Armani
L’amicizia con Armani è determinante anche per il successo del made in Italy nel mondo. Krieger lo immortalò nel 1982 e il ritratto finì sulla copertina del Time magazine americano, un fatto quasi epocale, perché nessuno stilista italiano ci era mai arrivato. Da quel momento, Armani e Krieger diventano due pilastri in ascesa della moda italiana.
La decisione di organizzare questa mostra riassuntiva è scaturita dal bisogno di ordinare l’immenso archivio personale dell’artista, straripante di fotografie, negativi e rullini. L’aiuto di Maria Grazia Vernuccio, curatrice della mostra e amica di Krieger da vent’anni, è stato fondamentale per la riuscita dell’impresa. L’organizzazione del materiale è stata lunga, con continue modifiche e ripensamenti, aggiunte e sottrazioni all’ordine delle fotografie selezionate, perché i nomi da rappresentare erano tanti e tutti ugualmente illustri. Si è cercato di presentare una sintesi di tutte le tappe e delle personalità più importanti, o più legate all’artista, come si nota dalla prima sala della mostra, in cui una parete è dedicata agli amici e ai collaboratori più stretti di Krieger: in un mosaico di ritratti, il visitatore può divertirsi nel riconoscere i volti, più o meno noti, in cui sono compresi gli stilisti con cui ha intrattenuto le collaborazioni più durature (Armani, Versace, Ferrè), personalità dello spettacolo che sono passate spesso di fronte al suo obbiettivo (Simona Ventura, Valeria Marini), fino all’architetto Carlo Colombo, che si è occupato dell’allestimento dell’esposizione, e a una foto di Lucio, il suo amatissimo jack russell.
La mostra è patrocinata dal comune di Milano, organizzata da MGV Communication, e il progetto di allestimento è firmato dall’Architetto Carlo Colombo. È visitabile dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle 10:00 alle 19:00 (ultimo ingresso alle 18:00). Il biglietto d’ingresso è di € 12 intero, € 10 con riduzione per gli over 65, € 8 per gli under 26 e omaggio per i bambini da 0 a 6 anni, i giornalisti accreditati e i possessori della tessera Abbonamento Musei Lombardia. Per i visitatori che lo desiderano, è possibile usufruire di piccole visite guidate completamente gratuite tenute dagli stagisti dello IULM e dell’Università Statale di Milano.
FONTI
Bob Krieger Imagine. Living through fashion and music. ’60 ’70 ’80 ’90, (Milano, 8 marzo-30 giugno), 2019, Imago Art Strategies
Una vita curiosa, Bob Krieger, 2009, Leonardo International