Forse vi ricorderete del cantautore irlandese Andrew Hozier-Byrne (in arte solo Hozier) per il suo pezzo Take Me to Church, inno contro l’omofobia che, nel 2013, aveva fatto cantare milioni di persone in ogni angolo del pianeta.
Il successo del primo album è stato certamente inaspettato. In effetti, non è facile per un artista ancora quasi sconosciuto, fatta eccezione per una ristretta fan base locale, emergere con un primo lavoro.
Wasteland, baby! e il singolo che l’ha preceduto
A distanza di cinque anni dal primo, Hozier ripropone al suo pubblico un secondo album, Wasteland, baby!, pubblicato il primo marzo di quest’anno.
Lo stile di quest’ultimo album risente fortemente delle influenze blues che il cantante si porta dietro sin da bambino: suo padre, infatti, era un musicista blues così come lo è stato lui stesso quando ha iniziato a suonare nella sua prima band.
Anche in questo caso, come successe per Hozier (primo album dell’artista), il nuovo album è stato introdotto da un singolo, Nina Cried Power (pubblicato il 7 settembre 2018). Come per Take Me to Church, anche in questo caso si tratta di una canzone di protesta.
Come è nata Nina Cried Power?
Hozier, ospite al podcast Song Exploder dell’8 gennaio 2019, ci racconta la genesi di questo pezzo. Mentre il cantautore cercava di mettere nero su bianco le idee per i suoi nuovi brani, la sua patria – l’Irlanda – stava attraversando un periodo di forti cambiamenti: basti pensare al percorso travagliato che ha portato, nel dicembre scorso, alla modifica della Costituzione irlandese in favore dell’approvazione di leggi che legalizzassero l’interruzione volontaria di gravidanza. Si è trattato di una grande conquista per un Paese in cui la fede cattolica è fortemente radicata.
In concomitanza con questa spinta verso un nuovo concetto di modernità, Hozier si è reso conto che una forte apatia politica caratterizzava l’atteggiamento della popolazione, che non rivendicava più i propri diritti, o meglio, lo faceva utilizzando i social come dei canali privilegiati ma senza esporsi (quasi) mai in prima persona, senza agire.
It’s not the opening of eyes, it’s not the waking it’s the rising.
È proprio questo desiderio di andare in controtendenza che lo ha spinto a ispirarsi a grandi personalità del passato che, tramite la loro musica, hanno cercato di lanciare appelli in favore di diverse cause. È il caso di Nina Simone, che viene chiamata in causa direttamente, tramite l’uso del suo nome, ma anche indirettamente, citando un verso di Sinnerman, un famoso pezzo della tradizione spirituale afroamericana da lei reinterpretato in chiave blues.
I cried power, power (power, Lord).
(Da Sinnerman)
La partecipazione di Mavis Staples
Per rendere il messaggio di questo pezzo ancora più incisivo, Hozier è stato affiancato nell’interpretazione del brano da una veterana del gospel, Mavis Staples.
Sin da bambina Mavis veniva riconosciuta per il timbro graffiante e caldo che sembrava appartenere a una donna molto più grande di lei. Questo è ciò che le ha permesso di fare carriera, passando dai cori gospel delle chiese di Chicago, alla carriera da solista che le ha dato l’opportunità di mettere i suoi pensieri in musica diventando così anche un’attivista per quanto riguarda i diritti civili di individui singoli o di comunità di individui.
Con il gruppo gospel formato dai membri della sua famiglia, gli Staples Singers, scriveva spesso canzoni in supporto all’American Civil Rights Movement, gruppo attivo soprattutto negli anni ’50 e ’60 che lottava perché venissero riconosciuti pari diritti civili ai cittadini di colore.
Le altre personalità citate nella canzone
Assieme a Mavis, in quegli anni, molte altre personalità provenienti dal mondo della musica si schierarono per le cause alle quali erano più sensibili. In Nina Cried Power vengono citati molti di loro come, per esempio, Marvin Gaye, famoso cantante soul che durante la sua carriera ebbe il coraggio di denunciare gli orrori della Guerra del Vietnam e i soprusi nei confronti della comunità afroamericana; oppure John Lennon, famoso, oltre che per aver fatto parte dei Beatles, anche per essere stato un audace sostenitore della politica della non-violenza; e ancora Patti Smith che si schierò contro i campi di prigionia della Baia di Guantánamo e Bob Dylan che fece campagne contro le guerra.
Power has been cried by those stronger than me, straight into the face that tells you to rattle your chains if you love being free.
Insomma, i nomi passati alla storia oltre che per la loro musica anche per le loro battaglie civili sono moltissimi.
Con questa canzone Hozier ha voluto ricordarli uno per uno in modo da entrare, in qualche modo, in prima persona in questa lista di artisti che, prendendo una posizione concreta su temi a loro cari, hanno contribuito a rendere la musica un mezzo di espressione con un raggio d’azione sempre più ampio.
Spetta solo al tempo dirci se sia riuscito a lasciare il segno.