Come può influire l’aspetto del libro per l’infanzia sulla sua scelta? Da fonti LiBeR, ogni anno in Italia vengono stampati 1350 libri per lettori tra 0 e 7 anni, ma tra questi occorre effettuare una selezione basata su criteri precisi, perché non tutti stimoleranno le emozioni e la mente del bambino nello stesso modo.
L’ente nazionale ‘Nati per Leggere’, a cavallo tra il 1999 e 2000, ha lanciato un programma educativo, sviluppatosi tramite incontri di lettura in varie location con bambini accompagnati e suddivisi per fasce d’età. Per avvicinare al meglio le famiglie al libro perfetto per il proprio figlio, è stato istituito un ‘Osservatorio Editoriale’. Questo organo è composto da esperti del settore, proprio come succedeva già in Gran Bretagna e negli Stati Uniti: bibliotecari, librari, pediatri, psicologi, educatori e studiosi di letteratura per l’infanzia individuano e classificano i libri adatti per ogni età. La suddivisione si basa su criteri tecnici e funzionali: l’impaginazione, la tipografia della narrazione e i suoi tratti, analizzati alla luce degli aspetti pedagogici. Il risultato viene poi stampato nella guida cartacea in vendita o su quella online per la consultazione da parte dei collaboratori e dei volontari, a loro volta responsabili della scelta da proporre al gruppo di lettura. (Guida NpL)
E’ l’impaginazione l’aspetto principale: prima di comprare un libro, mamma e papà dovranno verificare, nel caso avessero figli tra 0 e 3-4 anni, se il libro ha le pagine in cartonato, come Il tondo di Babalibri. Questa caratteristica gioca a favore della resistenza del libro nelle mani di un bimbo, che può anche tentare di strapparne le poche pagine. Oltre la resistenza, c’è da considerare anche la sicurezza: se avesse i bordi a punta, non si potrebbe leggere il libro tenendo il bambino in braccio, o ancora le pagine di carta potrebbero graffiare e non resistere al contatto della saliva. Purtroppo questo criterio porta spesso a eliminare molti libri dalla scelta.Secondo elemento da tenere in considerazione all’acquisto, o scelta in caso di prestito bibliotecario, è il carattere con cui viene stesa la narrazione. Per la fascia 0-4/5 anni si può sintetizzare il consiglio in questo modo: più i bambini saranno piccoli, più il testo dovrà essere corto, in grassetto e arrotondato. Questo è spiegabile se si considera il fatto che, prima di tutto, un testo molto lungo non sarebbe seguito, visto l’attenzione media di un lettore appartenenti alle fasce d’età più tenere; anche successivamente, quando si impara a leggere, si comincia sempre con testi che suscitano meno fatica nell’arrivare a fine frase. In più, se il testo ha un carattere ‘simpatico’, il bambino ruberà il ruolo di lettore al genitore, invogliato dalle forme e dalla memoria uditiva. Spesso si dedica una pagina, quella sinistra, alla frase descrittiva dell’azione del personaggio, illustrata in quella successiva, come nel caso delle avventure di Tutino di Minibombo. Una variante alla tecnica appena citata consiste nell’aggiunta di un pop-up, una casella per nascondere il disegno o ancora una fessura dove inserire la manina e imitare il movimento, generalmente, della bocca che mangia.
La parola può essere anche e solo semplicemente un’onomatopea, come nel caso di L’uccellino fa… di Babalibri. Questo facilita il ricordo e l’associazione dell’immagine al verso, in questo caso, dell’animale. O se si guarda alle conoscenze da acquisire verso i 5-6 anni, una tecnica fra le più utilizzate è quella di leggere un libro in un senso, sottolineando certi termini, e successivamente rileggerlo nel verso contrario, trovando i contrari dei termini precedentemente enfatizzati. Per questo caso si può citare Un mare di tristezza di Minibombo, in cui le facce dei pesci sono rappresentate con delle parentesi: in questo modo, la prima lettura avrà come oggetto termini come ‘triste’ o ‘malinconico’, ma alla seconda, le parentesi diventano dei sorrisi e si dovranno cercare dei sostantivi positivi.
La scrittura in alcuni casi non importa affatto: prendiamo per esempio i silent book, come Guarda fuori, sempre di Minibombo. Qui l’immagine regna sovrana: non c’è una sola parola perché lo scopo è quello di inventare una storia in base alle rappresentazioni e, andando avanti con il tempo, il bambino potrà anche memorizzare e modificare la storia raccontata finora dal genitore. Oltre ai silent book, esiste una serie di libri nei quali si associa il tono di voce alla dimensione dell’oggetto raffigurato. È il caso di Un libro di Tullet, in cui a ogni pallino è associata una vocale e, in base alla grandezza del cerchio o alla sua posizione nella pagina, si dovrà urlare o sussurrare.
Quindi, con una rapida carrellata, quando ci si trova davanti a uno scaffale dedicato a libri d’infanzia, nella scelta occorre tenere in conto molti aspetti e non farsi conquistare solo dalla preferenza per determinati colori o immagini. La scelta sarà importante non solo per l’apprezzamento, ma anche per l’apprendimento.
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