Il 27 gennaio la città nordica si è illuminata delle luci della Fashion Week. Il New style nordico si è acceso di colori sgargianti, con nuances calde su capi giocosi, rispettando appieno i capisaldi dell’ecosostenibilità. La sfilata più attesa in passerella è stata quella di Rotate by Birger Christensen.
Il brand, lanciato la scorsa stagione, è diventato uno dei più seguiti di Instagram grazie anche alle sue creative director Thora Valdimarsdottir e Jeanette Madsen, che hanno iniziato a postare le foto del celebre abito rosa shocking con maniche a palloncino, in giro per l’Europa. La nuova collezione, “Party dress”, ha riscosso un enorme successo e la sfilata, organizzata in un ristorante cinese dallo stile retrò, è riuscita a entusiasmare tutti: abiti cortissimi, maniche kitsch e colori elettrici da disco club hanno calcato la passerella entusiasmando anche i reali di Danimarca. Oltre il glamour di Rotate, non si è potuta dimenticare l’importanza, per tutte le donne danesi, del concetto di praticità e soprattutto di uno stile di qualità che non faccia discriminazioni culturali.
Così troviamo Ganni di Ditte Reffstrup, che con suo marito Nicolaj ha reso il marchio un successo globale, anche nella fascia ‘contemporary’, con prezzi più bassi perché, come sostiene la creative director, anche per i loro mobili di design il bello deve essere accessibile a tutti. Una concezione, importante per la cultura danese che trova d’accordo anche Baumgarten, che afferma che debbano esserci design e prodotti di alto livello accessibili non solo a pochi.
La fashion week di Copenaghen è stata una ventata di aria fresca, innovativa ma soprattutto attenta al nostro pianeta, sempre più spesso ormai non tenuto di conto. Collezioni colorate ed ecosostenibili, molto distanti dal concetto che noi abbiamo della città nordica, hanno sorpreso così tutti i fashion addict.