In Italia il 14 febbraio è consuetudine festeggiare la festa più romantica dell’anno: San Valentino, la festa degli innamorati. La tradizione vuole che la giornata, o almeno la serata, la si dedichi al proprio partner, con regali o un programma speciale per l’occasione. Ma sarà così anche in altri paesi del mondo? Non in Giappone, infatti questa data non è particolarmente sentita dalle coppie nipponiche. La festa ha origini commerciali e non cristiane, come accade invece in Italia, risale solo alla metà del secolo scorso ed è incentrata esclusivamente sul cioccolato.
Sono le ragazze a regalarlo ed è buona educazione donarlo ai colleghi di ufficio, ad amici e infine al ragazzo di cui si è infatuati, rivelando i propri sentimenti. Non solo! Il tipo di cioccolato che si regala ha una certa importanza e diversi significati a seconda dell’attenzione per l’incarto e della pregiatezza del prodotto, se è stato acquistato o fatto a mano. Quello nipponico è un popolo minuzioso, attento ai dettagli e alle convenzioni sociali, è quindi doveroso ricambiare al cioccolato ricevuto…ma non il 14 febbraio, bensì un mese dopo! Se la prendono un po’ con calma.
Una ventina di anni dopo che la festa di San Valentino cominciò a divenire popolare in Giappone, per lanciare sul mercato la vendita del cioccolato bianco si pensò di pubblicizzarlo con il White Day che ricorre il 14 marzo, ovvero il giorno in cui è doveroso per i ragazzi ricambiare il pensiero ricevuto il mese precedente, ma prettamente con cioccolato bianco (o con altri tipi di regali dello stesso colore). Molta attenzione va riservata al tipo di regalo, ma so
Quindi se San Valentino in Giappone è una festa puramente commerciale, significa che lì non esistono feste romantiche? Al contrario: per i giapponesi il Natale, essendo una festa acquisita dall’occidente, è sentita come festa romantica da dedicare al proprio partner.