È sempre così difficile parlare di sessismo e femminismo, e non solo in ambito musicale. Sembra quasi che si cerchi sempre il pelo nell’uovo, il punto debole dell’argomentazione. La cantante Lily Allen ha provato nel 2013, con il singolo Hard Out Here, a combattere il sessismo portando alla luce una serie di stereotipi sulle donne. Le reazioni al riguardo, però, sono state le più diverse.
Innanzitutto bisogna analizzare nel dettaglio il testo, poiché offre vari spunti di riflessione. Esso si apre con:
I suppose I should tell you what this bitch is thinkin’
you’ll find me in the studio and not in the kitchen
e già qui viene affrontato un gigantesco luogo comune: quello che vorrebbe la donna solo in cucina (e non, come nel caso della Allen appunto, in uno studio di registrazione). Altro punto molto interessante di queste prime due righe è l’utilizzo del termine bitch, che ricorre insistentemente anche in tutto il resto del testo. La Allen cerca di delegittimare coloro che utilizzano questo termine con un’accezione negativa o con lo scopo di offendere, mostrando che le donne si disinteressano a tal punto da usare il termine in modo sarcastico.
In seguito, si fa esplicito riferimento al fatto che c’è ancora molta strada da fare, che c’è ancora il glass ceiling da rompere. (L’espressione glass ceiling è un modo di dire utilizzato per rappresentare quella barriera invisibile che si interpone tra una persona e il raggiungimento del gradino più alto nella scala gerarchica.) Non è molto difficile convincersene: basta osservare qui le statistiche del Gender Pay Gap – il divario nelle retribuzioni legato al genere – nei Paesi dell’Unione Europea. Ed è sempre questo aspetto che la cantante tratta quando afferma ironicamente we’ve never had it so good, we’re out of the woods, dicendo quindi che le donne non sono mai state meglio di così prima, che sono salve. Se non fosse che, subito dopo, aggiunge and if you can’t detect the sarcasm, you’ve misunderstood.
You’re not a size six, and you’re not good lookin’
well, you better be rich, or be real good at cookin’.
You should probably lose some weight
‘cause we can’t see your bones.
You should probably fix your face or you’ll end up on your own.
Qui invece viene ripreso, come all’inizio della traccia, lo stereotipo della donna nell’immaginario collettivo. Quindi vengono snocciolati, uno dopo l’altro, tutti i luoghi comuni che vogliono la donna magra, in grado di perdere peso fino a mostrare le ossa e di entrare in una taglia 6 (corrispondente alla 38 italiana). Nel caso in cui non fosse così, dovrebbe almeno essere ricca, bella o brava a cucinare. Altrimenti può rimanere da sola. Always trust the injustice ‘cause it’s not goin’ away: le donne farebbero meglio ad abituarsi a queste ingiustizie, perché non è facile sradicarle dalla mentalità collettiva.
La canzone ha suscitato sia reazioni entusiaste, ricevendo persino l’appellativo di Feminist Anthem (inno femminista), sia brutali stroncature. Soprattutto in America, per esempio, la Allen è stata accusata di razzismo per la presenza quasi esclusiva di ragazze nere a twerkare nel videoclip della canzone. Ma, al di là di questa accusa, anche il videoclip in sé è stato lungamente criticato per i troppi contenuti sessualmente espliciti. Le persone di questa opinione lo hanno definito controproducente allo scopo che dovrebbe emergere dalla canzone, ovvero abbattere i luoghi comuni sul genere femminile.
Secondo altre opinioni è invece altrettanto chiaro che il video ha un’impostazione di questo tipo proprio per ironizzare sugli stessi stereotipi trattati da Lily nella canzone, estremizzandoli.
Da tutto questo si può rilevare che bisogna fare molta attenzione a ciò che si ascolta e a come ci si esprime: è difficile, spesso, discernere i luoghi comuni da quelle che sono riflessioni approfondite e ben fatte. E non è detto che le due cose non possano essere strettamente amalgamate tra di loro. L’unica certezza è che, all’alba del 2019, si ha ancora tanto bisogno di dialogo attorno a questi temi. Perché molto di ciò che dovrebbe essere scontato, in realtà, non lo è per niente.