Nella tradizione cristiana la domenica successiva all’Epifania viene celebrato il battesimo di Gesù conferito da Giovanni Battista e con questo rito si conclude il Tempo del Natale. Subito dopo le feste inizia ad aleggiare una sensazione malinconica, come se il Natale tanto atteso non avesse soddisfatto tutte le aspettative. Lo spirito natalizio, che caratterizzava l’infanzia di tutti, è un po’ scomparso ed è probabile che la magia del Natale si perde man mano che si diventa grandi, eppure c’è qualcosa che rende queste festività meno fiabesche di quanto siano: la perdita del sacro. Tempo addietro il Natale portava con sé un carico di tradizioni sia religiose che pagane, tali da infondere nelle persone un sentimento di impazienza per il periodo più atteso dell’anno. I preparativi, l’avvicinarsi della ricorrenza più importante per il mondo cristiano, la felicità dello stare insieme si sentivano nell’aria già sul finire di novembre. Eppure, oggi sembra che anche tra i più piccoli l’attesa di Babbo Natale sia solo un ricordo.
Con l’evolversi della società moderna, sono cambiate radicalmente tradizioni, abitudini, ma soprattutto si è persa coesione sociale. Se una volta il Natale quasi costringeva allo stare in famiglia, oggigiorno siamo diventati troppo cinici per accettare tale costrizione, dovuta solo perché è nato Gesù Cristo. Siamo diventati più solitari, autonomi e freddi perché crediamo che fingere di sentirci tutti più buoni sia solamente ipocrisia. Addirittura pare che i bambini abbiano perduto l’amore per il Natale, anzi sembra diventato soltanto uno strumento attraverso il quale ottenere dispositivi tecnologici o l’ultimo modello di Iphone.
Ma perché la società di oggi ha perso l’essenza tipica del mese di dicembre? La secolarizzazione di tutta Europa potrebbe essere la causa scatenante dell’abbandono dei valori morali e sociali tra gli individui. Dal Concilio Vaticano II conclusosi nel 1965, al ’68, alla rivoluzione culturale maoista, in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa, Stati Uniti, Canada e Russia si è assistito ad un progressivo abbandono delle chiese, tanto che lo stesso Papa Francesco, per quanto riguarda l’Italia in estate aveva proposto la vendita delle chiese minori per aiutare i più deboli. In Europa invece si è pensato ad una riconversione degli edifici, che in realtà ha destato abbastanza critiche nel mondo cattolico per la destinazione che avrebbero avuto.
Le statistiche hanno mostrato che c’è un fortissimo calo dei fedeli in quasi tutto il mondo, per questo motivo non servono più tutte le piccole chiese nate a pochi chilometri di distanza, una volta necessarie per l’alta affluenza di persone alle funzioni cattoliche. Oggi il sacro ha perso di valore, i giovani credono che andare a messa sia solo una perdita di tempo perchè non riescono a trovare una reale utilità, ma anche la tediosità stessa dei preti che predicano, non incentiva di certo i più piccoli ad andare con piacere in chiesa. Oltretutto gli scandali di Vikileaks, le notizie in merito ai preti pedofili, spendaccioni e disertori, hanno alimentato la repulsione di giovani, adulti e anziani nei confronti della religione in sé. La maggior parte infatti dichiara di ricercare il sacro da sé; non si sente più il bisogno di pregare in una chiesa troppo spesso esageratamente sfarzosa, perché è aumentato il rifiuto per il contrasto tra insegnamenti cristiani e ricchezza della Santa Sede.
Ultimamente si è sentito parlare diverse volte di parroci che hanno deciso di chiudere le porte della loro chiesa, rifiutandosi di celebrare la messa in segno di protesta nei riguardi dei fedeli. Un caso atipico è avvenuto a inizio dicembre ’18 nella parrocchia di Sant’Andrea di Civo, alle porte di Sondrio in cui il parroco don Riccardo Vaninetti ha deciso di sospendere tutte le funzioni, poiché diversi fedeli, invece che partecipare alla messa, stavano decorando sul sagrato l’albero di Natale. Questo gesto è stato aspramente criticato dal parroco, ma lamentava più di tutto la scarsissima presenza di fedeli durante le varie funzioni.
La decisione di sospendere la messa è uno “stratagemma” a cui diversi parroci stanno ricorrendo per lamentare la scarsissima o quasi assenza di fedeli in chiesa e questa realtà riflette in maniera chiara come le necessità della società siano assolutamente cambiate, infatti già all’inizio degli anni Sessanta il sociologo Sabino Acquaviva evidenziò un’«eclissi del sacro». Arrivati al 2018 non si può che dar ragione ad una riflessione che ha tutte le sembianze di una profezia. La religione non è più indispensabile, prima scandiva i cicli della vita e del lavoro, ora invece è diventata un aspetto della nostra esistenza assolutamente privato. Forse il Natale ha perso quel carattere così sacro di cui era intriso e grazie al quale milioni di persone ritrovavano la felicità in piccoli gesti. Oggi è diventata una festa prettamente materialista; la simbologia di cui era intrisa, è diventata merce da negozio. Ed è per questo che una frase dello scrittore Gregg Easterbrook diventa quanto mai attuale e veritiera; egli diceva:
«in Occidente la povertà spirituale ha rimpiazzato la povertà materiale come principale forma di miseria della nostra epoca»