Greta Thunberg, quindicenne svedese affetta dalla sindrome di Asperger, sciopera ogni venerdì mattina, saltando la scuola per recarsi al Parlamento svedese a Stoccolma, il Riksdag, e per far sentire la propria voce contro il cambiamento climatico. Resta lì davanti con un cartello tra le mani che recita: “Skolstrejk för klimatet”, ovvero “sciopero scolastico per il clima”. Ha solo 15 anni ma si prospetta una delle persone che cambieranno il mondo o che, in ogni caso, faranno la storia perché, certo, non è solito vedere un’attivista adolescente con due trecce bionde che le incorniciano il viso.
A colpire Greta sono state le temperature altissime raggiunte in Svezia questa estate, nel paese non si registravano tali temperature da 262 anni. Non dobbiamo dimenticare i dati allarmanti diffusi dall’Onu riguardo alla grave minaccia posta dai cambiamenti climatici. L’Onu ci informa anche della possibilità che l’anno in corso sia uno dei più caldi di sempre, infatti i gas serra nell’atmosfera sono aumentati a dismisura e le emissioni non sembrano accennare a diminuire. È per questo che si batte Greta: vuole che i paesi diminuiscano le proprie emissioni di anidride carbonica, lo pretende, per se stessa, ma anche per le generazioni future.
La Svezia, comunque, è in cima alla lista dei paesi europei che hanno stipulato un accordo nel 2017 per ridurre a zero le emissioni di CO₂ entro il 2045. Ma le misure adottate, secondo gli svedesi, non bastano a salvaguardare il nostro stato climatico.
La protesta di Greta è iniziata ad Agosto e ci si aspettava che si concludesse con le elezioni svedesi di Settembre, ma la sua protesta è andata avanti sui social network, dove la giovane attivista ha dato vita allo slogan #Fridayforfuture. Come ci si doveva aspettare, la sua protesta ha avuto una larghissima diffusione. La caparbietà di questa ragazzina ha coinvolto gente di tutto il mondo. Lei, che si era servita dell’esempio di alcune manifestazioni americane contro le sparatorie di massa, è diventata l’esempio per tantissimi altri che hanno creduto di poter apportare, ognuno nel proprio piccolo, il cambiamento necessario per preservare il clima. L’azione di Greta è stata, evidentemente, virale se ha reso necessario, per esempio, l’intervento del primo ministro australiano che ha dovuto richiamare gli studenti del proprio paese perché ponessero più attenzione allo studio che all’attivismo. Interventi simili si sono resi necessari anche in Germania, Olanda, Finlandia e in tutti i paesi che sembrano essere più sensibili ai cambiamenti climatici.
Greta è stata, quindi, ben felice di partecipare al COP24, la conferenza mondiale sul clima che si è tenuta a Katovice in Polonia, dove ha avuto la possibilità di sedersi accanto al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e di parlare direttamente con lo stesso. La giovane attivista ha subito specificato che i nostri leader da tempo si stanno comportando come dei bambini non prendendo in considerazione un problema che è di tutti, che si sta presentando come una minaccia alla nostra stessa esistenza, e che quindi non le è rimasto che assumersi una responsabilità che, in realtà, avrebbero dovuto assumersi loro stessi, già da tempo.
La ragazzina, poi, ha affermato di non essersi recata lì per convincere i leader a prendere in considerazione il suo futuro e quello di tutti noi perché sa che come ci hanno ignorato in passato ci ignoreranno ancora, quanto, piuttosto, per avvisarli che il cambiamento, in un modo o nell’altro, sta arrivando, che questo gli piaccia o meno. Greta ha, inoltre, insistito sulla brevità del tempo a disposizione e ha consigliato, quindi, di muoverci in fretta e ci ha invitato ad arrabbiarci di più con i nostri leader irresponsabili.
La protesta di Greta, però, se da un lato è stata virale e ha ricevuto il sostegno di tante altre persone non solo nel suo paese ma nel mondo, dall’altro ha ricevuto anche delle critiche. Innanzitutto sono molti coloro che la invitano a non saltare più la scuola, tra essi anche molti professori che non condividono i suoi scioperi scolastici, ma lei ha risposto che sta studiando, ai giornalisti che l’hanno intervistata ha mostrato i libri nella borsa e ha anche sarcasticamente detto che adesso le sembra più utile l’attivismo piuttosto che la scuola se il governo, poi, non ascolta gli scienziati. Il padre, giustamente, non può appoggiare incondizionatamente questa sua scelta ma dice di preferire di vederla felice nella sua protesta piuttosto che triste sui banchi di scuola.
Dobbiamo dire che, tra i molti professori che non condividono la sua protesta, c’è, invece, Benjamin Wagner, un altro insegnante della ragazzina, che ha detto che Greta non ascolta mai gli adulti ma che, poiché siamo vicini a una catastrofe, l’unica cosa ragionevole che resta da fare è essere irragionevoli.
Kevin Anderson, professore di energia e cambiamenti climatici all’Università di Manchester, ha, comunque, affermato che “riguardo al cambiamento climatico l’adolescente Thunberg dimostra più chiarezza e leadership in un discorso che in un quarto di secolo di contributi combinati dei cosiddetti leader mondiali. L’ignoranza e le menzogne hanno portato a un aumento del 65% di CO2 dal 1990. E’ ora di passare il testimone”.