The End dei The Doors non è solo una canzone; non è solo poesia. Jim Morrison è andato ben oltre il suo essere controverso, assurdo, geniale, irriverente. Oltre a una società che non accettava tutte le caratteristiche di cui sopra, in cui anche solo essere “capellone” equivaleva ad essere omosessuale. Una società che non accettava la controcoltura in quanto tale.
The End. La fine. Ma fine di cosa? Forse Morrison sapeva di essere arrivato sul margine della montagna chiamata vita. Forse si era pentito di non essersi buttato giù dall’hotel sulla boulevard. Nessuno lo sa, forse nemmeno lui. The End è la fine ma anche l’inizio di una leggenda musicale, artistica.
This is the end, my only friend.
Questo uno dei versi che la contraddistingue. Uno psicologo moderno la cassificherebbe depressione cronica, un critico musicale ci vede del genio.
Ma come detto in precedenza, The End non si ferma qui. Al suo interno, infatti, c’è anche della melodia classica rappresentata sotto forma di poesia, quasi sussurrata. Sussurrata al punto di dover ripetere più volte la registrazione in studio.
Poesia molto lunga, enfatizzata, dura quasi un quarto d’ora, praticamente l’intero Lato A di un LP.
La poesia in questione era l’Edipo Re. O meglio, Morisson rende poesia il mito greco.
The killer awoke before dawn
He put his boots onHe took a face from the ancient gallery
And he walked on down the hall
He went into the room where his sister lived, and then he
Paid a visit to his brother, and then he
He walked on down the hall, and
And he came to a to kill you”
“Mother? I want to…”
Mother I want to. Dato il periodo, Morrison non poteva dichiarare di aver l’intenzione di scopare sua madre (letteralmente), tanto che alla fine urla un verso distorto: si intende ma non si può dimostrare. Inoltre, il cantante venne processato a Miami per le sue “indecenze” sul palco (si strusciava contro il microfono, diceva parolacce e imprecava costantemente). La condanna (1970) fu solo relativa a reati minori come oscenità in luogo pubblico ma, di fatto, l’assoluzione avvenne solo molti anni dopo la sua morte, ovvero nel 2010.
Tornando all’Edipo svelato, Sofocle non è il solo grande influenzatore del testo finale, registrato nel 1966.
Ci sono anche Freud (All the children are insane), Nietzsche (i concetti di madre e padre), Jung per la dissociazione, la Beat Generation (in particolare Kerouac e Ginsberg) per la follia di Morrison celata nel brano. Per la sua voglia di sfuggire ai massimi sistemi, alla modernità e alla noia che lo circonda.
Sicuramente è il brano che lo rappresenta di più. Il testo, infatti, non fu definitivo se non durante la registrazione: Morrison continuava a cambiarne frasi, vocalità e disposizione delle strofe ad ogni performance del gruppo al Whiskey a Go Go di LA.
Infine, è una canzone di protesta contro la Guerra in Vietnam. Il Blue Bus cui si riferisce era il trasportatore delle giovani leve verso, appunto, la guerra divoratrice di anime e di speranze per un futuro migliore.
La storia dei Doors venne narrata da Oliver Stone nel film “The Doors” del 1991 nel quale Morrison è interpretato da Val Kilmer. Il regista in un’intervista avvenuta diversi mesi dopo l’uscita del film dichiarò di non essere più in grado di capire se “Val sia ancora Val o è diventato Jim”. In realtà il film venne criticato sotto molti aspetti, in particolare da parte dei protagonisti stessi, tra cui un componente della band, Ray Manzareck, il quale afferma che Stone non abbia enfatizzato abbastanza l’esuberanza e l’ironia che era tipica di Jim Morrison. Inoltre, alcune scene del film, tra cui quella dell’armadio, non sono mai avvenute nella realtà ma sono pura finzione.
Nonostante questo, finché non è uscì “When you are strange” di Tom DiCillo nel 2009, rimase il film di riferimento per conoscere meglio i The Doors. Per quanto riguarda le loro performance live nel 2012 è uscito un film dal titolo “The Doors: Live at the Bowl ’68“ nel quale vengono raccontati alcuni retroscena di quella serata e viene mostrato al pubblico il concerto per intero, unica testimonianza delle performance di Jim Morrison cruda, realistica e concreta.
Tutti i film nominati prendono spunto dai libri scritti dai componenti dei Doors, rispettivamente “Light my Fire” di Densmore e “RIders on the Storm” di Manzareck. Anche Morrison scrisse dei libri ma principalmente poesie.