Il cinema spagnolo contemporaneo è senza dubbio uno dei più produttivi e dinamici del mondo intero. Negli ultimi trent’anni ha subito un’impennata di produzione ed ha visto la nascita artistica di registi e interpreti che, grazie alla realizzazione di opere di grande successo, hanno contribuito a glorificare un’industria cinematografica rimasta nell’ombra fino a pochi decenni fa. Oggi, il cinema spagnolo contemporaneo vanta una lista veramente lunga di generi e tematiche trattate, di registi e attori di grande talento ai quali va riconosciuto il merito di aver conferito un enorme prestigio all’arte cinematografica del loro paese. Tra gli autori di rilievo ve ne sono in particolare tre che hanno dato un apporto più che significativo al cinema del loro paese innovando e introducendo stili e tendenze: Pedro Almodóvar, Alejándro Amenábar e Álex De la Iglesia.
Le origini del cinema spagnolo contemporaneo risalgono alla metà degli anni ’70 quando, a seguito della morte del generale Francisco Franco, il popolo spagnolo si preparava ad affrontare una nuova epoca di cambiamenti e trasformazioni. Il ristabilimento della democrazia segnò una rinascita in campo artistico e culturale dopo decenni di silenzio in cui la Spagna fu costretta a sopportare i soprusi e le proibizioni di una lunga dittatura. Durante la Transizione, epoca storica a cavallo tra la morte di Franco e la proclamazione della nuova Costituzione del 1978, si affermarono numerosi nuovi registi che poterono esprimere liberamente la propria creatività senza il timore della censura franchista.
Proprio in questa fase di nuove idee e sperimentazioni avanguardistiche nasce quello che potrebbe considerarsi il regista spagnolo più importante degli ultimi anni: Pedro Almodóvar. Dopo essersi fatto notare nei primi anni ’80 girando una serie di film interessanti, nel 1988 arriva la consacrazione a livello internazionale con Donne Sull’Orlo Di Una Crisi Di Nervi. Si tratta di una commedia grottesca e stralunata che analizza a fondo la sensibilità femminile contribuendo ad accrescere la notorietà dell’attrice Carmen Maura. Almodóvar diventa un simbolo per il cinema spagnolo grazie al consolidamento di uno stile personalissimo ed inimitabile che spazia dalla tragedia alla commedia più assurda mantenendo inalterata una forma impregnata di una lieve ma graffiante ironia di fondo.
Come già accennato, gli anni ’90 rappresentano uno spartiacque tra quello che era stato il cinema spagnolo fino a quel momento e quello che rappresenterà negli anni a venire. Il 1996 segna l’esordio di un regista giovanissimo che in breve tempo si convertirà in uno dei massimi esponenti della settima arte spagnola: Alejandro Amenábar. Dopo il successo di Tesis e Apri Gli Occhi – quest’ultimo remakizzato nel 2001 nel celebre Vanilla Sky – il giovane regista conquista il mondo intero con il film horror The Others, racconto gotico di una casa infestata da fantasmi in cui spicca la meravigliosa Nicole Kidman. Spesso accostato ad Alfred Hitchcock per la sua grande capacità di creare tensione e supsense, Alejandro Amenábar è universalmente riconosciuto come uno dei cineasti più importanti e influenti della sua generazione.
Nello stesso periodo muove i primi passi uno stravagante regista amante di cartoni animati e fumetti che farà dell’umore nero il suo marchio di fabbrica: Álex de la Iglesia. Nella seconda metà degli anni ’90 il regista bilbaino si fa notare grazie a una serie di lungometraggi di successo come Il Giorno Della Bestia e La Comunità, in cui manifesta uno attitudine registica unica a cui la Spagna non aveva mai assistito. Nel corso del nuovo millennio, De la Iglesia continua a realizzare opere di grande valore perfezionando uno stile inconfondibile che mescola la commedia all’horror attraverso una chiave grottesca e surreale. Grazie ai suoi lavori e ai numerosi contributi artistici, De la Iglesia viene considerato una delle personalità di maggior rilievo dell’industria cinematografica spagnola nonché uno dei registi più apprezzati a livello mondiale.
Grazie ai successi ottenuti e all’impatto culturale delle loro opere sul panorama artistico della Spagna, Pedro Almodóvar, Alejandro Amenábar e Álex De la Iglesia possono essere considerati i registi più importanti del cinema spagnolo contemporaneo. Non solo hanno consolidato il proprio stile di regia creando un’idea di cinema personalissima e riconoscibile in ogni opera ma hanno dato i contributi maggiori affinché il cinema del loro paese si affermasse tanto in Spagna quanto nel resto mondo. Eccezione fatta forse per Amenábar, in quanto nelle sue pellicole tratta quasi di rado temi riguardanti la cultura spagnola, si può affermare che il cinema proposto da questi registi affronta frequentemente problemi inerenti alla società criticandone molti aspetti come l’eccessivo consumismo, le mode e le tendenze della gente così come la politica e la corruzione imperante in Spagna.
Ma a fianco di gloriosi pregi e indubbi successi, il cinema spagnolo non è esente da pesanti critiche riguardanti più nello specifico la qualità delle opere prodotte. Il maggiore detrattore è la popolazione spagnola stessa che tende a bistrattarlo e a considerarlo un cinema di futili contenuti e scarso potenziale. In primis, le accuse maggiori sono rivolte alla poca efficacia e alla mancanza di originalità delle tematiche trattate, al mondo attoriale spesso tacciato di incompetenza e alla considerazione generale del cinema spagnolo come plagiatore del più potente competitore americano. Almodóvar, Amenábar e De la Iglesia sono stati spesso accusati di fare un cinema pacchiano e di scarso valore in cui il presunto pregio dei loro contenuti è dato esclusivamente dalla grandezza delle opere a cui essi si ispirano. Critiche negative a parte, il successo ottenuto da molti film spagnoli negli ultimi anni dimostra che in realtà la Spagna è un paese ricco di potenziale e pieno di grandi talenti in grado di smuovere le acque conquistando milioni di spettatori in tutto il mondo.
Da quasi trent’anni a questa parte, il cinema spagnolo contemporaneo ha accresciuto il suo prestigio in maniera esponenziale grazie al talento di numerosi artisti tra i quali spiccano i già citati Almodóvar, Amenábar e de la Iglesia; massimi esponenti di un cinema che può considerarsi di grande valore.