K-PAX: da un altro mondo

*Contiene spoiler della trama*

Storico film cult del 2001, K-PAX è stato prodotto da Ian Softley e tratto dall’omonimo romanzo di Gene Brewer. Si tratta di una pellicola psico-fantascientifica dai contorni unici.

Un uomo non identificato, noto semplicemente come Prot (Kevin Spacey), viene internato in una clinica psichiatrica di Manhattan. Egli afferma di venire da un pianeta alieno chiamato K-PAX, vicino alla costellazione della Lira, e di essere giunto sulla Terra in qualità di esploratore del cosmo. Nonostante quasi tutti lo ritengano un semplice pazzo, il dottor Powell (Kurt Russell) trova che Prot sia un soggetto non solo interessante, ma anche estremamente convincente.
Sebbene tutti i suoi tentativi di convincersi che Prot sia in realtà umano falliscano, le teorie del paziente e persino le sue estesissime conoscenze dei movimenti astrali mettono lo psichiatra in grande difficoltà. L’uomo indossa sempre un paio di occhiali da sole, sostenendo che K-PAX sia un pianeta avvolto in una luce crepuscolare costante, mentre la Terra risulta molto luminosa, e quindi fastidiosa per lui. Inoltre, Prot, lega fortemente con gli altri pazienti della clinica, intenzionato a guarirli uno ad uno e, alla fine, a portare una sola persona con sé sul pianeta K-PAX.

La civiltà K-Paxiana è descritta da Prot come perfetta: armonia, pace e serenità fanno sì che K-PAX sia un pianeta senza leggi, senza guerre e senza lotta per la sopravvivenza.
La testardaggine di Powell lo spinge a presentare Prot ad un gruppo di astronomi, ai quali l’uomo dimostra non solo di conoscere il cosmo, ma disegna persino una mappa della costellazione della Lira, completa di ogni orbita, apogeo e perigeo, compresa la posizione del fantomatico pianeta K-PAX. L’enorme abilità di Prot lascia tutti a bocca aperta, Powell compreso.

Tormentato nel sonno, lo psichiatra decide infine di ricorrere all’ipnosi, prima che Prot torni sul suo pianeta natale tramite un raggio di luce, in una data specifica.
Nelle sedute ipnotiche, Prot racconta del suo passato: nei suoi precedenti viaggi sulla terra, aveva incontrato un amico umano chiamato “Pete”, con il quale aveva fortemente legato. Pete aveva una moglie e una figlia, a cui era successo qualcosa di terribile, cambiandolo per sempre. Alla fine delle sedute, Powell trova per terra la matita da appunti usata da Prot, che riporta un indirizzo nel New Mexico.

Grazie ad una serie di ricerche, lo psichiatra identifica “Pete” come Robert Porter, svelando così la vera identità del paziente. Giunto nel New Mexico, lo sceriffo della contea gli racconta del caso Porter: anni addietro, un vagabondo si intrufolò nella fattoria di famiglia, violentando e uccidendo la moglie e la figlia di Robert. L’uomo, in preda al dolore, uccise lo stupratore e si gettò nel fiume. Cosa più curiosa, il suo corpo non fu mai trovato.
Powell ha quindi la prova che gli serve per dimostrare la vera identità di Prot, il quale però rimane assolutamente scettico, e si prepara a ripartire. Prima di salutare Powell, tuttavia, gli dice una semplice frase: “Ora che hai trovato Robert Porter, prenditi cura di lui”.

Giunto il giorno fatidico, un immenso raggio di luce investe la camera di Prot, apparentemente portandolo via dal pianeta. Sotto il suo letto, viene invece rinvenuto Robert Porter, in uno stato catatonico. Insieme a Prot è scomparsa anche una ragazza, che era stata internata perché considerata piromane. Come promesso, Powell inizia a prendersi cura di Robert Porter, aggiornandolo sullo stato degli altri pazienti, che sono miracolosamente guariti dopo il passaggio di Prot; mentre Powell racconta, Porter, nella sua catatonia, azzarda un minuscolo sorriso di serenità ritrovata.

K-PAX è forse uno dei film più belli e potenti di tutti i tempi. Pervasa da un forte elemento filosofico, la storia di Prot / Porter lascia a metà tra la meraviglia e l’incredulità. Allo spettatore viene lasciata assoluta libertà di credere che Prot fosse effettivamente una creatura senziente o una allucinazione partorita dalla mente di Robert dopo il trauma terribile da lui vissuto.
Resta comunque il dubbio lasciato deliberatamente allo spettatore: Porter era semplicemente un pazzo, o era consapevole di fare del bene ad altre persone, tramite un’altra identità? La verità, molto probabilmente, si trova esattamente nel mezzo.


FONTI

MyMovies

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