Si sente spesso parlare dei cosiddetti Millennials, sui quali sono nate numerose discussioni e riflessioni sociologiche, storiche, politiche e culturali in modo particolare negli ultimi decenni. Molte sono le terminologie utilizzate per riferirsi ai Millennials, perciò troviamo termini quali Generazione Y – da non confondere con la Generazione Z costituita da persone nate dopo gli anni 2000 e caratterizzate da elementi distintivi estremamente differenti rispetto a quelli della Generazione dei Millennials – Generation Next o Net; o ancora Echo Boomers. In questo ultimo caso vi è un esplicito rimando alla generazione dei famosi Baby Boomers, locuzione che indica la popolazione nata tra il secondo dopoguerra e la prima metà degli anni Sessanta in Europa e Nordamerica, contraddistinta per i suoi elevati tassi di natalità.
Ma chi sono esattamene gli appartenenti alla generazione dei Millennials e quali sono le loro peculiarità? Si tratta di ragazze e ragazzi nati tra gli anni Ottanta del Novecento e gli anni Duemila, costituendo dunque l’ultima generazione del Ventesimo Secolo. Le principali caratteristiche che emergono nel momento in cui si analizzano i comportamenti della Generazione Y sono molteplici e nettamente differenti rispetto agli schemi comportamentali della precedente generazione. Infatti, prendendo in considerazione alcune analisi, i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni sono caratterizzati da un approccio allo shopping selettivo, prudente e non eccessivamente frequente; hanno la tendenza a conservare i soldi; non hanno problemi nell’acquistare prodotti a marchi low cost; si impegnano nella ricerca di coupon, sconti e offerte speciali per l’organizzazione delle vacanze; o ancora sono tipicamente ambiziosi e sempre connessi alla rete, la quale viene sfruttata per le motivazioni più varie, dall’intrattenimento alla ricerca di informazioni riguardanti il proprio percorso formativo, il proprio ambito lavorativo o il mantenersi aggiornati su questioni generali.
I giovani che coraggiosamente riescono a intraprendere la via della migrazione verso Paesi che possono essere sfruttati per acquisire ulteriori competenze o che, in molti casi, riescono a offrire condizioni lavorative e remunerative più attrattive a ragazze e ragazzi qualificati, sono per la maggior parte provenienti dal Nord Italia. Prendendo nuovamente spunto dalle analisi del rapporto stilato dalla Fondazione Migrantes, si evince un aumento delle partenze dal Veneto e dalla Lombardia. Di contro, si riscontra una riduzione delle partenze provenienti dal Mezzogiorno, come racconta Monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della fondazione Cei, attiva nel campo delle migrazioni. Nello specifico, la Lombardia rappresenta la regione in cima alla lista delle partenze per valore assoluto (20.088 partenze), seguita da Veneto (10.374), Sicilia (9.823), Lazio (8.436), Piemonte (8.199) ed Emilia Romagna (7.644).
In conclusione, per quanto concerne le mete preferite dalla maggioranza dei migranti qualificati provenienti dall’Italia, la più ambita a livello europeo risulta essere la Germania, seguita da Regno Unito, Svizzera e Francia. Ciononostante, secondo alcuni dati vi sono svariati altri Paesi che, negli ultimi anni, stanno salendo nel classifica delle mete più ambite per gli italiani. Restando sul suolo europeo, la Spagna sta diventando un Paese sempre più interessante e attrattivo per i giovani; mentre, attraversando l’Oceano e raggiungendo il Nuovo Continente, destinazioni come Argentina e Brasile risultano essere sempre più interessanti per i millennial in movimento.