Il primo di ottobre è venuta a mancare una grande celebrità della musica internazionale: Chahnourh Varinag Aznavourian, in arte Charles Aznavour, uno dei più grandi chansonnier francesi che, vendendo centinaia di milioni di dischi, ha conquistato i cuori di ben tre generazioni di tutto il mondo. Il cantante era malato da tempo: ne è dimostrazione la cancellazione della tappa italiana facente parte del suo tour, il 23 giugno scorso. Lascia la sua famiglia e la sua amata arte all’età di novantaquattro anni.
Charles Aznavour nacque a Parigi il 22 maggio del 1924 da genitori armeni. Suo padre era un immigrato armeno originario di Akhaltsikhe (tutt’ora in Georgia). Anch’egli amava la musica e il canto: si esibiva, infatti, in diverse località francesi finché si stabilì nel ristorante Le Caucase. La madre, invece, sopravvisse al genocidio armeno e per questo motivo, il figlio si batté a lungo nel corso della sua vita per i diritti della minoranza, fino a diventare nel 2009 ambasciatore dell’Armenia per lo stato svizzero.
“Per i suoi servizi nel presentare l’Armenia al mondo, per servizi eccezionali per il paese e anche in onore dell’80º anniversario della sua nascita.”
Queste furono le parole dedicategli.
L’arte si avvicina a lui già in tenera età. Dopo aver frequentato il mondo teatrale parigino, a soli nove anni il suo talento venne scoperto da Edith Piaf, la quale gli fece aprire i suoi concerti al Moulin Rouge in diverse occasioni. Piaf lo portò con sé in tournée, prima in Francia nel 1947 e poi negli stati Uniti e in Canada. Charles scrisse la sua prima canzone, intitolata J’ai Bu, nel 1950. Solo tre anni dopo, la sua fama divenne mondiale e la canzone Sur ma vie rimase in prima posizione nelle classifiche per quattro settimane. Durante tutti gli anni Settanta il successo continuò. Gli anni Settanta furono quelli che portarono la fama del cantante anche nel mercato musicale italiano: infatti alcuni dei suoi più grandi successi come Il Faut Savoir (1961), La mamma (1963) vennero tradotti in lingua italiana e riprodotti dalle emittenti radio. L’abilità di poter cantare in ben sette lingue diverse fece sì che il consenso ottenuto attraverso le sue composizioni fosse realmente indirizzato a un target mondiale e riuscisse ad affermarsi in tantissimi stati e culture differenti. Charles Anzavour venne soprannominato il Frank Sinatra d’Europa. Nel 1974 la sua canzone She divenne la melodia più ascoltata in Gran Bretagna. In seguito, venne tradotta in numerose lingue come italiano, tedesco e spagnolo ed esportata in quasi tutti i paesi Europei. Nel 1999 Elvis Costello ne registrò una versione cover che venne utilizzata come colonna sonora del film Notting Hill. Nel 2006, invece, fu registrata dalla cantante italiana Laura Pausini la canzone She (uguale a lei). In questi giorni conta su Spotify 13 milioni di ascolti.
She may be the reason I survive
The why and where for I’m alive
The one I’ll care for through the rough and rainy years
In Italia Anzavour è conosciuto principalmente per le collaborazioni con Giorgio Calabrese, con cui ha composto e tradotto in lingua italiana gran parte delle sue canzoni più famose. In seguito, ha cooperato anche con Lorenzo Raggi. Nel 1972 decise di partecipare al Festivalbar con la canzone Quel che non si fa più che diventerà, in seguito, sottofondo musicale di uno spot pubblicitario della Mulino Bianco. Partecipò due volte al festival di Sanremo come ospite, prima nell’edizione dell ’81, in cui presentò il brano Poi passa, e successivamente nell’edizione dell ’89 con Momenti sì, momenti no. Per il popolo italiano, la canzone più è significativa è L’istrione.
Io sono un istrione,
Ma la teatralità scorre dentro di me
Quattro tavole in croce
E qualche spettatore, chi sono lo vedrai
Lo vedrai…
Nel 1994 prese parte al concerto di Natale di Vienna. Quattro anni più tardi si dedicò al jazz e incise la raccolta Jazznavour. La seconda metà del 2007 vide tornare Aznavour in Francia dove si esibì per più di venti volte consecutive nel Palais des Congres a Parigi. Nel 2008 pubblicò un nuovo album di duetti. Aznavour operò con alcuni dei suoi più grandi amici e collaboratori in ambito musicale, come Celine Dion, Sting, Laura Pausini, Placido Domingo e molti altri. Nel 2009, invece, lavorò ai nuovi arrangiamenti classici e jazz delle sue canzoni più famose, i quali vennero poi inglobati nella raccolta Charles Aznavour and The Clayton Hamilton Jazz Orchestra, che venne lanciata sul mercato il 27 novembre 2009.
Nello stesso anno organizzò un tour in America dal titolo Aznavour en liberté. Il 16 agosto 2012 Aznavour si esibì dal vivo nel luogo di nascita di suo padre in Georgia per festeggiare la nuova riapertura del Castello Rabati. Negli anni successivi continuò a portare la sua musica in tutto il mondo, esibendosi nelle più grandi metropoli. Il suo ultimo concerto si tenne il 19 settembre scorso nella città giapponese di Osaka. Il prossimo era stato programmato a Bruxelles il giorno 26 ottobre. Nell’aprile del 2018 fu portato all’ospedale di San Pietroburgo; il concerto fu posticipato e poi annullato.
Nei suoi sogni e progetti, c’era la volontà di continuare a cantare fino a 100 anni.
“Ho smesso di festeggiare i miei compleanni a cinquant’anni e ho deciso che ricomincerò solo quando ne compirò 100. D’altronde l’aria in Francia è buona e le mie origini caucasiche mi fanno credere che vivrò fino a 120 anni. Al compimento di un secolo smetterò di cantare, ma non di scrivere canzoni.”
Oltre la musica…
Oltre ad essere un cantante di fama internazionale, Charles Aznavour intraprese durante la sua vita anche una carriera da attore partecipando alla realizzazione di più di sessanta film. Esordì sul grande schermo nell’anno 1959 con il film Dragatori di donne (Les Draguers) di Jean-Pierre Mocky. Nel 1971 vinse il Leone d’Oro al Festival di Venezia per Morire d’amore.
Durante la sua vita scrisse anche due romanzi autobiografici: I giorni prima. Il mio palcoscenico, la mia vita, nel 2004, e A voce bassa, nel 2010, in occasione del suo 85esimo compleanno.
Nel 1996 venne inserito nella Hall of fame di Hollywood dei cantanti e nel 1997 gli fu assegnato un Caesar alla carriera.
Per quanto riguarda la sua vita privata, Aznavour si sposò tre volte. I primi due matrimoni furono di breve durata e si conclusero con due divorzi. La terza moglie invece fu la cittadina svedese Ulla Thorsell. Dal matrimonio nacquero tre figli.
Attivismo politico e azioni umanitarie
Calato il sipario sul periodo della sua vita in cui si dedicò principalmente all’arte della musica,
ma anche a quella cinematografica, decise di dedicarsi totalmente alla sua gente e alle sue origini. Dal 1995 divenne, infatti, ambasciatore itinerante dell’Armenia per l’Unesco. Già dal 1988 aiutò il popolo armeno distrutto dal terremoto attraverso la sua campagna umanitaria Aznavour per l’Armenia. Scrisse anche la canzone Pour toi Armenie che fu suonata e cantata da tantissimi artisti francesi. Nel 2011 costituì un museo a Erevan, in Armenia, che chiama Charles Aznavour Museo. Venne inaugurato il 7 ottobre. La mostra occupa cinque edifici storici costruiti in cima alle cascate della città e uno spazio all’aperto adibito appositamente per i concerti. Durante la visita al museo è possibile visitare anche la casa di Aznavour che contiene ancora i dischi, i poster, i premi vinti per la carriera e i libri personali.
Nel 2016 Aznavour visitò nuovamente l’Armenia in per partecipare all’assegnazione dell’ Aurora Prize for Awakening Humanity, premio che viene assegnato ogni anno a nome dei sopravvissuti del genocidio armeno in segno di gratitudine ai loro salvatori. Durante l’occasione lasciò dei fiori ai piedi del memoriale per il genocidio armeno. Per questa e per tantissime altre operazioni benefiche dedicate al popolo armeno, nella città di Gyumri fu costruita una grande piazza con al centro una statua di pietra in suo onore.
Il ricordo permanente
Nel giorno della sua morte e nelle ore successive, moltissime celebrità hanno espresso parole di vicinanza alla famiglia Aznavour. Parole di grande amore e rispetto sono state spese per la sua persona e per la sua arte. Brigitte Bardot ha dichiarato: “Era il nostro asso immortale, asso fra i poeti, della canzone francese, della popolarità.” Il presidente francese Emmanuel Macron ha ricordato lo chansonnier attraverso un twit descrivendolo con tali parole: “Profondamente francese, attaccato visceralmente alle sue radici armene, riconosciuto in tutto il mondo, Charles Aznavour ha accompagnato le gioie e i dolori di tre generazioni. I suoi capolavori, il suo timbro, il suo splendore unico sopravvivranno per lungo tempo.”
Per quanto riguarda il mondo artistico italiano, personaggi come Laura Pausini, Andrea Bocelli e Rita Pavone hanno voluto ricordare Charles. La prima ricorda i momenti in cui ha avuto l’onore o il piacere di conoscere la personalità di Aznavour e di cantare con lui. Bocelli invece, ricorda il cantante attraverso un messaggio in inglese lasciato su Facebook dove si compiace della brillante ironia dell’artista e si augura di rivederlo presto. Sono toccanti le parole di Massimo Ranieri che lo ricorda come “un papà, il più grande, non esiste un altro gigante così”.
La morte di una grande voce come Charles Aznavour ha destabilizzato tutto il mondo della musica che è cosciente di aver perso un grande cantautore e interprete.