Un film essenziale, puro ma al contempo schematico.
E’ incredibile cosa un film indipendente e dal budget ridotto possa fare al cuore delle persone. Si esce dalla sala cinematografica pieni di amore.
Premessa: questo film difficilmente arriverà in Italia e, se succederà, sarà nel “duemilaesperaci”, ma vale la pena analizzarlo nel caso in cui qualcuno dei nostri lettori voglia fare un viaggetto in Inghilterra (o in Russia). O negli Stati Uniti, chiaramente.
La pellicola tratta la storia di un prete, un prete davvero bello. Personaggio pieno di passione per il proprio lavoro che, ad un certo punto, incontra una persona che gli aprirà un mondo prima sconosciuto, eppure dietro l’angolo.
Scorre veloce davanti a noi, lineare. I dialoghi sono pochi ma carichi di significato, intensi.
Proiettato per la premiazione del miglior attore protagonista al Milano International FIlm Festival Award del 2017, una bella iniziativa (poco seguita, purtroppo) che si tiene a Milano ogni anno.
I registi di ogni parte del globo possono inviare il proprio film e i vincitori appariranno sullo schermo dell’Anteo in prima visione assoluta aperta a tutti. Durante la proiezione, poi, vengono premiati gli attori, i registi o gli sceneggiatori (sempre presenti in sala).
Al termine della visione di The Good Catholic, infatti, è stato possibile chiacchierare con Zachary Spicer, l’attore protagonista che ha ritirato il premio, e che poi ha raccontato di come sia nato il film, da dove derivasse l’idea del regista e quali sono stati i suoi frutti.
Quello che vi chiediamo è: l’amore verso Dio può essere superato dall’amore verso un altro essere umano?
FONTI