Epica: quando la musica si carica di messaggi filosofici

Fondati nel 2002 dall’iniziativa di Mark Jansen (ex After Forever) e Ad Sluijter, gli Epica sono una band symphonic metal olandese che si è sempre distinta fin dall’inizio della sua produzione artistica per l’originalità dei testi e delle tematiche trattate, unita a una tecnica musicale magistrale e a una sperimentazione che non conosce limiti.

Nella loro musica coesistono infatti elementi propri del death, progressive e thrash metal con la dolcissima voce di Simone Simons, capace di spaziare dalla tecnica vocale lirica a quella più moderna. La sperimentazione, inoltre, si esprime attraverso l’utilizzo di una vera e propria orchestra, con cori lirici di tendenza medievaleggiante e classica, sfociando poi, negli ultimi album, in motivi ed elementi propri della musica folk e di matrice araba e asiatica. Insomma, la musica per questi ragazzi è un immenso oceano ricco di generi e particolarismi da sperimentare e fare propri. La grandezza raggiunta nella musica sembra essere perfettamente eguagliata dai testi, in certi casi vere e proprie poesie.

Gli autori del gruppo sono infatti i due vertici della band: Simone Simons e Mark Jansen. Mentre la prima ha uno stile maggiormente simbolico ed evocativo, il chitarrista fondatore esprime i concetti in maniera diretta e tagliente, non escludendo il ricorso al latino, ma anche a lingue come l’arabo, l’ebraico e il sanscrito. Le tematiche trattate sono veramente vaste: dai problemi più attuali come quelli religiosi, sociali, tecnologici e ambientali a quelli inerenti la condizione umana, i rapporti tra le persone, la psicologia e l’etica. In particolare, ciò che forse desta maggiormente l’interesse è la spessa presenza di vere e proprie riflessioni filosofiche all’interno dei testi. Gli argomenti trattati infatti, pluriformi e vari, non sono articolati a compartimenti stagni, ma sono saldamente intrecciati tra di loro, e la tessitura dei motivi porta a intendere ogni album come una generale riflessione sull’esistenza umana, declinata sotto tutti gli aspetti e i punti di vista possibili.

Del 2016 è l’ultimo e magistrale album, The Holographic Principle, che continua la sperimentazione dei generi musicali mantenendo però le connotazioni proprie dello stile Epica: cori classicheggianti e ritmi serrati, melodie orecchiabili e lo stile vocale insuperabile di Simone Simons. Dal punto di vista delle tematiche testuali, i testi proseguono le riflessioni lanciate dai precedenti lavori, stavolta a cavallo tra la fisica e la filosofia. Cardine tematico è infatti il concetto che l’intera realtà che viviamo tutti i giorni sia soltanto una sorta di ologramma. Da qui la necessità di ripensare allo statuto ontologico delle percezioni del reale e anche quella di riesaminare la definizione stessa di realtà. I testi sembrano incentrarsi maggiormente sulla prospettiva mistica: il misticismo infatti si fonda proprio sull’esplorazione di diversi stati di coscienza, che in un certo senso ribaltano completamente l’ordine dei piani: anche la realtà diventa un sogno.

Jansen, in un’intervista per Metal Hammer, afferma infatti che:

Basta osservare il potere che ha assunto la realtà virtuale per rendersi conto che la vita può semplicemente esistere come proiezione del nostro pensiero. Sono dottrine affascinanti quanto spaventevoli, perché se è vero che a questo punto possiamo trasformare le nostre esistenze in meglio cambiando la matrice della nostra proiezione, è altrettanto vero che esiste in noi la capacità di creare mondi di orrore e di incubo.

Diventa dunque di primaria importanza la riflessione sul rapporto tra realtà e finzione,  sulla validità delle percezioni sensoriali e sullo spazio che in questi rapporti occupa il pensiero umano. Dalla concatenazione di questi temi, modulati in modo da indagare tutte le luci e le ombre in relazione armonica tra di loro (per esempio in Once Upon A Nightmare, Ascension-Dream State Armageddon e Dancing In A Hurricane la negatività è concepita come stadio transitorio, necessario per procedere verso la luce e la rigenerazione dell’io), non è neppure esclusa la riflessione sulla tecnologia (Universal Death Squad) vista in una delle sue più inquietanti degenerazioni: robot spietati che utilizzano la propria coscienza artificiale per seminare morte.

La necessità di riconoscere l’illusione costitutiva dell’esistenza, e in questo senso anche di superarla al fine di ritrovare la propria verità interiore è l’argomento cardine della canzone che dà il nome all’album, The Holographic Principle: in una dimensione piena di ologrammi, illusioni e menzogne virtuali, l’individuo ha perso il contatto con la sua identità più profonda, e solo l’esercizio del dubbio, cioè l’attività filosofica per eccellenza, potrà salvarlo:

Discemus gubernaculum esse movendum

Quod verum putaveram esse particulam

Pro viribus agendum est

Vim totam adhibebimus

Ad haec nos paremus

Our brave soul is crying

Our soul is lost

Our brave is dying

Our soul is lost

We don’t know how we can

Decode this anagram

We have lost our true selves

Within this hologram

Nothing is what it seems

Our soul is lost

Impareremo a governare mettendoci in dubbio

Quello ritenuto vero è solo una parte

Dovremo agire con forza

e servirci di tutta l’energia

Da questo dobbiamo dipendere

La nostra anima coraggiosa sta piangendo

La nostra anima è persa

Il nostro coraggio sta morendo

La nostra anima è persa

Non sappiamo come possiamo

Decodificare questo anagramma

Abbiamo perso il nostro vero io

dentro questo ologramma

Niente è ciò che sembra

La nostra anima è persa*

Mark Jansen e Simone Simons

Gli ologrammi, inoltre, sono illusioni create propriamente da noi stessi, al fine di entrare in contatto con la realtà circostante. È dunque necessario ritornare allo stato autentico del proprio io, spogliarsi di tutti i veli di finzione di cui ci siamo vestiti. Solo allora si potrà osservare la bellezza della propria anima.

In conclusione, è da notare sicuramente l’approccio della filosofia operato da questi talentuosi musicisti. Essa non è argomento astratto e cerebrale di cui discutere in maniera oziosa e in certo modo avulsa dalla realtà e dalla sua problematicità; al contrario, è un atteggiamento, una forma mentis necessaria per approcciarsi alle cose, per mostrare la connessione intima e indissolubile che esiste tra tutti gli ambiti dell’esistenza umana, per quanto possano sembrare diversi a prima vista. Così, nella prospettiva degli Epica, attualità, fisica e religione si fondono con i lati oscuri della psiche, portando alla luce riflessioni per nulla scontate e di importantissime implicazioni etiche.

*Traduzione di Canzoni Metal

 


FONTI

Metal Italia

True Metal

Epica, The Holographic Principle, Nuclear Blast, 2016

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