Due giorni di festeggiamenti all’interno dei cancelli di Corso Castelfidardo a Torino con il programma One Year Anniversary, una serie di eventi in pieno stile Officine Grandi Riparazioni per celebrare un anno di attività e dimostrare di saper mescolare al meglio arte, musica e spettacolo. La giornata del 29 settembre inizia con l’apertura gratuita delle mostre alla Cattedrale con Inside, la video installazione di Dimitri Papaioannou e continua al Binario 1 con la performance dei tre artisti Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian ideata per la mostra di Forgive me, distant wars, for bringing flowers home, titolo tratto da un verso della poesia Under One Small Star di Wislawa Szymborska, e si conclude con un grande ritorno sul palco della Sala Fucine.
Sono i Baustelle ad unirsi ai festeggiamenti per celebrare in contemporanea i dieci anni dalla pubblicazione del disco di platino Amen, uscito il primo febbraio 2008 per la Warner Music e acclamato con la Targa Tenco come “miglior album dell’anno”, la quale per la prima volta nella storia del premio non è stata assegnata ad un progetto solista. Amen, prodotto da Carlo U. Rossi, è stato un punto di svolta molto importante per la band toscana, che dopo quest’album non verrà più considerata “emergente”. Il 2008 è stato infatti un anno esplosivo con le oltre sessantamila copie vendute, il singolo Charlie fa surf in heavy rotation sulle radio e su MTV, il documentario Un viaggio verso l’inferno che è la vita, girato in Sicilia per promuovere il singolo Baudelaire, la canzone Bruci la città scritta per Irene Grandi, l’esibizione all’Eurosonic di Groninger in Olanda ed infine la colonna sonora per il film Giulia non esce la sera di Giuseppe Piccioni con relativo Nastro d’Argento al Teatro Antico di Taormina.
Proprio a Torino veniva inciso Amen negli studi Transeuropa e, a distanza di dieci anni, se ne celebra il compleanno con un glorioso sold-out per un evento unico che ha segnato la conclusione del tour L’amore e la violenza, con l’annuncio dello stop per riprendere fiato dopo l’uscita del doppio volume.
Il concerto si apre con l’occhio di Rachele Bastreghi della copertina di Amen, proiettato sul maxi schermo della Sala Fucine, l’immagine dell’occhio è stata utilizzata anche per le stupende grafiche in stile pop-art della locandina promozionale dell’evento. La scaletta del concerto ripercorre i diciassette brani di Amen dall’inizio alla fine, riarrangiati, espansi e riletti con occhi nuovi, senza fronzoli e bis, compresa la traccia fantasma Spaghetti Western, che non era mai stata eseguita durante un concerto fino ad allora. Nonostante fosse tutto esattamente come annunciato da Francesco Bianconi durante la conferenza stampa, forse le aspettative per un evento simile hanno giocato a sfavore della performance, infatti nessun colpo di scena ha emozionato il pubblico che ha assistito con la giusta dose di entusiasmo e ammirazione. A livello sonoro c’è stato un graduale miglioramento dei volumi che all’inizio del concerto sono apparsi fiacchi e sottotono, per poi concludersi con più grinta ed emozione, soprattutto per i brani Alfredino e Andarsene così. Chi conosce bene i Baustelle sa che non sono famosi per essere animali da palcoscenico, ma otto grandi musicisti dei quali si è potuta apprezzare la tecnica e la ricerca del suono, l’esecuzione impeccabile e senza sbavature con ottimi spunti di riarrangiamento, soprattutto per intro e outro dei pezzi, un lavoro da non sottovalutare se teniamo presente le sezioni di archi e fiati presenti in Amen e da riprodurre live grazie a synth e tastiere, conditi da uno spettacolo di luci e video sempre in tono con l’estetica Baustelle.
La fine dell’amore, la fine della violenza: amen
Infine è da sottolineare la cornice che le OGR hanno allestito per un evento completo e ben strutturato, dimostrando ancora una volta di saper gestire al meglio la poliedricità di una struttura moderna e innovativa, dove si può respirare un’aria internazionale e nello stesso tempo ammirare gli artisti più importanti della scena musicale e non italiana.
Federico Guglielmi, Lamore e la violenza / una storia dei Baustelle, Giunti, 2017
Fotografie © Mattia Muscatello