Che ci crediate o meno, le cose stanno così:
Il riso è proprio dell’uomo.
Tutti i filosofi sono uomini.
Dunque il riso è proprio di tutti i filosofi.
Se accettate il fatto che il riso è proprio dell’uomo (facile, Aristotele dixit) e che i filosofi sono uomini (già più complicato, ma comunque fattibile), non potete non concludere che il riso è proprio anche dei filosofi. Lo so, fa un po’ strano, ma vi giuro che di tanto in tanto anche loro si divertono – a modo loro, per carità.
Un esempio?
Un amico a Cartesio: “Alla fine andrai alla festa di quel tale?”
Cartesio: “Mah, non penso”, quindi scompare.
Oppure:
Perché i marxisti nascondono la loro età?
Perché le proprie età sono un furto!
Non esiste ambito della filosofia che sia immune dal demone della risata. Logica, metafisica, politica, epistemologia, estetica, morale. Barzellette e giochi di parole colpiscono tutti, nessuno escluso.
Un ottimista pensa che questo sia il migliore di tutti i mondi possibili. Un pessimista teme che sia così.
E per rimanere in tema:
L’ottimista dice: “Il bicchiere è mezzo pieno”. Il pessimista dice: “Il bicchiere è mezzo vuoto”. Il razionalista dice: “Questo bicchiere è due volte più grande di quanto deve essere”.
Perfino la teologia non la passa liscia.
Un uomo prega Dio: “Signore”, invoca, “vorrei farti una domanda”. Il Signore risponde: “Non c’è problema. Avanti, fammela”. “Signore, è vero che per te un milione di anni sono solo un secondo?” “Sì. È vero”. “Bene. Allora, che cosa sono per te un milione di dollari?” “Un milione di dollari, per me, sono un penny”. “Ah, Signore”, dice l’uomo, “allora potrei avere un penny?” “Certo”, dice il Signore, “Aspetta un secondo”.
Certo, queste innocenti amenità hanno l’effetto di strappare una risata, o almeno ci si prova. Ma non finisce qui, perché può succedere (per disegno, caso o disavventura) che una di queste facezie finisca per illustrare e chiarire alcuni dei concetti con cui i filosofi armeggiano quotidianamente. E allora il riso sale in banco.
Utilitarismo: filosofia morale secondo la quale le azioni giuste sono quelle che producono vantaggi maggiori di ogni altra alternativa per le persone interessate. L’utilità limitata di questa filosofia diventa manifesta quando cerchi di accontentare sia tua madre sia tua suocera il giorno di Natale.
Il riso, infatti – spiega Claudio Paolucci -, “serve a mettere in discussione l’Ordine esistente col suo sistema di valori. […] Testa l’ordine dato e ne mostra forze e debolezze attraverso una sua deformazione: perché l’Ordine o lo si ride dal di dentro o lo si bestemmia dal di fuori. […] Il riso è l’arma dell’innovatore dall’interno.” Proprio come la filosofia. Parafrasando Aristotele, potremmo allora dire: primum ridere, deinde philosophari. Prima si ride, poi si fa filosofia. Elementare.
Sherlock Holmes e il Dr. Watson vanno in campeggio. Dopo una buona cena ed una bottiglia di vino, entrano in tenda e si mettono a dormire.
Alcune ore dopo, Holmes si sveglia e, col gomito, sveglia il suo fedele amico:
– Watson, guarda verso il cielo e dimmi cosa vedi.
Watson replica:
– Vedo milioni di stelle.
Holmes:
– E ciò, cosa ti induce a pensare?
Watson pensa per qualche minuto, quindi:
– Dal punto di vista astronomico, ciò mi dice che ci sono milioni di galassie e, potenzialmente, miliardi di pianeti.
Dal punto di vista astrologico, osservo che Saturno è nella costellazione del Leone.
Dal punto di vista temporale, deduco che sono circa le 3 e un quarto di notte.
Dal punto di vista teologico, posso vedere che Dio è potenza e noi siamo solo degli esseri piccoli ed insignificanti.
Dal punto di vista meteorologico, presumo domani sia una bella giornata. Invece lei cosa ne deduce?
– Watson… ma vaffanculo… non hai visto che ci hanno rubato la tenda?
Perché “forse il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità, fare ridere la verità, perché l’unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità”, dice Guglielmo da Baskerville nel finale de Il nome della rosa. Per questo, in fondo, il riso potrebbe rivelarsi una cosa serissima.
Bonus track:
Il peggior insulto per un filosofo?
Assocrate!
Sai mai vi servisse.
FONTI
Platone e l’ornitorinco. Le barzellette che spiegano la filosofia
Claudio Paolucci, Umberto Eco. Tra ordine e avventura, Feltrinelli.
Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani.
CREDITS