Dalle fragranze alla cosmesi agli alimenti, la vaniglia è uno degli aromi più usati al mondo. Quella “Bourbon” del Madagascar, poi, non è altro che la regina delle qualità di vaniglia, e l’isola malgascia ne detiene il primato con circa l’80% della produzione mondiale a discapito di Indonesia, Cina, Tahiti, Papua Nuova Guinea e Uganda.
La vaniglia, tuttavia, non è originaria del Madagascar, bensì del Messico, e si è avvicinata all’isola approdando a La Réunion, una colonia francese inizialmente chiamata proprio Île Bourbon, la cui coltivazione si è poi estesa alle colonie limitrofe, alle Isole Comore e, per l’appunto, al Madagascar. La vaniglia non è altro che l’estratto dei baccelli – i quali contengono la molecola che dona quel profumo e quel sapore unico, la vanillina – di tre specie di orchidea che trovano nelle zone attorno all’Equatore il loro habitat ideale per la coltura e la crescita, il cui processo dalla coltivazione alla confezione è ad alta intensità lavorativa manuale e dura circa tre anni. Fino a qui tutto “piacevole”, se non fosse che, negli ultimi anni, la dolcezza della vaniglia ha generato crisi non indifferenti all’interno del paese.
Secondo gli ambientalisti, l’aumento della richiesta e la crescita dei prezzi nei mercati globali stanno generando una situazione drammatica all’interno dell’isola malgascia, legandosi ad attività criminali violente e non, quali la deforestazione illegale di alberi di palissandro – un legno di alta qualità che viene generalmente usato per costruire strumenti e mobilio d’arte e che verrebbe, sempre illegalmente, mercanteggiato con la Cina – e il riciclaggio di denaro dei trafficanti del legname che hanno potuto scambiare i guadagni illeciti con le bacche di vaniglia meno pregiate. La deforestazione sarebbe in generale una conseguenza diretta della domanda di vaniglia: i coltivatori cercano di estendere le zone di coltivazione dell’aroma, per rispondere al bisogno dei mercati globali e per sfruttare i prezzi stellari dei baccelli, come è accaduto, ad esempio, al parco nazionale Masoala, il quale è una delle foreste più protette del Madagascar e che ospita moltissime specie di lemure, anche in via d’estinzione.
Il Fondo Livelihoods, che, pur investendo sui piccoli agricoltori, è finanziato da giganti del settore agroalimentare, ha stabilito un investimento di 2 milioni di dollari nella regione malgascia di Sava per un progetto che prevede la creazione di cooperative con l’inserimento di agronomi specializzati per monitorare e apportare benefici alla produzione e alla gestione di queste proficue orchidee, nel tentativo di marginare, in aggiunta, tutte le implicazioni notevolmente amare che il gusto delicato della vaniglia ha saputo produrre.