Sembrava caduto in disuso da lunghissimi anni, sprofondato insieme ad un elenco interminabili di indumenti (il panciotto da nobile con la pancia da birra, l’orologio da taschino del nonno Asdrubale, le bretelle da yuppie e i mocassini), ma è tornato indietro come un boomerang proprio negli ultimi anni: stiamo parlando di quel piccolo accessorio, di cui molti uomini ignorano addirittura lo spelling, chiamato fermacravatta.
Il nome in realtà racchiude in sé la funzione di questo pratico e neo-riscoperto articolo per l’uomo: nasce infatti con lo scopo di tenere ferma la cravatta, impedendo che essa oscilli o, peggio ancora, che cada a piombo -dritta come un fuso- ogni volta che chi la porta prova a piegarsi anche solo per allacciarsi le scarpe. Un incentivo in più per evitare che cada sulla pizza o nel lavandino mentre ci si lava le mani, e la lista sarebbe ancora lunga.
Fondamentalmente, dal punto di vista della loro diffusione, sono di due tipi, il tie bar (a forcina) e il tie clip (a pinza), con molte altre declinazioni fino ad arrivare al fermacravatte a catena, meno diffuso ma di estrema eleganza (matrimoni, cerimonie di prestigio e simili).
Prima di sceglierlo e successivamente indossarlo è necessario calibrare la lunghezza dell’accessorio con quello della cravatta stessa, affinché trattenga -coprendola- circa il 70% della sua superficie. In caso contrario infatti risulterebbe tremendamente goffo e sproporzionato, annullando completamente il livello di eleganza che ci si era preposti di sfoggiare scegliendo di indossare questo accessorio.
Per quanto riguarda la posizione, sarebbe opportuno inserirlo in una zona corrispondente allo spazio tra il terzo e il quarto bottone a partire dall’alto, in posizione parallela al suolo (evitando orrende angolazioni, a meno che non ci si trovi sul set di un film horror). Sarebbe buona cosa evitare di indossarlo anche con il panciotto (o gilet), in quanto perderebbe la sua funzione originaria -tener ferma la cravatta- risultando così fuori luogo e chic (tolto il fatto che se Anna Wintour vi vedesse, vi prenderebbe a ombrellate in testa).
Ovviamente il revival di questo pezzo d’antiquariato moderno non poteva sfuggire alle grandi case di moda, che hanno colto la palla al balzo sfruttandolo come accessorio maschile per le loro linee di gioielleria: Bulgari, Ferragamo, Burberry, Dior, Gucci. Nulla di nuovo sul mercato insomma, nulla che non si sapesse già: i gioielli sono un vezzo attira tanto le signore quanto i signori: che poi questo dato di fatto venga nascosto come la polvere sotto al tappeto è anch’esso un dato di fatto.