La situazione tipica quando si socializza o si frequenta qualcuno è l’ormai classico invito al sushi. Più che una moda, è diventata un modus vivendi. Si pianifica con determinazione la data: vietato paccare. Poi si programma con abnegazione la giornata: mantenere lo stomaco libero. E, ancora, si risparmia il denaro necessario per partecipare: 10 o 20 euro bastano. Infine, l’irrefrenabile galoppata verso la taglia orca assassina, tanto che il pranzo si trasforma in dolore: le pance strabordano, si hanno problemi a piegarsi per allacciarsi le scarpe, l’ansia spinge a nascondere pezzi di pesce nella borsa o nelle tasche dei pantaloni. Tuttavia, la sensazione di pienezza è impagabile. Quali sono le regole imprescindibili per rendere l’esperienza sushi ancora più unica e inimitabile?
1. La salsa di soia serve per intingere, non per affogare il sushi
Capita molto spesso di osservare, nelle allegre tavolate di comitive, commensali che con soddisfazione e incredibile compiacimento tuffano il sashimi o il nigiri nella salsa di soia, convinti che tale sia l’antica usanza. Niente di più lontano dal vero. Innanzitutto, è necessario chiarire che la salsa di soia viene utilizzata in modo parco per bagnare solamente la parte del boccone con il pesce. Il riso meglio lasciarlo asciutto, anche perché il rischio è quello che si sfaldi completamente. Inoltre bagnare eccessivamente il sushi significa coprire con l’aroma deciso della salsa il sapore delicatissimo del pesce. Dunque, prendere nota: salsa di soia sì, ma con moderazione!
2. Lo zenzero NON è un condimento
Un altro errore piuttosto comune è quello che vede il commensale occidentale sistemare sottili fettuccine di zenzero sopra il sushi per farcirlo e dargli più sapore. Probabilmente questo fraintendimento è dovuto al fatto che molto spesso gli stessi piatti sono guarniti da una o più strisce di zenzero. In realtà questo ingrediente serve per “pulire la bocca”, quando per esempio dopo uno squisito boccone di nagiri al salmone si vuole provare il sashimi con tonno. La necessità di rinfrescare il palato è finalizzata a un maggior godimento dei diversi sapori del pesce, ognuno con una propria specifica individualità. Ricapitolando: zenzero = lavarsi i denti.
3. Wasabi : salsa di soia = Coca cola : Mentos
Non si sa per quale oscuro motivo, ma molti sono convinti che mescolando per bene il wasabi nella salsa di soia, il risultato sarà assolutamente strepitoso. Il problema è che i due ingredienti non vanno per niente d’accordo o, meglio, possono convivere, ma a piccole dosi. Inoltre molto spesso il wasabi è contenuto già come ingrediente all’interno del sushi. Se si vuole aggiungerne ancora è sufficiente adagiarlo sopra e intingere nella salsa di soia l’altro lato del boccone. Sono un po’ come i ricci, stanno bene vicini, ma non troppo vicini.
4. Niente panza mia fatte capanna
Nonostante in Italia siano grandemente diffusi gli all you can eat, in cui si può ordinare da mangiare per dieci reggimenti al modico prezzo di un pasto normale per una persona, il sushi è una pietanza che necessita di poco tempo per essere apprezzata. Infatti, secondo il famosissimo chef Susumu Yajima, sono sufficienti 10 o 15 minuti per gustare in maniera completa un pranzo a base di sushi. Ogni pietanza, infatti, dalle tempure ai più semplici sashimi e nagiri, è pensata per essere un pasto completo, ricco di carboidrati e di proteine. Il pesce infatti contiene omega-3 e molte verdure usate per guarnire i piatti, come per esempio l’avocado, sono ottimi per la salute e, soprattutto, per il cuore, in quanto ricchi di grassi sani. Dunque, non c’è motivo di esagerare con le portate e le quantità. Anzi, un eccessivo consumo annulla soltanto le proprietà benefiche di tutti questi ingredienti. Il classico caso in cui il troppo stroppia.
5. Da bere, acqua? No, sake!
Con moderazione, ma per gustare completamente le qualità aromatiche del sushi, è necessario accompagnare il tutto con un goccio di sake. Dunque, niente Coca cole, tè alla pesca o bevande gassate. E, soprattutto, niente chiacchiere! Il sushi è un’esperienza che necessita concentrazione e silenzio, per rendere il più ricettive possibili le papille gustative e, alla fine, per sentirsi in pace con l’intero universo. Dopotutto, quando può accadere, se non nel momento in cui ci si riempie la bocca e la pancia in buona compagnia?