Musica per tutti: il sogno di Abreu

Risate, note e una felpa blu, rosso e gialla. È ciò che ha potuto dare El Sistema nel Venezuela ai bambini dal 1983. Il suo fondatore, Josè Antonio Abreu, ha reso possibili i sogni di milioni di bambini. Il suo intento? Quello di toglierli dalla criminalità, dalla povertà e dal degrado sociale.

“L’orchestra e il coro sono molto più che strutture artistiche” spiega così Abreu al discorso della premiazione TED, uno dei tanti riconoscimenti ricevuti. La sua creazione, la rete statale venezuelana di orchestre giovanili, ha dato il via a un nuovo concetto di musica. Con le sue 120 orchestre e i numerosi cori, l’organizzazione si occupa oggi di “300mila allievi, provenienti dalle classi sociali minori e medie del Venezuela”. E non è solo la voce di Abreu a farsi sentire. Numerosi ragazzi hanno raccontato cosa significa per loro El Sistema: “qui non c’è differenza tra le classi, tra bianchi e neri, tra chi ha soldi e chi no. Semplicemente, se hai la volontà di stare qui, entri, la condividi con noi e fai musica.”

L’ex-ministro della cultura spiega che “ogni adolescente e bambino del Sistema ha la sua storia e ognuno ha la stessa importanza e significato” per lui. Dall’inizio, quando si ritrovò undici bambini a cui promise di trasformare l’orchestra in una delle principali al mondo, fino alla sua morte. Abreu ha sempre tenuto fede alla promessa e, dopo aver insegnato ai bambini la musica senza spese per la famiglia, li ha portati nell’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar, un’orchestra oggi internazionale guidata dai miglior direttori. Alcuni di questi, nati proprio da El Sistema: Dudamel e Matheuz, “esempi insuperabili per giovani musicisti, in America Latina e nel mondo”.

La loro storia è diventata un film, o meglio due: Tocar y luchar (2004) e El Sistema (2008). El Sistema è stato di rilevanza mondiale e un modello per altre parti del mondo grazie a UNESCO, con Abreu come ambasciatore, e grazie ad artisti del calibro di Claudio Abbado e Simon Rattle. Il sogno di Abreu di dare la stessa possibilità che ha avuto lui è diventata realtà rendendo “la musica una realtà profonda e globale” per il Venezuela e per il mondo, ma soprattutto per i suoi ragazzi. Abreu li ha resi liberi: “Quando gli insegni a suonare, un bambino non è più povero”, gli dai un dono prezioso. E nelle parole dei suoi ragazzi Abreu vive ancora: “La musica è vita, per noi”.


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