Da anni Facebook pone parecchie questioni. In particolare i problemi più sentiti dagli utenti sono legati alle seguenti tematiche: tutela della privacy, proliferazione di pagine inneggianti alla violenza (vedi la chiusura di Sesso, droga e pastorizia) e al dubbio che questo strumento sia in grado di condizionare le nostre scelte, come è emerso dallo scandalo di Cambridge Analytica, che è stato di fondamentale importanza per accertare che milioni di americani siano stati influenzati in campagna elettorale.
Recentemente Facebook, sull’onda delle critiche e proteste da cui è stato travolto, si è adeguato alle normative europee sulla protezione dei dati. Zuckerberg, in particolare, dopo lo scandalo di Cambridge Analytica ha deciso di riconquistare la fiducia dei suoi utenti attraverso un miglioramento della piattaforma con relativo aumento di strumenti per tutelare la privacy. Gli iscritti in questo modo potranno rivedere i propri dati sensibili condivisi ben sapendo che questi saranno forniti ai partner pubblicitari. Tra queste informazioni sensibili rientrano per esempio quelle riguardanti le foto profilo, la situazione sentimentale, appartenenze politiche e religiose… I minori godranno di qualche protezione maggiore rispetto gli adulti, per esempio non si potranno cercare informazioni specifiche che hanno condiviso se non si fa parte della cerchia di ‘amici’.
Tuttavia, sembra quasi anacronistico parlare di privacy in un’epoca dove al pubblico viene chiesto continuamente di condividere e addirittura ostentare la propria vita sociale. Molti personaggi popolari o meno basano il loro successo proprio su questa esposizione che li fa divenire oggetto di aspre critiche, ma spesso anche di emulazione soprattutto tra i giovanissimi. Anacronistico appare anche parlare di riservatezza laddove la stessa iscrizione a facebook significa voler condividere i propri dati con più persone.
Eppure i casi di abusi sono all’ordine del giorno, alcuni diventano casi nazionali come le pagine facebook fatte chiudere da Selvaggia Lucarelli perché contenevano materiale pedopornografico o foto amatoriali diffuse senza il consenso delle ragazze; ma molto spesso, troppo, questi abusi restano confinati in una sfera silenziosa, che si consuma dopo aver provocato molte ferite e dolore alle vittime, senza che queste vengano mai risarcite per i danni subiti. Entra qui in gioco allora l’eticità del mezzo che molto spesso, anche se nato con le migliori intenzioni, come quello di diffondere cultura e conoscenza, non è in grado però di tutelare la persona e soprattutto, cosa ancora più grave, non viene prevista una pena o risarcimento proporzionale al danno.
Oltre a incoraggiare i legami, ricordando date di compleanno, eventi importanti ecc. facebook ha anche il pregio di aiutare a trovare persone che hanno interessi affini ai nostri o frequentano i nostri ambienti, rendendo in questo modo più veloce e proficua una eventuale collaborazione. Inoltre scambi di materiali e di idee avvengono proprio grazie a questo strumento che per la sua velocità, praticità e semplicità ci consente di avere in tempi brevi molte notizie. Come tutte le cose, faceboook è uno strumento da utilizzare con cautela ma che se ben usato può aiutare davvero molto, la differenza, però, sta sempre nelle intenzioni di chi ne fa uso.