De Gregori al Carroponte: tra inediti e pietre miliari

Sabato 21 luglio si è esibito al Carroponte di Sesto San Giovanni Francesco De Gregori, che quest’estate porterà in tutta Italia il Tour 2018.

Sul palcoscenico il cantautore è stato accompagnato dai musicisti, che lo scorso autunno lo hanno affiancato nel suo tour in Europa e negli Stati Uniti: Guido Guglielminetti al basso, Paolo Giovenchi alla chitarra, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e Carlo Gaudiello al pianoforte. Inoltre la penultima canzone, una cover di Anema e core di Roberto Murolo, è stata cantata da Francesco De Gregori e, eccezionalmente, da sua moglie Chicca. I musicisti hanno spesso cambiato strumento musicale: presenti anche una fisarmonica, una tastiera e un mandolino. Non è mancata, però, una una canzone che ha visto l’interpretazione da solista di De Gregori, accompagnato esclusivamente dalla propria chitarra.

Fatta eccezione per due “legnetti” durante Buonanotte fiorellino, grandi assenti le percussioni, forse al fine di conferire al concerto un’atmosfera rilassata e più adatta all’ascolto delle parole che allo scatenarsi a ritmo di musica. In passato tuttavia De Gregori ha proposto dei live più movimentati, in una parola: rock. Per rendere il clima pacato sono state scelte luci particolarmente sobrie e l’utilizzo della macchina del fumo è stato particolarmente morigerato. Le dolci note del pianoforte hanno fatto sognare il pubblico, ricreando il giusto pathos e una rara intimità.

De Gregori porta eccellentemente i suoi 67 anni: i semplici indumenti neri che indossava lasciavano intravedere un fisico alto e asciutto mentre un cappello grigio gli conferiva un aspetto ironico e frizzante. Ha scherzato con il pubblico chiedendo un “applauso al pubblico pagante” durante La donna cannone e presentato la propria moglie agli spettatori con parole affettuose e ilari, dimostrando di saper ancora intrattenere i propri fan nonostante i numerosi anni di carriera.

La scaletta presenta brani variegati. All’inizio sono stati eseguiti pezzi poco trasmessi alla radio o mai eseguiti nei live come la canzone di apertura, Numeri da scaricare, che il pubblico non ha saputo cantare ma ha comunque ascoltato con curiosità e attenzione.

«Mi fa piacere quando il pubblico riconosce un pezzo dalle prime note – ha affermato De Gregori – ma mi piace anche quel silenzio un po’ stupito che accoglie le canzoni meno conosciute. La bellezza del live è anche questa, la scaletta non deve essere scontata, bisogna mischiare le carte».

Sono state eseguite anche canzoni più conosciute ma che stranamente il pubblico non ha cantato, forse perché sono state eseguite con un ritmo lento e senza un arrangiamento che invogliasse a cantare a squarciagola per privilegiare la riflessione sul testo; è il caso di Vai in Africa, Celestino. Non sono mancati verso la fine i cavalli di battaglia e i tormentoni come La leva calcistica del ’68, Generale, Santa Lucia, Buonanotte Fiorellino, La donna cannone, Titanic e, per concludere, l’indimenticabile Rimmel, attraverso cui il pubblico ha potuto dare sfogo alle proprie doti canore, sulle note delle proprie canzoni preferite. Occorre sottolineare, infine, la volontà di omaggiare il grande amico Lucio Dalla, cantando Santa Lucia e 4 marzo 1943, che ha commosso l’intera platea.


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