L’assist di Bill Gates
A sentire Bill Gates la domanda fondamentale della storia umana è una:
“Perché gli europei e gli asiatici hanno dominato quasi tutto il pianeta, e non gli africani, gli americani nativi o altri popoli ancora?”
That is the question. E questa è una domanda difficile e delicata, perché dal modo in cui rispondiamo dipendono tutta una serie di scelte e giustificazioni di tipo politico e morale.
La prima risposta che viene in mente è piuttosto semplice: dev’esserci qualche differenza genetica tra i popoli dominatori e quelli dominati.
Say no to (biological) racism
Il problema è che, parafrasando Umberto Eco, per ogni domanda complessa esiste una risposta semplice, ed è sbagliata. La risposta semplice e sbagliata in questo caso si chiama razzismo.
Questa non è una buona risposta innanzitutto sul piano biologico, perché la nozione di razza non regge in riferimento alla specie Homo sapiens sapiens. Per farla breve, il colore della pelle e la forma del corpo sono semplici adattamenti al clima delle diverse regioni.
Il fattore cultura
Qualcuno potrebbe però spostare l’argomento razzista sul piano della cultura. In effetti è vero, europei ed asiatici hanno conquistato gran parte del pianeta grazie a una manifesta superiorità culturale. Per questa ragione ad esempio Pizarro, sbarcato a Cajamarca nel 1532 con soli 168 uomini, riuscì a sbaragliare l’Impero Inca di Atahualpa, che poteva contare sull’appoggio di ben 80.000 guerrieri.
Gli spagnoli, infatti, avevano una manifesta superiorità militare (armi da fuoco, lame d’acciaio, cavalleria, ecc.) e tecnologica (navigazione, sistema di scrittura complesso, ecc.). Inoltre potevano contare su un alleato invisibile ma letale, l’epidemia, che si stima abbia ucciso tra il 50 e il 100% della popolazione del Nuovo Mondo. In breve, il vantaggio degli europei era dato da armi, acciaio e malattie.
Diamond a gamba tesa
Solo che questa è una mezza risposta. L’altra metà della domanda è: perché Pizarro, e non Atahualpa, poteva contare su armi, acciaio e malattie? Quest’ultime infatti sono le cause prossime del successo euroasiatico, ma quali sono le cause remote di una tale superiorità? Ed è a questo punto che interviene a gamba tesa Jared Diamond, scienziato made in U.S.A., secondo il quale:
“I destini dei popoli sono stati così diversi a causa delle differenze ambientali […] tra i popoli medesimi”
Il contropiede micidiale
Sintetizzando non poco l’argomento di Diamond, condizioni ambientali favorevoli (legate sopratutto all’orientamento degli assi continentali e all’orografia del territorio) hanno permesso all’Eurasia di avere un numero maggiore di specie (animali e vegetali) potenzialmente domesticabili rispetto agli altri continenti. Questo a sua volta ha fatto sì che si scoprissero prima e meglio agricoltura e allevamento, due presupposti fondamentali per lo sviluppo di società numerose, complesse e stratificate, le uniche in grado di poter vantare tecnologie avanzate.
Riducendo tutto a 4 passaggi: dall’ambiente favorevole (assi continentali e orografia) alla domesticazione (di animali e piante), dalla domesticazione alla società complessa, dalla società complessa alla tecnologia superiore (armi, acciaio e malattie). Ed è gol.
Il fattore cul-e-basta
Ora, se le diversità culturali non sono innate, ma affondano piuttosto le loro radici in differenze geografiche ed ecologiche, una cosa dovrebbe risultare chiara una volta per tutte: la storia non la scrivono né vinti né vincitori, ma il caro vecchio Fattore C.
FONTI
Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie. Breve storis del mondo negli ultimi tredicimila anni, Einaudi, Torino 2014