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Nel 1984 il regista James Cameron dirige un’opera immortale destinata a rivoluzionare il cinema di fantascienza degli anni a venire: Terminator. Partendo da un tema classico del filone sci-fi, ossia la ribellione della creazione artificiale nei confronti del proprio ideatore, Cameron dà vita a un universo cinematografico unico nel suo genere, capace di trascendere il semplice racconto fantascientifico per divenire fonte autentica di riflessioni riguardanti l’esistenza umana. Quella di Terminator – intesa come saga cinematografica globale costituita da quattro film, di cui gli ultimi due capitoli (non diretti da James Cameron) non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative – è la storia dell’eterna battaglia tra l’uomo e le macchine, una storia che affonda le sue radici nel mito della creazione, nella superbia e nella presunzione con cui l’uomo, noncurante delle conseguenze scaturite dalle sue azioni, si spinge oltre le proprie possibilità e i propri limiti. Infine si tratta anche di una storia che parla d’amore e di come questo sentimento, che contraddistingue l’essere umano, sia la chiave imprescindibile che permette all’essere umano di “elevarsi” al di sopra di qualsiasi essere artificiale.
Dio crea l’uomo, l’uomo crea le macchine. In un’epoca di modernità e innovazioni tecnologiche, egli crea un software informatico per la difesa talmente sofisticato da raggiungere uno stato di autocoscienza. Il programma, chiamato Skynet, concepisce l’uomo come una minaccia e vi si ribella contro scatenando un olocausto nucleare. I pochi umani sopravvissuti si raggruppano formando un movimento di resistenza per contrastare l’ascesa delle macchine. John Connor, leader della resistenza venerato come un messia, sta per mettere fine alla guerra disattivando Skynet. Quest’ultimo, percepito il pericolo, invia indietro nel tempo un robot con fattezze umane il cui compito è assassinare la madre di John, Sarah Connor, per impedire alla resistenza di nascere. John fa lo stesso e spedisce nel passato il suo soldato più fidato, Kyle Reese, incaricandolo di proteggere la madre.
Inizia così la storia della saga di Terminator. Un abisso temporale tra passato e futuro in cui i nostri personaggi galleggiano come pedine mosse da un destino incerto e spietato. All’interno di un intreccio narrativo intricato e spesso apparentemente incongruente – ma moralmente accettabile ai fini del racconto – si sviluppa un discorso epocale destinato a far crollare le certezze dell’uomo, che matura la consapevolezza di essere l’unico vero responsabile delle proprie azioni. La ribellione innescata dalle macchine è l’estrema conseguenza della spietatezza umana, della presunzione di voler e poter controllare ogni cosa e avere il monopolio sul funzionamento dell’esistenza. Temi cari alla fantascienza che riprendono e ampliano il meraviglioso discorso iniziato da Mary Shelley con il suo Frankenstein, iniziatore di ogni elaborazione sviluppatasi attorno alla creazione.
James Cameron trasporta la creazione in un futuro post apocalittico e inospitale, completamente disastrato dalla guerra. Le macchine, organismi perfettamente funzionali e privi dei limiti mentali imposti all’essere umano, sovrastano l’operato dell’uomo annientando qualsiasi tentativo di riappropriazione del proprio mondo. Apparentemente superiori, le macchine infine periscono sotto l’egida del condottiero, il salvatore dell’umanità che, in quanto uomo, è dotato di qualcosa che nemmeno la tecnologia più sofisticata potrà mai creare. Il regista, a differenza di altri suoi colleghi illustri marcati da un’imperante cinismo, fa prevalere la speranza sull’oscurità: l’uomo, per quanto corrotto e spietato, merita di avere un’altra possibilità. Alla fine della storia John Connor disattiva Skynet, l’umanità vince e la Terra è pronta per una nuova rinascita. La ribellione si è conclusa.
Terminator di James Cameron racconta l’epica battaglia tra bene e male rivisitata in un futuro prossimo in cui i robot e le macchine prenderanno il sopravvento e innescheranno una ribellione contro l’umanità. La guerra delle macchine, estrema conseguenza di un presuntuoso operato da parte dell’uomo sul mondo che lo circonda, si concluderà definitivamente a favore dell’umanità e i valori immortali del bene e dell’amore reciproco verranno ripristinati in segno di speranza per una nuova rinascita.