Quest’anno il premio Nobel per la letteratura non verrà assegnato, perché anche la prestigiosa istituzione svedese è stata invasa dagli scandali legati alle molestie. Non resta che guardarci indietro tra i vincitori degli anni passati e, perché no, risalire al primo autore ad essersi aggiudicato il premio.
Il premio venne istituito a partire dalle volontà testamentarie di Alfred Nobel che scrisse nel suo testamento che il premio letterario sarebbe dovuto spettare a chi avesse rispettato il seguente criterio: “chi abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole”, a sottolineare come sia opera omnia a dover essere premiata e non un singolo volume. Con queste premesse, l’ambiente culturale dell’epoca aveva nutrito aspettative su grandi scrittori come primi a ricevere questo premio e, tra i nomi più quotati, c’erano quelli di Lev Tolstoj e Emile Zola, che avevano già pubblicato le loro maggiori opere e la cui produzione era completa e matura (da ricordare che Zola morirà nel 1902 e Tolstoj nel 1910).
Nonostante la presenza di questi giganti della letteratura come papabili candidati, la scelta dell’Accademia svedese si riversò su uno scrittore francese: René François Armand Prudhomme detto Sully Prudhomme, poeta di formazione scientifica (frequentò, infatti, la scuola politecnica di Parigi) che iniziò la pubblicazione delle sue opere a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento. La sua prima raccolta di versi, intitolata Stances et Poèmes, lo portò subito alla notorietà anche grazie alle tematiche legate alla poesia sentimentale. Nelle raccolte più tardive, invece, abbandona questo genere per rivolgere la sua produzione verso una ricerca formale che lo avvicina alla corrente francese del Parnasse (in italiano Parnassianesimo), ovvero un gruppo di autori che intendevano riportare la poesia sul Parnaso, il monte che la tradizione mitica greca riconosceva come luogo della nascita di quest’arte. I parnassiani, infatti, rigettavano qualsiasi impegno politico e sociale da parte del poeta e, al contrario, hanno fatto del motto di Théophile Gautier “l’art pour l’art” la loro linea guida per la produzione di una poesia che abbia come unico scopo la bellezza.
Prudhomme si occupò anche di saggistica e traduzione: scrisse degli articoli su Blaise Pascal, tradusse il primo canto del De rerum natura di Lucrezio, scrisse saggi di estetica, psicologia, scienza e filosofia.
Questo suo impegno mostra che, nonostante oggi si possa considerare un poeta minore, fosse una personalità di spicco nell’ambiente culturale nella seconda metà dell’Ottocento tanto che fu eletto all’Accademia Francese nel 1881.
Sono state probabilmente queste le motivazioni che hanno portato l’Accademia Svedese a insignire Prudhomme del primo Premio Nobel che ha motivato la scelta con queste parole:
«In riconoscimento della sua composizione poetica, che dà prova di un alto idealismo, perfezione artistica ed una rara combinazione di qualità tra cuore ed intelletto»