Tra i Paesi europei produttori di riso, l’Italia risulta essere al primo posto con una produzione di 1,50 milioni di tonnellate, pari a circa il 50% dell’intera produzione continentale. Gli agricoltori del riso, tuttavia, stanno affrontando un periodo problematico poiché il riso proveniente da Paesi quali Cambogia e Myanmar (Birmania) a dazio zero sta conquistando il mercato europeo.
Per questo motivo, come dichiara la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, la Commissione Europea ha aperto un’indagine sui volumi e sui prezzi delle importazioni di riso a dazio zero provenienti dai due Paesi del Sudest asiatico; a seguito della presentazione da parte dell’Italia – sostenuta da ulteriori sette Paesi – di una domanda per l’attivazione della clausola di salvaguardia per i risicoltori europei.
L’inchiesta si basa sulla constatazione che le quote di mercato di riso cambogiano e birmano a tasso zero che sono entrate nell’Unione Europea negli ultimi cinque anni sono aumentate rispettivamente dal 13% al 21% e dallo 0% al 5%. Per quanto concerne il mercato italiano, la Coldiretti sottolinea che solo nell’ultimo anno sono stati importati circa 22,5 milioni di chili di riso provenienti da Cambogia e Birmania-Myanmar; ossia un pacco di riso su quattro, con la produzione asiatica che rappresenta circa la metà del riso importato in Italia.
Il vantaggio procurato dal dazio zero viene riconosciuto ad alcuni Paesi asiatici e rispetta i principi dell’iniziativa del 2001 proposta dall’Unione Europea EBA: Everything but arms – tutto fuorché le armi. Tale iniziativa prevede che tutte le importazioni provenienti dai Paesi meno sviluppati siano a dazio zero, con l’eccezione degli armamenti. Lo scopo è quello di favorire e incoraggiare lo sviluppo dei Paesi più poveri.
Nonostante i nobili principi alla base dell’iniziativa europea, i suoi effetti si sono rivelati – come era logico accadesse – essere un danno per i risicoltori europei e soprattutto italiani, i quali hanno visto dimezzare le quotazioni riconosciute agli agricoltori. Inoltre, secondo la Coldiretti, la concorrenza del riso asiatico ha determinato una contrazione dei prezzi delle varietà di riso italiane pari al 58% nel caso del riso Arborio, del 57% del riso Carnaroli, del 41% per il riso Roma e del 37% per il Vialone Nano. Non solo, secondo Confagricoltura, negli ultimi cinque anni l’effetto delle importazioni dall’Asia ha determinato un collasso del 40% della produzione e delle vendite di riso Indica a livello europeo.
Spetterà dunque alla Commissione Europea confermare la tesi degli agricoltori, in modo tale da applicare la clausola di salvaguardia per tutelare il settore risicolo. Il ripristino dei normali dazi doganali sulle importazioni di riso dalla Cambogia e dalla Birmania-Myanmar sono auspicate da tutti i lavoratori del settore, come anche dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che esprime il suo ringraziamento alla commissaria europea del Commercio Estero, Cecilia Malmström, che già era intervenuta per la salvaguardia dell’agroalimentare europeo con le questioni del pomodoro australiano e del prosecco moldavo commercializzato negli Stati Uniti.