A Todi la direttrice della biblioteca è stata trasferita all’urbanistica. Si potrebbe pensare a una sorta di punizione per qualche errore commesso; tutt’altro: l’operato della donna è stato tale da portare nella struttura dodici mila visitatori in un anno in una cittadina che conta sedici mila abitanti. Verrebbe allora da pensare a caso di mancata meritocrazia: la bibliotecaria solerte viene spostata per far posto a qualche raccomandato. E invece no. Quale può essere allora il motivo di questo spostamento?
Fabiola Bernardini è stata spostata perché si è rifiutata di consegnare al municipio una lista di libri ritenuti dall’amministrazione comunale molto pericolosi. Libri per bambini che trattano omosessualità, transessualità, e omogenitorialità, temi che, secondo l’Amministrazione Comunale della città, andrebbero relegati alla sezione adulti.
Lo scorso novembre Alessia Marta, Assessore alla Famiglia, e Claudio Ranchicchio, Assessore alle Politiche Familiari, avevano presentato la questione alla Giunta. Subito si è accesa la polemica tra associazioni impegnate nella difesa dei diritti LGBT, come Ompahlos, e sono intervenuti anche i partiti politici.
Qualche settimana fa accusandola di non aver fornito tale lista, il Comune ha rimosso Bernardini dal suo incarico. La direttrice ha dichiarato che un elenco del genere sarebbe impossibile da stilare: non vi sono titoli specifici.
Vi sarebbero inoltre altri due episodi che sarebbero alla base di questo provvedimento; episodi riportati dagli stessi cittadini, intervenuti in difesa della bibliotecaria. Il 25 aprile avrebbe partecipato alla manifestazione Anpi, per la quale il Comune non aveva concesso il proprio patrocinio. L’altro episodio riguarderebbe invece una fotografia scattatale lo scorso mese, che la ritrae mentre legge un libro con un bambino durante una manifestazione delle famiglie arcobaleno a Todi.
Il sindaco Ruggiano ha motivato l’allontanamento di Bernardini adducendolo a “efficientamento” dell’amministrazione. Si dichiara incredulo sulla vicenda e, dato il trasferimento di altri venti dipendenti, parla di “accanimento”. Si rifà poi al sostegno dei sindacati come prova della mancata ingiustizia.
Tuttavia non sè chiaro come Bernardini possa essere utile all’urbanistica, campo nel quale non ha conoscenze. Il suo curriuculum vanta infatti specializzazioni esclusivamente nel campo bibliotecario, con tanto di frequenza al corso di biblioteconomia alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Caratteristiche che oltre all’elevato numero di visite hanno portato anche i finanziamenti del Mibact.
L’AIB, Associazione Italiana Biblioteche, si è schierata in difesa della Bernardini diffondendo un documento di denuncia per far emergere chiaramente quello che è una censura indiretta. Si sostiene infatti che si stia ripetendo un modus operandi noto in altre epoche: lasciar morire le biblioteche in maniera velata. Si parte togliendo autonomia poco alla volta, tagliando le risorse, compresi i bibliotecari. Perché togliere dal suo incarico un’efficiente lavoratrice? Una direttrice che è riuscita a tenere in auge una biblioteca nell’epoca degli ebook.
Il motivo è ben esplicito, la solerte bibliotecaria sa bene che ci sono cose che si possono catalogare, come i libri. Altre invece no, come le persone.