Il femmismo è una rivoluzione dalle radici antiche che affondano nella Londra vittoriana di fine Ottocento, ma che perdura nel tempo e che ancora oggi non può dirsi conclusa: solo nel 2017 le donne dell’Arabia Saudita hanno ottenuto il diritto di guidare. Nel corso degli anni il movimento ha escogitato e sviluppato varie espressioni di protesta: dalle marce al nudo integrale in piazza. Tra le tante manifestazioni, una soluzione meno drastica, ma parimenti incisiva è il rifiuto nei confronti della depilazione e la scelta conseguente di non rimuovere i peli.
L’origine della depilazione: una moda
La depilazione è una pratica fortemente consolidata nella mentalità delle donne ed è considerate agli occhi della società come l’unica opzione concessa ed ipotizzabile. In realtà la peluria è sempre stata una semplice caratteristica della natura umana, ma ha cominciato a cambiare il proprio impatto sull’opinione pubblica nel Novecento: negli anni Venti, infatti, sulla copertina della rivista statunitense Harper’s Bazaar è apparsa una modella la cui zona ascellare era priva di peli. È stato solo l’inizio di quello che si è poi prefigurato come un trend e che è oggi un aspetto quasi inscindibile dall’immagine della donna.
Il femminismo contro la depilazione
Il femminismo condanna la depilazione come imposizione della società maschilista e atto di violenza contro il corpo della donna. Il 2015 è l’anno del ritorno del pelo, ma il viaggio inizia ben prima: nel 1999 Julia Roberts sconvolge lo stuolo di paparazzi del red carpet alla prima di Notting Hill in uno sfavillante abito in paillette rosse e i visibili peli dell’ascella. Nel 2014 Madonna riapre il dialogo con la pubblicazione di una foto su Instagram intitolata “Long hair… don’t care!”. Non dimentichiamoci del celebre scatto che ha immortalato Sophia Loren negli anni Cinquanta: in tutto il suo fascino l’attrice italiana solleva il braccio e mostra senza esitare la naturale ascella al fotografo.
Diversi trend nel mondo
Il mondo accoglie con opinioni diverse la battaglia femminista: in alcuni paesi come il Brasile diventa un trend conosciuto come Golden Shower: le donne brasiliane non si depilano i peli delle braccia o delle gambe, optando invece per ossigenarli e schiarirli con vari prodotti di mercato. Camila Pierotti del brand brasiliano Sol de Janeiro spiega: “in Brasile le donne odiano la vista e la sensazione di ruvido e l’imbarazzante ricrescita dei peli sul corpo”. Un’altra moda recente è quella lanciata da Miley Cyrus che nel 2015 ha pubblicato una foto, mettendo in mostra i peli ascellari tinti di rosa con l’hashtag #armpits e sostenendo il progetto Free Your Pits di cui Roxie Hunt e Rain Sissel, sono fondatrici fondatrici.
“Our goal is to use this demonstration of personal choice and expression to help broaden and challenge the standard of ‘beauty’ in a society that already places way too many harmful standards on women.”
“Il nostro obiettivo è di usare questa dimostrazione di scelta personale e di espressione per ampliare e sfidare lo standard di “bellezza” in una società che ha già imposto troppe norme nocive alle donne.”
Questa battaglia femminista o trend non si impone sulle donne e non critica chi decide di continuare a depilarsi. L’obiettivo reale è di diffondere una nuova consapevolezza alle generazioni di oggi e di domani: la depilazione è un’opzione, non un obbligo. Allo stesso modo la depilazione non si prefigura come un esercizio riservato unicamente al sesso femminile: anche gli uomini possono depilarsi senza essere criticati. Il pelo non è né una prerogativa degli uomini, né simbolo di mascolinità: è natura.