La musica è un aspetto fondamentale della cultura rom, essa è innanzitutto un mezzo di trasmissione di valori e tradizioni, rendendo possibile conoscere il passato di questo gruppo etnico. Prendiamo ad esempio lo stesso inno rom, adottato ufficialmente dai delegati del primo Congresso Mondiale Rom, svoltosi a Londra nel 1971: Gelem, Gelem.
È stato composto, nella sua forma ufficiale, dopo la fine della seconda guerra mondiale dal musicista Jarko Jovanović, che scrisse il testo in lingua romanì adattandolo ad una melodia tradizionale. Nel brano sono presenti riferimenti al Porajmos, lo sterminio di Rom e Sinti perpetrato dai nazisti. Si stima che tale eccidio provocò la morte di 500.000 di essi. Questa persecuzione però non fu l’unica, la popolazione zingara fu vista con diffidenza sin dal medioevo, quando non venivano accolti nemmeno nelle parrocchie perchè accusati di stregoneria. Nel XVII secolo, in seguito alla Guerra dei Trent’anni, i paesi dilaniati dal conflitto, e soprattutto la Germania, furono travolti da un’ondata di brigantaggio che vide come protagonisti numerosi gruppi di zingari spinti dalla fame. Così i principi tedeschi emanarono una serie di leggi contro di loro. Con l’Illuminismo la situazione migliorò sensibilmente e molte di queste leggi furono attenuate. Durante la Repubblica di Weimar gli zingari iniziarono a essere controllati da speciali corpi di polizia e tutti gli zingari presenti sul territorio tedesco vennero schedati. In Italia l’espulsione venne trattata già prima dello scoppio della guerra con una circolare del 1926, dove si ordinava di respingere qualsiasi carovana priva di documenti e di segnalare quelle che non rispettavano i limiti di tempo e di itinerario fissati dalle autorità. In tutta Europa lo zingaro è stato visto comunemente sempre solo come un criminale, senza considerare l’esistenza di gruppi culturali con una loro storia, lingua e struttura sociale, come ad esempio i rom e i sinti.
Ovviamente questo evolversi delle vicende storico-sociali si riflette nella musica di questo popolo disperso e oppresso. Troviamo spesso, nelle melodie, il sentimento della malinconia, in quanto la musica è diventata un mezzo di liberazione dalle repressioni che la società circostante inospitale provoca ed ha provocato a questi gruppi etnici. Tra le canzoni popolari rom più famose ricordiamo ad esempio Ederlezi.
La musica gitana (di rom, sinti e altri gruppi etnici), inoltre, è stata anche una grande fonte di ispirazione per diversi artisti: in passato, con il romanticismo, molte melodie sono state sfruttate da compositori, spesso senza che ne venisse riconosciuto il merito. Tale musica ha influito anche sulla nascita di veri e propri generi come il jazz manouche e il flamenco.
Al giorno d’oggi sono diversi gli artisti che prendono ispirazione dalle melodie zingare, per esempio il cantautore romano Mannarino.
La conoscenza è l’arma migliore per sconfiggere i pregiudizi, quindi per evitare che la storia si ripeta è necessario approfondire realtà lontane da noi, citando una poesia dell’insegnante e compositore rom Santino Spinelli:
“Liberate le catene
che imprigionano la verità,
aprite gli occhi d’umana solidarietà”