Radio Italia Live: del rap sempre più pop (e di altri generi)

Milano torna ad ospitare la serata celebrativa di Radio Italia sotto un sole cocente e una Piazza Duomo come al solito gremita. Luca e Paolo confermati presentatori e ancora una volta promossi: un giusto mix tra professionalità e leggerezza. Ben venti gli artisti che si sono alternati sul palco, ve ne descriviamo alcuni.

Tedua: non è mai facile aprire un evento simile, specie se fino a due anni prima non eri nessuno e la maggior parte dei presenti non sa tuttora niente di te. L’esponente di maggior spicco della Drill Liguria propone sia il suo lato più crudo con La legge del più forte, sia quello latin lover con Vertigini e se la cava egregiamente: swag, passione, metrica e pulizia tecnica. Promosso, anche se non a pieni voti: la voce in base durante il ritornello è un artificio inefficace che non rende giustizia alla performance, nel complesso buonissima. Guardare per credere :  https://www.facebook.com/radioitalia/videos/1724575120929235/

Nitro: socio di Salmo nella Machete Crew, impeccabile, ma di certo la sua musica non si rivolge, ad oggi, a platee così ampie. Infatti la piazza non reagisce al suo rap, proveniente dal freestyle e per questo poco digeribile a primo impatto. Già un’ottima notizia comunque aver riservato spazio al vicentino classe 1993, che col suo Suicidol (2015) ha raggiunto il disco d’oro “con un disco d’odio”.

Achille Lauro: sul palco con Boss Doms, Gemitaiz e Quentin 40, Lauro – con una grande attenzione riservata al vestiario – e la sua Thoiry Remix sono energia allo stato puro. Non del tutto circoscrivibile nella scena rap attuale, si attende con ansia l’uscita di Pour L’amour, quarto album ufficiale, che avverrà venerdì prossimo.

Capo Plaza: appena ventenne, tutto questo per lui fino a un anno fa era un sogno e non manca di ricordarlo una volta salito sul palco. I numeri parlano per lui, tuttavia live, in termini di presenza scenica e precisione, ancora non convince: il suo fare trap è acerbo e istintivo.

Ghali: presentato tra i “rappers”, o “trappers”, che dir si voglia, ma con Ninna Nanna e Cara Italia dimostra chiaramente di essere, in termini di popolarità, un gradino sopra, se non due, a coloro che lo hanno preceduto: la piazza infatti finalmente si desta. L’italotunisino si erge statuario ed elegantissimo davanti ai fan in delirio; ma anche lui continua ad avere le basi cantate mentre si esibisce, con l’aggravante di essere in giro da un anno in più dei colleghi. “Fare musica per ragazzini” diventa un vanto o una scusa per accontentarsi?

Le Vibrazioni: riunitisi l’anno scorso, proprio a RIL di Palermo, continuano ad avere uno stile ben identificabile anche nei nuovi pezzi. In Amore zen Francesco Sarcina ancora deve riscaldarsi e stecca clamorosamente, mentre è un piacere vedere per l’occasione l’ex Club Dogo Jake La Furia tornare a rappare senza un qualche facile suono latin-pop in sottofondo. Segue il cavallo di battaglia Vieni da me: per la prima volta nella serata tutti i presenti cantano all’unisono. Così sbagliato, con cui si son presentati a Sanremo 2018, conclude un trittico che, in generale, non giustifica l’entusiasmante “I Love you” (alla Pierò Pelù per intenderci) con cui si congedano.

Caparezza: rapper tra i big, prigioniero liberato. Fa commuovere con Una Chiave, fa ballare con Ti fa stare bene. Fa entrambe le cose con Vieni a ballare in Puglia. Prevedibilissima conferma della sua grandezza.

Thegiornalisti: Tommaso Paradiso ha stile, sex appeal e capacità autoriali straordinarie. Se si esclude Riccione, ammiccamento al pop eccessivo e poco giustificabile, fa divertire e coinvolge in maniera non scontata. Love è in uscita a breve, di certo ne sentiremo parlare.

J-Ax e Fedez: sul palco dopo i 79500 di San Siro e dopo le presunte voci di un litigio, i due, ormai al termine della loro biennale collaborazione, tanto ricca economicamente quanto povera artisticamente, non fanno nulla per spegnere la fiaccola del gossip. Gli sguardi non si incrociano e ognuno, tornato a ragionare da solista, sembra rivolgersi al proprio pubblico. Se la sensazione fosse corretta, bentornato Ale!

Mika: sublime con Grace Kelly, in linea di massima superiore a ciò che è accaduto e accadrà. Illumina Piazza Duomo e dà l’ impressione di essere fuori contesto rispetto al livello medio della serata. Il libanese prende in mano la bacchetta del direttore d’orchestra e ruba la scena con un omaggio a Toto Cutugno. Fedez accanto a lui è un traliccio di fianco alla Tour Eiffel, non solo per questioni di altezza. 

Fabri FibraPer la prima volta in Italia l’artista più passato dalle radio quest’anno è stato un rapper (Amen). Non stupisce quindi che i tre singoli proposti siano cantati e ballati da tutti (interviene anche Tommaso Paradiso in Pamplona). Occhio però a credere che si tratti di semplici pezzi pop: col più grande dei fratelli Tarducci bisogna stare sempre attenti.. ai testi!

Elisa: il livello è quello di Mika, ma proviene da Monfalcone. Delizia il pubblico con capolavori di Zucchero (Luce), Ligabue (A modo tuo), ma, da grande cantautrice quale è, propone anche Una poesia anche per te, dedicata a suo nonno, che le valse il premio Lunezia 2005. Uno degli applausi più sinceri e frastornanti della serata.

Gianni Morandi: probabilmente l’interprete più amato d’Italia, a 74 anni suonati ama ancora quello che fa e rischia cantando, rispetto a una carriera che ha attraversato sei decadi, intona due brani del suo ultimo album di inediti, sui tre a disposizione. Voce ancora vigorosa, squillante, giovane. “Eterno ragazzo” per davvero.

Radio Italia Live è un evento per cui essere grati al comune di Milano e alla radio di Cologno Monzese. Gratuito, ben organizzato e ormai al sesto anniversario, consente ai curiosi e agli addetti ai lavori di farsi un’idea sul livello generale della musica nazionapopolare italiana in poche ore. Tirando le somme, nel 2018 è possibile fare del pop di qualità, che trasmetta valori e non segua le regole del mercato. Poi, è vero, esistono anche i talent, ma in questa edizione è sembrato che il pubblico abbia colto l’enorme divario che per natura esiste tra i due mondi, concedendo i più grandi apprezzamenti al primo.


 

 

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