Il famoso anime CardCaptor Sakura, dato ormai per concluso e risolto nel 2000, torna a distanza di diciotto anni con nuove puntate nella serie CardCaptor Sakura: Clear Card, in onda dal 7 gennaio. Alla reazione euforica della generazione cresciuta con le avventure della dinamica Sakura si somma anche l’entusiasmo del nuovo pubblico. Le ragioni di tanta popolarità possono essere spiegate in termini di plot, personaggi e, non meno importante, di bellezza estetica: i costumi della protagonista sono, oltre che uno dei fulcri di massima attenzione della serie, anche fonte di ispirazione per la moda giapponese.
Una delle serie animate più amate di sempre
CardCaptor Sakura di Clamp inizia la sua avventura in forma di manga nel 1996 per concludersi nel 2000 con un totale di 12 volumi. Il successo della versione cartacea permette al manga di diventare oggetto di un adattamento in forma animata ad opera dello studio Madhouse, che elabora, approfondisce e sviluppa ulteriormente la trama con un risultato di ben 70 episodi, trasmessi tra il 1998 e il 2000.
La protagonista Sakura, una bambina delle elementari, sembra fare breccia nel cuore del pubblico con l’innocenza e la purezza unica dell’infanzia e una simpatica imbranataggine, che viene a perdersi nelle azioni più dinamiche e intraprendenti della piccola eroina. La trama è molto semplice: Sakura accidentalmente libera un mazzo di carte magiche chiamate Clow Cards, ciascuna della quali ha un potere unico e una sembianza diversa, quando attivata. Affiancata dal guardiano delle carte, Cerberus, e la sua migliore amica Tomoyo, Sakura si impegna a catturare le carte per rimediare al suo errore. Al carisma del personaggio principale e al plot originale, ma semplice, fa cornice un senso estetico che padroneggia in tutti gli episodi: a partire dalla sola cittadina di Tomoeda che funge da sfondo, su cui cadono costantemente rosei petali di ciliegio, ai costumi che la migliore amica Tomoyo confeziona per Sakura. Dobbiamo infatti a Tomoyo, erede di una multinazionale di giochi per bambini, la ricchezza di costumi che indossa Sakura, uno diverso per episodio. Non si tratta mai di scelte casuali, ma di una falsa coincidenza: ogni costume si adatta alla carta che Sakura che deve catturare.
I costumi a tema di Sakura: una coincidenza?
Tra i migliori esempi proponiamo il Blue Jester Costume, indossato nell’episodio 3 quando Sakura si imbatte nella carta The Watery. Come suggerisce il nome del modello, il costume ricorda l’abito di un giullare: sopra un body color blu oceano, il corpo principale del vestito ha maniche larghe e si apre in corrispondenza della vita in una serie di lunghi triangoli di stoffa che terminano con delle palline gialle, richiamo dei sonagli dei giullari. La chiave giullaresca è ancora più evidente nella scelta degli accessori: dalle babbucce appuntite da elfo al cappello da giullare con due punte. Il costume è ovviamente waterproof e adatto per compiere agili movimenti, perché The Watery è una carta feroce.
Un’altra falsa coincidenza è sicuramente il Alice Costume, che vuole ricordare l’abito azzurro di Alice nel paese delle meraviglie: è un vestito color blu cielo dalle maniche lunghe che terminano in polsini color crema, ripreso anche dal collare e dalle calze. La gonna include un tulle bianco, sotto cui Sakura porta dei calzoncini intimi in stile vittoriano. L’elemento principale è il grembiule bianco allacciato con un grosso fiocco bianco sulla schiena. L’Alice Costume è stato appositamente scelto per la puntata in cui Sakura viene improvvisamente rimpicciolita dalla carta The Little.
Della nuova serie citiamo sicuramente il Frog Raincoat, un impermeabile verde in vinile. Il cappuccio e il design generale del costume vogliono ricordare le sembianze di una rana, animale perfetto per un tempo umido come quello causato dalla Clear Card Aqua.
La collaborazione SukiyakixClamp per i più grandi
Amata dai bambini, ma anche dagli adulti che con Sakura sono cresciuti, la serie ha plasmato la linea di vestiti promossa dalla collaborazione tra Sukiyaki e Clamp. I quattro modelli realizzati, tra cui anche l’uniforme scolastica, sono riadattamenti dei costumi del manga, di conseguenza non sono necessariamente considerati Cosplay, anzi si propongono per essere indossati nella quotidianità.