Siamo davvero delle brutte persone?

Giochiamo al gioco dell’ultimatum. Vi viene data una somma di denaro, diciamo 100 euro. C’è però una condizione (c’è sempre, che credevate?), e la condizione è che offriate una parte della somma a uno sconosciuto. A questo punto lo sconosciuto, che nel frattempo è stato messo a conoscenza dell’intera dinamica, può decidere se accettare o meno la vostra offerta. Se accetta, vi spartite il gruzzoletto nella maniera che avete proposto, e tutti felici e contenti. Se invece rifiuta, restate entrambi con un pugno di mosche. Tutto sta a lui. Voi (il proponente) potete fare una sola proposta allo sconosciuto (la controparte), dopodiché il gioco sarà bello che finito – da qui “ultimatum”.

Bene, qual è la vostra offerta?

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Rappresentazione grafica di alcuni possibili esiti del gioco dell’ultimatum

Secondo la teoria dell’homo oeconomicus, sulla quale si basa il pensiero economico classico e neoclassico, dovreste tendere alla massimizzazione del vostro utile. Pertanto ci si aspetta che la controparte, pur di guadagnare qualcosa, sia disposta ad accettare qualsiasi somma maggiore di zero (sempre meglio che niente). E, di conseguenza, che voi tendiate a giocare al ribasso (meno offrite, più vi intascate). Questo equivale a dire che in fondo non siete granché altruisti con i vostri simili.

Cerchiamo però di capire perché è così importante discutere la teoria dell’homo oeconomicus. La ragione principale è questa: vedere se siamo o meno altruisti significa confermare oppure potenzialmente confutare molte influenti teorie sulla natura umana, teorie che hanno conseguenze sul piano politico, economico e sociale.

La teoria politica di Hobbes, per esempio, dice che lo stato deve controllarci per evitare che il nostro naturale egoismo ci danneggi. Perciò è bene che lo stato, almeno in alcuni casi, sia piuttosto invadente e duro con i cittadini, perché i cittadini appunto non sono in grado di mantenere atteggiamenti altruistici gli uni con gli altri. E questa è una teoria politica che gode ancora oggi di largo seguito.

In economia invece una posizione del genere può portarci a pensare che ci sia sempre bisogno di avversari, ossia qualcuno da combattere dal punto di vista economico per ottimizzare l’utile, che è sempre esclusivamente soggettivo. Un modello competitivo come quello capitalistico potrebbe concorrere perfettamente a questo scopo. Per essere un gioco pare piuttosto serio, questo ultimatum.

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Bene, i risultati sperimentali ci dicono che nella grande maggioranza dei casi voi offrite allo sconosciuto una somma che oscilla fra il 40 e il 50% della somma totale. Ma soprattutto che lo sconosciuto tende a rifiutare offerte inferiori al 20%. Di conseguenza non è vero che siete fatti come la teoria dell’homo oeconomicus vi vuole, non vi comportate solo ed esclusivamente in modo egoistico. Con tutte le conseguenze politiche, economiche e sociali del caso.

Prima e più importante conseguenza. Se siete rimasti sorpresi da questi risultati, delle due l’una: o siete delle brutte persone, o degli economisti (che poi è la stessa cosa).

 


FONTI

M. De Caro e M. Marraffa, Mente e morale. Una piccola introduzione, Luiss University Press, Roma 2016

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