La Bella Addormentata, il balletto impossibile all’Opera di Roma

La Bella Addormentata è il secondo balletto, in ordine temporale, della trilogia musicata da Pëtr Il’ič Čajkovskij. Reduce dal successo de Il Lago dei Cigni, il direttore dei teatri imperiali decise di affidargli anche questo nuovo progetto. Le coreografie furono invece create dall’ormai noto Marius Petipa, e lo spettacolo vide la luce nel 1890 presso il teatro Mariinskij di San Pietroburgo.

Il teatro dell’Opera di Roma porterà sul palcoscenico il balletto dal 15 al 23 settembre, con gli étoile Marianela Nuñez Carlo Di Lanno, nelle serate del 15 e 16 settembre. La coreografia sarà affidata a Jean-Guillaume Bart e la direzione dell’orchestra a Nicolas Brochot. Marianela, argentina d’origine, si è formata ed è tuttora principal dancer al Royal Ballet di Londra. La Bella Addormentata è uno dei suoi cavalli di battaglia; infatti, oltre ad aver interpretato diverse volte il ruolo di Aurora, è stata anche protagonista del film Sleeping Beauty, voluto dal Royal Ballet per Nexo Digital.

Perché mai si parla di balletto impossibile? Innanzitutto per la sua lunghezza: ha una durata complessiva di 3 ore e 20 minuti. Lo spettacolo, oltre a prevedere tre atti, è aperto da un prologo, che si configura come un flashback della vicenda narrata, durante cui, alla corte del re, si festeggia il battesimo di Aurora. Tutto il regno è presente, tranne la fata Carabosse. Il mancato invito ne scatena l’ira tanto da lanciare una maledizione sulla neonata: al compimento del sedicesimo compleanno si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morirà. La fata dei Lillà però riesce a trasformare la morte in un lungo sonno, che solo il bacio di un principe potrà rompere.

Già durante il prologo, un occhio attento nota la difficoltà delle coreografie. Nella versione di Nureyev, infatti, le danzatrici sono messe a dura prova attraverso una sequenza di passi davvero proibitiva. Si tratta, infatti, di un’allternanza continua di arabesque e développé mantenendo la posizione en pointe per un tempo decisamente prolungato. Nel pas des deux tra Aurora e il principe, inoltre, la difficoltà tecnica delle prese scelte supera di gran lunga gli altri due balletti della triade (Il lago dei cigni e Lo schiaccianoci). In generale, anche la critica si è sempre espressa in questo senso, sottolineando come tutti i coreografi che l’hanno messo in scena abbiano mantenuto quel grado di difficoltà tecnica che ha contraddistinto questo balletto fin dalle sue origini.

Nella versione di Jean-Guillaume Bart per l’Opera di Roma, si è cercato di dare unità coreografica attraverso l’ascolto, nella sua interezza, della partitura musicale. A differenza di molte altre versioni, Bart ha dato maggior spazio al corpo di ballo, creando ad hoc coreografie di gruppo dal forte impatto visivo. Inoltre, una notevole attenzione è stata data al principe Désiré nei suoi interventi, conferendogli un ruolo da protagonista.

Il personaggio è interpretato da Carlo di Lanno, di formazione scaligera e ora principal dancer al San Francisco Ballet. Giovanissimo, a 24 anni ha già danzato con ballerine del calibro di Polina Semionova e Svetlana Zacharova. Inoltre invitato da Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma, affiancherà l’étoile argentina Marianela Nunez. Il ruolo di danseur noble gli calza magnificamente proprio perché possiede l’eleganza e la raffinatezza propri dei principi romantici.

Il teatro che ospiterà lo spettacolo è il Costanzi di Roma, in cui l’Opera risiede stabilmente durante la stagione invernale. Impazienti di ammirare i meravigliosi costumi che caratterizzano il balletto, ricordiamo che i biglietti per tutte le serate sono ancora disponibili sul sito dell’Opera di Roma.


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