Leonardo DiCaprio, nel 1997, sembrava ancora un bambino, con quella pelle liscia, gli occhi azzurri pieni di speranza e un’allegria coinvolgente come non mai.
Il film che lo vedeva protagonista assoluto, “Titanic“, di fatto è molto semplice. Lo è la sua trama quasi brutale: salgono sulla nave, si conoscono, si innamorano, la nave va a sbattere contro l’iceberg, la nave si spezza, la nave affonda, tanta gente muore, altri si salvano, fine.
Resta pur sempre una pellicola americana, quindi ci sono parti romanzate e rielaborate rispetto la storia reale, per rendere il tutto più piacevole al pubblico. James Cameron riesce perfettamente nell’impresa: tutto il mondo conosce questo film, la storia di Rose e Jack.
Partiamo da un presupposto: il Titanic non è l’unica nave che affonda in quel periodo. Si pensi al caso della Lusitania, una nave inglese affondata nel 1915, (forse) per mano tedesca sul finire della Grande Guerra: non vi sono ad oggi pellicole che ne parlino, nemmeno romanzate.
Cinematograficamente parlando è importante ricordare McCay, un regista che nel 1918 porta nelle sale “The Sinking of the Lusitania”, un docudrama di 12 minuti (il primo della storia), sul quale aveva lavorato per due anni. Ma non è indimenticabile come Leonardo DiCaprio che aspetta Kate, sulle scale davanti all’orologio, vestito di tutto punto.
Jack e Rose hanno dichiarato al mondo, urlando a gran voce, che il colpo di fulmine esiste e si manifesta sottoforma di balli in terza classe, corse sul pontile e baci appassionati nella macchina di qualche magnate dell’oro, che sta tentando la fortuna in America.
Il Titanic e la sua disfatta (letterale) hanno creato talmente tanto sclapore nell’opinione pubblica che se ne parla persino in serie tv come Downton Abbey: perchè farla inizare proprio da lì? Da quel fatidico giorno di Aprile? Tutt’oggi è in corso una discussione sul perchè Rose non si sia spostata un pò più in là sulla famosa porta per fare spazio a Jack. James Cameron, molti anni dopo l’uscita del film svela un retroscena inaspettato: sapeva benissimo che Rose poteva spostarsi ma ha preferito sacrificare la vita di Jack per rendere il film ancora più struggente e malinconico come lo era stato l’affondare della nave.
Leonardo DiCaprio ha posto uno standard recitando in Titanic, uno standard di bellezza superiore; viene definito l’Al Pacino dei Millennials.
Certo, non si tratta dell’unico film uscito in quel periodo dove ci sono uomini (o donne, si legga Erin Brockovich) tormentati e romantici allo stesso tempo che fanno battere a mille il cuore delle ragazze. Lo sguardo di Matt Damon, in Will Hunting, quando vede per la prima volta Skylar non è facile da dimenticare. Oppure Alan Rickman (Colonel Brandon) quando dichiara al mondo intero di amare Marianne (Kate Winslet, la stessa Kate del Titanic) alla follia.
Eppure il punto di partenza resta Leonardo DiCaprio in Titanic. Non è un caso se al 2015 l’incasso del film fosse di più di due miliardi di dollari, e la pellicola vantasse 11 Oscar e altre 111 statuette varie. Si pensi poi che il 1997, non è stato di certo povero di film divenuti presto dei cult; escono, infatti, pellicole come “La vita è bella“, il suddetto “Will Hunting“, “L.A. Confidential“, “Ovosodo“ e molti altri.
Tornando all’Al Pacino nominato qualche riga sopra, non è da trascurare per quanto riguarda bellezza e capacità d’esprimere l’amore vero in un film, soprattutto dal punto di vista dei Boomers. Il Film in questione è uscito cinque anni prima, nel 1992 ed è “Profumo di Donna”. Nonostante nel film impersoni un uomo cieco e talvolta maleducato, riesce a far girare la testa alle donne del mondo intero. Stesso discorso vale per Ferris Buller, protagonista di “Una Pazza Giornata di Vacanza“ (ora su Netflix!), altro modello di bellezza e carattere cui si ispirarono tanti giovani del periodo, per conquistare il cuore dolce delle ragazze, (nonostante il film sia uscito nel 1986).
Ultimamente al cinema stanno tornando versioni restaurate di vecchi film come “Io e Annie” di Woody Allen, “Ultimo Tango a Parigi”, “Shining” e tanti altri. Le sale si riempiono di giovani e meno giovani. Forse l’amore che diventa social non piace più, è passato di moda. Le nuove generazioni preferiscono le storie d’amore così realistiche e vicine al mondo reale raccontate tra gli Anni Ottanta e Novanta dal mondo del grande schermo.