Quante volte di un libro si dice che è talmente bello e tanto piace da non volerlo finire. Un’affermazione diventata quasi un modo di dire per il più alto dei gradimenti. Tanto si ama un libro, tanto ci piacciono i suoi personaggi, da non volerlo lasciare, come fossero persone care con le quali stiamo bene. Un sentimento più che mai vero nel caso di Zia Mame. Mame è una zia anticonformista e stramba; all’apparenza frivola e superficiale, si rivela sempre più profonda nel corso delle vicende. Patrick Dennis è riuscito a creare un personaggio fuori dal comune, raccontando in maniera originale di come cambiarono USA e mondo dagli anni venti.
Il libro è infatti un attento e dettagliato viaggio nel tempo, dal dopoguerra fino agli cinquanta: le vicende di Mame sono legate alle vicende storiche e ai cambiamenti sociali. Tutto è raccontato d’impeto e velocemente, proprio come vive Mame, e i dialoghi sono flussi impetuosi e realistici. Il romanzo è così pervaso di umorismo, satira, ma anche denunce sociali, tanto da rendere impossibile identificarlo in un genere unico. Si va dalla risata al dramma, fino a vicende che ricordano Dickens.
I capitoli raccontano vicende a sé, ciononostante quando se ne termina uno si vuole subito passare alla lettura del successivo, per sapere quale altra avventura attenda Mame. Perché il libro proprio come la protagonista è un uragano che trascina tra luccichi e risate. Una donna sempre in fermento, mai uguale a sé stessa. Un giorno è una spagnola, un altro una giapponesina, poi donna del sud, aristocratica nordamericana, a seconda di cosa la appassioni e delle circostanze. Nei suoi cambiamenti porta tutto con sé, dall’arredamento alla servitù. Perché Mame non vive a metà, mette tutta sé stessa in tutto quello che fa, non si tira mai indietro, neanche davanti alle avversità più dure. Non mancano dei piccoli drammi, ma in un battibaleno torna la solita grinta.
Non si tira indietro nemmeno quando il nipote Patrick “piomba” nella sua vita. Il bambino le vine infatti affidato dopo la morte improvvisa del fratello. Quest’ultimo mai avrebbe voluto affidare il figlio alla sorella, anzi allo stesso la descrisse come “la peggiore delle disgrazie possibili”. La sorella è troppo stravagante, diversa da lui, serio e impettito, a tal punto da non aver mai chiacchierato con il figlio. Mame invece stabilirà la regola della “chiacchierata mattutina”.
È un piccolo punto di rottura, una sorpresa, che un personaggio come Mame abbia un’idea del genere. Lascia intravedere la sua sensibilità, la vera persona oltre lo sfavillio: Mame non è solo la teatralità con cui si è presentata ben prima di comparire. Mame si rivelerà un perfetto equilibrio tra eccentricità e fermi valori, non mancherà di battersi per i diritti altrui, per difendere il principio di uguaglianza, incurante di perdere il favore anche di persone importanti.
Si è trascinati dall’uragano Mame grazie anche alla scelta dell’autore di usare il flashback. Il pretesto è un articolo di selezione su una persona ritenuta la più incredibile: il protagonista commentando che l’autore non ha mai conosciuto sua zia, inizia a ripercorrere la vita con Mame. Così inizia a raccontare di questa incredibile zia, di come abbia affrontato le avversità e la vita, inventando espedienti e reinventandosi ogni volta. Dato che il nome del protagonista e dell’autore coincidono è inevitabile pensare che le vicende narrate siano vere. L’autore asserisce di averle romanzate un po’; tuttavia si è poi scoperto che Patrick Dennis è uno pseudonimo.
Uno dei tanti usati da Edward Tanner III; nella versione di Adelphi del 2009, è stata aggiunta una spiegazione su chi sia. Non si tratta di una biografia canonica: pur non avendo lo stile romanzesco narra di chi sia Tanner senza seguire un filo cronologico, spiega chi era e cosa fece, le corrispondenze tra la realtà e il romanzo, ovviamente tra zia Mame e zia Marion, e gli altri personaggi.
Oltre al mistero che vi era, è in parte vi è, intorno all’autore, così come intorno a zia Mame, il libro ha un altro parallelismo con la realtà. Non solo fu scritto di getto, così come impetuosamente vennero vissute le avventure che lo ispirarono; ebbe anche una travagliata avventura verso la pubblicazione: fu infatti rifiutato da diciannove case editrici.
Zia Mame è insomma in tutto e per tutto un libro unico, un romanzo “picaresco”, di formazione, di avventure, una favola moderna. In cui tra l’altro la fanno da padrone umorismo e dramma, ben equilibrati. Così come nella protagonista, un’apparente superficiale dedita solo al divertimento, lontana dall’idea di tutrice adatta ad educare un orfanello. Si rivelerà invece non solo adatta ma anche un ottimo esempio di educatrice, anche se certo a volte non ortodossa. Forse troppo avanti per i suoi tempi, come le sue idee. Proprio per questo la più adatta ad insegnare al nipote, e con lui al lettore, che bisogna sempre avere il coraggio di osare, anche quando si tratta di difendere diritti altrui.
Mame però la si ama già da prima, da subito. Il lettore ne è sempre più affascinato, spesso si ride, a volte si è solidali con Patrick esasperato dalle maniere e dalle trovate della zia. Ma non si smette mai di amarla zia Mame. Perché come a un certo punto dirà uno dei personaggi “è il pifferaio magico”.
Patrick Dennis. Zia Mame. Adelphi Edizioni s.p.a. Milano. 2009