«Fino a quando per il sistema economico globale la remunerazione della ricchezza di pochi rimarrà un obiettivo predominante rispetto alla garanzia di un lavoro dignitoso per tutti, non sarà possibile arrestare la crescita di questa estrema e ingiusta disuguaglianza.»
Questa la bandiera portata da Oxfam – confederazione internazionale di organizzazioni non profit dedicate alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo – in occasione del Forum Economico Mondiale presso Davos, in Svizzera, del gennaio 2018. Approfittando dell’incontro tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale, Oxfam ha potuto denunciare ancora più apertamente un sistema economico che salvaguarda e arricchisce solo una ristretta élite, lasciando da sole centinaia di milioni di persone che lottano per la sopravvivenza; e chiedere alla politica impegni concreti contro la disuguaglianza.
Secondo i dati, l’82% dell’incremento della ricchezza globale registrato nel 2017 è andato nelle mani dell’1% della popolazione più ricca, mentre la metà più povera del mondo ha ricevuto un secco 0%. Per avvicinarci al nostro contesto, nel 2017 in Italia il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta. Inoltre, dal 2006 al 2016 il reddito nazionale lordo disponibile del 10% più povero degli italiani è diminuito del 23,1%.
Una situazione ancora più sconcertante se si aggiunge che il costante incremento dei profitti di azionisti e top-manager va di pari passo con un altrettanto costante peggioramento dei salari e delle condizioni dei lavoratori, ancora di più se donne.
Secondo Oxfam, alcune tra le principali cause di una tale disuguaglianza mondiale sono da imputare a una continua riduzione del costo del lavoro e alla conseguente erosione delle retribuzioni, alla scarsa attenzione nei confronti del rispetto dei diritti dei lavoratori, i quali vedono limitarsi drasticamente i propri poteri contrattuali nel mercato globale, o ancora ai processi di esternalizzazione lungo le filiere globali di produzione. Ma non solo: anche la continua e forzata massimizzazione degli utili d’impresa e la forte influenza esercitata da lobbies e portatori di interesse privati in grado di condizionare le politiche a proprio vantaggio contribuiscono all’accentuazione delle disuguaglianze.
Al netto delle problematiche esistenti, Oxfam ha proposto alcune soluzioni. Innanzitutto l’incentivazione di modelli imprenditoriali che distribuiscano equamente i salari, garantendo sempre un livello minimo. In secondo luogo, l’introduzione di un tetto agli stipendi dei top-manager e l’eliminazione del gap di genere. Fondamentali sono anche la protezione dei diritti dei lavoratori garantendo loro il diritto di associazione sindacale che agisca a vantaggio degli stessi e di conseguenza dell’azienda; una maggiore progressività fiscale e più rigidi contrasti all’elusione ed evasione fiscale delle grandi corporations; infine, un aumento della spesa pubblica nei settori della sanità, dell’istruzione e della sicurezza sociale in favore delle fasce più vulnerabili della popolazione.
I più deboli pagano sempre di più le spese di una disuguaglianza che ingiustamente produce persone di serie A, ricche e potenti, e persone di serie B, che lavorano a ritmi e orari inammissibili per assicurare che i nostri abiti vengano confezionati, i cellulari assemblati o il cibo coltivato, e che i profitti di corporations e investitori continuino ad aumentare. Economia e politica dovrebbero garantire il benessere di tutti i cittadini del mondo e un’equa distribuzione della ricchezza, purtroppo però troppo spesso gli interessi individuali sovrastano quelli collettivi. L’egoismo che caratterizza la nostra epoca non fa che accentuare ancora di più tali problematiche; è perciò necessario un cambio di rotta che inizi dalle fondamenta dei sistemi economici del mondo, ovvero da ogni singolo individuo. Una base che possa rafforzare e appoggiare politiche economiche volte alla lotta contro le disuguaglianze e a favore di una crescita e uno sviluppo che abbracci tutta la popolazione mondiale e non solo pochi eletti.