“Ehi dol! Bel dol! Suona un dong dillo! Suona un dong! Salta ancor! Salice bal billo! Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!”
Così si presenta uno dei personaggi più misteriosi dell’universo tolkeniano: Tom Bombadil, signore della Vecchia Foresta, che Frodo, Sam e gli altri hobbit incontrano nella prima parte de La Compagnia dell’anello.
Tom è un uomo robusto e energico, dalla folta barba castana, il cappello giallo a punta e un abito blu. È sempre di umore allegro, vaga per la Vecchia Foresta di cui dice di essere “Signore” (in inglese “Master”, dunque con l’accezione di “padrone”), cantando e vivendo mille peripezie, raccontate in un volumetto di poesie intitolato Le avventure di Tom Bombadil.
È sposato con Baccador, bellissima fanciulla dai capelli dorati che vive con lui nella foresta, unendosi al suo canto armonioso. Nella Compagnia dell’anello Tom salva Frodo e i suoi amici da una situazione di pericolo e li invita a casa sua. Quello che è veramente interessante e misterioso di questo personaggio, è che risulta essere l’unico del romanzo a non essere minimamente sfiorato dal potere dell’anello. Vi entra in contatto senza desiderio di tenerlo per sè, ed è in grado di vedere Frodo quando quest’ultimo lo infila al dito (diventando invisibile per tutti gli altri). Al Consiglio di Elrond di Gran Burrone si suggerisce l’idea di affidargli l’anello, affinché lo custodisca per sempre: ma Gandalf sostiene che Tom, in quanto disinteressato, ne dimenticherebbe l’esistenza, fino a perderlo.
Chi è questo personaggio, unico in tutta la Terra di Mezzo a non subire l’influenza del malvagio anello? Tolkien non ha mai voluto svelarne l’identità. In una lettera si è limitato a dichiarare che Tom rappresenta un’allegoria.
I critici e i fan della saga e si sono prodotti in numerose teorie, tra cui sono state avanzate ad esempio le ipotesi che Tom possa essere Iluvatar, creatore dell’universo, oppure uno dei Valar o dei Maiar, altre divinità della complessa cosmogonia tolkeniana; altre interpretazioni suggeriscono di identificare Tom con il lettore, o Tom come uno spirito della Natura.
Da ammiratrice della saga tolkeninana mi permetto di elaborare e suggerire una teoria, senza nessuna pretesa di originalità, sulla base dei dati riportati nel romanzo: innanzitutto, da quando appare, fino al congedo, Tom si esprime in versi o cantando; il forte richiamo alla poesia e alla musica suggerisce il contatto con i primordi, in quanto queste sono le prime forme di comunicazione dell’essere umano. Infatti la poesia ha sempre preceduto la prosa, proprio perché in essa vi sono caratteristiche ritmiche e musicali; la musica è una dei primi veicoli per la comunicazione e per tramandare le storie. In secondo luogo, Tom non è minimamente interessato all’ “unico anello”, ovvero l’”anello del potere”. Possiamo ipotizzare che l’irrefrenabile attrazione che esso suscita in ognuno sia dovuta al fatto che chi lo possiede, ottiene il potere; tutti lo desiderano: ma non Tom. Tom sembra circondato da un alone di purezza, di innocenza; teoria rafforzata dalla presenza nella sua casa (e il costante riferimento) di gigli gialli, che nella simbologia rappresentano proprio la purezza. Come se Tom fosse un uomo antico, il primo uomo, una sorta di “Adamo che non ha mai peccato”. La musica, la poesia , il significato dei gigli gialli, così come il suo disinteresse per l’anello, sembrerebbero avallare questa ipotesi: Tom è allegoria della purezza, dell’innocenza; dell’uomo non ancora corrotto dalla sete di potere.
Questo “Tom come primo uomo” trova d’altronde conferma nelle parole stesse del personaggio, alla domanda di Frodo:
“Messere, chi sei?”
“Il più anziano, ecco chi sono. Ricordate, amici, quel che vi dico: Tom era qui prima del fiume e degli alberi; Tom ricorda la prima goccia di pioggia e la prima ghianda. Egli tracció i sentieri prima della Gente Alta, e vide arrivare la Gente Piccola. Era qui prima dei Re e delle tombe e degli Spettri dei Tumuli. Quando gli Elfi emigrarono a ovest, Tom era già qui, prima che i mari si curvassero; conobbe l’oscurità sotto le stelle quand’era innocua e senza paura: prima che da Fuori giungesse l’Oscuro Signore”.
Nel momento in cui Sauron trionfasse, anche la Vecchia Foresta sarebbe invasa dalle tenebre, senza più speranza di salvezza, nemmeno da parte di Tom.
Il mistero che avvolge il personaggio rimane fitto; possiamo tuttavia affermare che Tolkien ha saputo creare una figura ricca di fascino, in grado di catturare l’interesse del lettore e di stregarlo; e chi sa che studi futuri non riescano a svelare la vera identità di Tom Bombadil.