Chimamanda Adichie è una scrittrice nigeriana che ha firmato, ad ora, una dozzina di opere letterarie, ed è anche un’attivista nel campo del femminismo. Alcuni dei suoi testi sono editi anche in Italia.
In quanto autrice, Chimamanda conosce benissimo il potere che hanno le storie, non solo in quanto veicoli di messaggi più o meno importanti e più o meno espliciti, ma anche e prima di ogni altra cosa sull’immaginario del lettore.
È proprio di questo che parla nel suo discorso di una ventina di minuti in occasione di una conferenza TED [1] risalente al 2009.
Chimamanda racconta di aver imparato a leggere molto presto, e di aver cominciato a scrivere poco più tardi. Le opere che leggeva erano soprattutto europee, e di conseguenza anche le sue storie ne avevano le caratteristiche: protagonisti bianchi, cibi e bevande tipici delle nostre latitudini, clima ben più rigido di quello nigeriano.
Era l’unico tipo di storie che lei conoscesse, per cui tutti i suoi personaggi si comportavano di conseguenza – almeno finché non entrò in contatto con la letteratura africana.
Questa fu la sua prima esperienza del pericolo di conoscere una ‘sola’ storia.
Anni dopo, Chimamanda si trasferì all’estero per studiare. Durante la conferenza rievoca le sue prime chiacchierate con la sua compagna di stanza al college, che si stupì dal suo inglese fluente… se non fosse che la lingua ufficiale della Nigeria è proprio l’inglese. La coinquilina di Chimamanda aveva dato per scontato che lei, essendo africana, versasse in una condizione di povertà e ignoranza estreme, e questo perché dell’Africa conosceva un’unica sfaccettatura.
Questi sono soltanto due esempi banali, ma cosa c’è di più banale di un preconcetto, qualunque esso sia? Le donne non sanno guidare bene, gli uomini sono tutti insensibili, i migranti sono tutti delinquenti. Sono frasi brevi che hanno la pretesa di racchiudere tutte le storie dei milioni di individui che ne sono soggetto. Sono frasi costruite su una sintassi semplicistica, e sul presupposto di raccontare una verità assoluta. Una verità unica.
Eppure c’è un’altra faccia della medaglia, sempre. Anzi, anche due facce sono troppo poche.
Chimamanda rievoca il momento in cui il suo universo letterario si espanse e lei trovò le idee e le parole per raccontare storie come la sua. La letteratura è uno strumento potente da tanti punti di vista, ma forse il suo pregio maggiore è proprio la capacità di aprire nuovi mondi per il lettore, di sorprendere, istruire, permettere un legame empatico anche con contesti e individui che non ci si aspetta; e anche riconciliare le persone con le proprie radici e con parti inconfessate, minimizzate o neglette di sé.
Attraverso i libri ci è concesso crescere tramite le esperienze – reali o fittizie – di altre persone, ed è un’occasione di cui dovremmo sempre fare tesoro per non cadere prede del pericolo di conoscere un’unica storia.
[1] TED – Ideas worth spreading è un’organizzazione no-profit che si occupa di gestire conferenze in diversi paesi al fine di condividere conoscenze e ‘idee che vale la pena di diffondere’.