Reading Tips è il nuovo format di consigli letterari de Lo Sbuffo. Propone recensioni, stroncature, nuove uscite e autori emergenti.
Parlarne tra amici è il romanzo d’esordio di Sally Rooney, irlandese, classe 1991. Se ne è fatto un gran parlare in questi ultimi mesi: il libro, edito in Italia da Einaudi, è stato presentato come il caso letterario dell’anno e Rooney è stata acclamata come la nuova Jane Austen. Parole forti, riconoscimenti importanti, che tuttavia ancora non riescono a rendere il valore immenso di un romanzo che si distingue come uno dei primi a raccontare la generazione dei Millennials, facendosi forte di un merito solo in parte letterario e soprattutto testimoniale.
Protagonista è Frances, studentessa ventunenne alle prese con la tragedia del diventare adulti al giorno d’oggi. Al suo fianco Bobbi, amica di sempre ed ex fidanzata. Sullo sfondo il panorama culturale di Dublino: l’università, i circoli letterari, le case editrici. Frances e Bobbi conoscono Melissa e Nick, scrittrice lei, attore lui, entrambi una decina d’anni in più delle ragazze; sposati. Ne nasce una strana amicizia, fatta di inviti a reading di poesia e spettacoli teatrali, feste nella lussuosa casa di Melissa e Nick e vacanze in Francia al loro seguito. Un continuo fare capolino l’uno nella vita dell’altro, fino all’invasione, alle gelosie e ai rancori.
Rooney dà spazio alla quotidianità e alle relazioni dei giovani adulti della sua generazione: l’amore vissuto liberamente senza definizioni, la cultura e le letture, le opinioni forti e le molte possibilità da una parte; le difficoltà economiche, l’incapacità di fidarsi degli altri, l’insicurezza, il continuo mettersi in discussione dall’altra. Una contraddizione che assume concretezza nel corpo della protagonista, amato mezzo di comunione con Bobbi e Nick, involucro traditore che si lascia prendere dalla malattia, o anche odiatissimo segno tangibile di una personalità insipida, strumento che espone i pensieri e le emozioni e sfogo delle frustrazioni e dei nervosismi con un catartico autolesionismo.
Parlarne tra amici è il libro che la Generazione Y stava aspettando, un libro in cui può finalmente essere protagonista. E se i giornali e i blog parlano di romanzo rosa, di storie d’amore, di un nuovo racconto sulle controversie dell’amicizia al femminile, trattano l’opera d’esordio di Rooney in modo riduttivo. Parlarne tra amici è un romanzo sulla fragilità, anzi, sulle fragilità di giovani donne che cercano se stesse non aiutate da genitori e insegnati, da mentori, soprattutto dalle circostanze, perché il mondo dei Millennials è quello delle molte strade e di nessuna indicazione sulla direzione da prendere. È un romanzo sul desiderio di realizzazione personale, sul bisogno di essere riconosciuti e percepiti come unici, speciali, necessari, anche a costo di assumere comportamenti un poco al di fuori delle righe. Un romanzo sull’identità e sulla lotta di ogni giovane per ritagliarsi il proprio posto in questo mondo, oggi più difficoltosa che mai.
Sally Rooney è finalmente una voce testimoniale che si alza a rappresentare la Generazione Y, e ancor più, a rappresentare le giovani donne; lo fa raccontando con schiettezza le contraddizioni del giovane animo femminile, il bisogno di emozione, di comprensione e intimità pur senza cadere nel cliché della donna materna e premurosa, tuttalpiù negandolo per affermare la forza consapevole del futuro al femminile. Un libro che parla ai Millennials e finalmente li definisce anche in letteratura: la Generazione Y esiste, scrive, viaggia, lotta per affermarsi, studia, lavora sottopagata e si allontana dalle etichette, sempre più consapevole del valore dello sfumato. Sfumato come il finale del libro di Rooney: amaramente ottimista, felice pur nella consapevolezza della sofferenza che inevitabilmente ne scaturirà.