“[…] Prima bella notizia per te: non ho intenzione di abusare di te, né con le buone né con le cattive, ok? […] Seconda bella notizia: non ho intenzione di picchiarti, né di torturarti o cose simili, va bene?” […] “Allora, cosa vuoi da me?” “Ecco, qui arrivano le brutte notizie, mia cara. Io ho bisogno del tuo sangue, di tutto il tuo sangue!” L’uomo allargò la bocca a dismisura e quattro canini aggiuntivi rispetto alla normale dentatura umana uscirono in bella mostra. […] L’urlo di Tania fu soffocato dal morso con cui il vampiro le lacerò la giugulare. […]”
Questa è una delle prime pagine de “Il mastino di Darwin” di Alessandro Chiometti, edito da Dalia Edizioni nel luglio 2016. Ancora una volta dopo “Konka-Prove di fuga e di resistenza“, lo scrittore ternano ci racconta una storia umbra, questa volta ambientata principalmente a Perugia. In questa sua seconda opera dal carattere più romanzesco, troviamo come protagonista niente po’ po’ di meno che un vampiro, Yuri. La cosa geniale è che Yuri non è un cattivissimo succhiasangue maledetto da chissà chi: Yuri è semplicemente un’evoluzione dell’uomo, una mutazione genetica avvenuta casualmente. Come lui ce ne sono pochissimi altri nel mondo. L’unico obiettivo del protagonista da quando si è evoluto, suo malgrado, è trovare una compagna con determinate caratteristiche che gli garantiscano degli eredi e la sopravvivenza della sua specie. Finora, tuttavia, Yuri è stato abbastanza sfortunato sotto questo punto di vista: le donne vampiro per quanto ne sappia lui non esistono, e le gravidanze delle sue compagne umane si sono sempre risolte in aborti spontanei. Tutto questo potrebbe cambiare con l’aiuto di Federica, una ragazza di Perugia il cui giro di amici è formato dalle persone più variegate, tra le quali il polemico Pietro che potrebbe insospettabilmente mettergli i bastoni tra le ruote. Yuri soccorre più volte questi suoi amici, salvandoli da truffe e buffonate religiose, essendo uno scettico e un ateo.
Ma il vampirismo non comporta solo vantaggi, come la forza sovrumana e la moltiplicazione delle cellule a un’altissima velocità, anzi, è proprio per quest’ultima motivazione genetica che Yuri deve stare bene attento a non prendere nemmeno un raffreddore, e le malattie veneree potrebbero essergli fatali. Per questo sceglie accuratamente le vittime di cui nutrirsi (è pur sempre un vampiro!): Yuri ha lasciato una scia di sangue lunghissima per tutta Italia nel corso degli anni, uccidendo quasi sempre prostitute di cui nessuno si preoccupa davvero. Da bravo serial killer, ha tuttavia coperto molto bene le sue tracce, tanto che l’unico che sospetta di lui viene considerato un pazzoide. Riuscirà l’ispettore Cantainferno ad acciuffarlo?
“[…] se sei stato uno stronzo in vita, il mio ricordo non è che cambia con la tua morte: sempre stronzo rimani.”
Come sempre, Chiometti colpisce con il suo black humour, il suo stile fresco e frizzante, per una storia leggera e divertente anche quando le scene si fanno più cupe o addirittura macabre. I dialoghi fluidi e i capitoli brevi fanno scorrere la narrazione così bene che il lettore non si accorge nemmeno di aver superato le cento pagine. In Yuri l’autore proietta molto di sé, soprattutto per quel che riguarda razionalismo e scetticismo. Inoltre, Yuri sembra essere, paradossalmente, l’unico personaggio che abbia anche caratteristiche positive. Gli umani, sono mostrati in tutte le loro sfaccettature peggiori e, se vogliamo, mostruose: l’ipocrisia, l’infantilismo, la gelosia, l’ingenuità (intesa in senso negativo) … il vampiro e l’ispettore (il cui nome è un omaggio a Van Helsing, mistero svelato dallo stesso Chiometti in una presentazione del mese scorso durante la quale ha affermato di aver pensato a questo nome come all’unione delle parole “hell“, inferno, e “sing“, canta) sono gli unici che davvero si contendono la preferenza dei lettori. Anche il titolo è un doppio rimando alla scienza e alla storia: Darwin aveva davvero un suo personale “mastino”, Thomas Henry Huxley che difendeva strenuamente le teorie dell’amico in pubblico. Inoltre, Chiometti si è rifatto alla teoria evolutiva darwiniana per creare il vampiro.
L’ambientazione si rivela vincente ancora una volta: tridimensionale, a tutto tondo, verosimile. Potrebbe benissimo esserci un vampiro in giro per Perugia! I luoghi di cui parla sono ben noti all’autore, e questa si rivela di nuovo una carta vincente. L’ironia è una cifra stilistica inconfondibile di Chiometti, e infatti nel romanzo se ne trova molta, soprattutto negli atteggiamenti di Yuri. Altro lato interessante da cui si possono trarre spunti è quello chimico, con nozioni che lo scrittore ha messo a disposizione del suo particolare protagonista per facilitargli fughe e occultamenti di prove e cadaveri.
Insomma, se cercate una lettura leggera e se vi piacciono i vampiri, non potete restare delusi da un libro del genere. Se siete umbri, il divertimento è doppio!
Fonti:
“Il mastino di Darwin“, Alessandro Chiometti, Dalia Edizioni, luglio 2016.
Intervista ad Alessandro Chiometti, Ternivalley, 17 ottobre 2016.
Presentazione di Alessandro Chiometti alla Biblioteca Comunale di Terni, 7 febbraio 2017.
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