Lo stile minimalista e l’arte zen giapponese si incontrano frequentemente, fondendosi concettualmente l’uno nell’altro senza però perdere la propria identità e natura. Il designer Daisuke Motogi e l’omonimo studio individuano con esattezza i principi estetici in comune tra le due correnti e lo dimostra con un paio di articoli della sua collezione: le poltrone Lost in Sofa e Sleepy Chair.
Stile zen e minimalismo significano sottrazione
Il design minimalista ha indubbiamente la sua patria nel Giappone, tanto è vero che viene frequentemente associato al tradizionale stile zen, fondato sul principio dell’essenzialità: l’arte dello zen vive l’estetica nella forma di sottrazione, realizzandosi con la progressiva rimozione di fronzoli e decorazioni. L’ultimo stadio consiste nella totale eliminazione di ogni elemento ritenuto eccedente: mobili, colori, ma anche lo spazio stesso viene studiato: lo stile zen esige infatti case piccole per potere vivere confortevolmente e felicemente, perché il corpo stesso è piccolo e necessita quindi di spazi e di mobili adatti, che sappiano accoglierlo in un abbraccio della giusta misura. Lo stile zen e il minimalismo si fondono costantemente, perché condividono concetti e idee estetiche comuni: il sopracitato rifiuto nei confronti delle decorazioni in favore di forme semplici, lineari e pure, un cromatismo limitato e l’uso di figure geometriche: una sola linea raccoglie in sé una grande potenzialità artistica.
Lost in Sofa: anything can be inserted everywhere
L’uso assiduo di figure geometriche è evidente nella poltrona Lost in Sofa, che si costruisce come una composizione di cubi imbottiti incastonati e cuciti tra di loro senza una totale aderenza tra le singole unità. La struttura mal saldata è intenzionalmente voluta dal suo autore, perché l’idea di Daisuke Motogi nasce dall’universale e seccante consuetudine di perdere oggetti di varia natura tra i cuscini dei divani. Lo spazio libero consciamente concepito, studiato e ricavato vuole offrire al suo ospite la possibilità di incastrarvi tali oggetti smarriti, dal classico telecomando, ai libri iniziati e mai finiti fino alle pericolanti tazze di caffè. Infatti il motto della poltrona è: qualunque cosa può venire inserito ovunque. La poltrona è indiscutibilmente originale, ma riesce ad essere al contempo funzionale ed essenziale.
Things often get lost under the sofa. It’s ordinary for a coin which slipped out of your pocket, or a never-to-be-found remote to be accidentally found in between/underneath the sofa cushions. Maybe you’ll find a forgotten 10,000yen bill that you once hid there.
Gli oggetti vengono spesso persi sotto il divano. È all’ordine del giorno per una moneta, che è scivolata fuori da una tasca, o per un telecomando destinato a non essere mai trovato essere accidentalmente riesumati tra o sotto i cuscini del divano. Magari troverai una banconota dimenticata di 10,000 yen che hai una volta nascosto là.
Sleepy Chair: she is sleeping on the chair
Come suggerisce il nome del prodotto, Sleepy Chair è una sedia per dormire. Affermazione che oserei dire inesatta. La sedia è, sì, comoda, ma non ha superficie sufficiente per dichiararsi un ottimo letto: la stessa modella nella foto o nella simpatica illustrazione di Noritake è infatti costretta a piegarsi su se stessa per riuscire a incastrare il corpo sulla poltrona in una posizione poco scomoda e complessa, dissimulando un sonno tranquillo. La sedia vuole prendere il suo nome dalla struttura stessa di cui si compone: Daisuke Motogi colloca su piedini in legno un classico futon. Letteralmente “materasso arrotolato”, il futon consiste nel tradizionale letto giapponese, parte oggi dello stile di vita minimalista che recupera un ingrediente fondamentale della ricetta secolare dell’isola ad estremo Oriente. Il futon, se rispetta i canoni tradizionali, è probabilmente realizzato in schiuma e imbottito al 100% di cotone, materiale di cui è composta anche la coperta. Nonostante il pregiudizio occidentale, dormire sui futon è un’esperienza a suo modo confortevole e rigenerante, che ancora oggi sopravvive ai tempi e alle generazioni. Forse non altrettanto comoda la Sleepy Chair per dormire, ma lo sembra nella sua funzione di sedia e di mobile minimalista.
Daisuke Motogi presenta i due modelli al Design Tide Tokyo 2010 come prototipi, al momento infatti non sono ancora in vendita, ma è solo questione di tempo perché appaiano nello store del sito ufficiale. Su Huzi Design è possibile preordinare Lost in Sofa for Kids, la versione per bambini.