È una piccola costruzione in legno di abete targato IKEA quella che si staglia sul lato sinistro del cortile centrale, al numero 5 di Festa del Perdono. Sullo sfondo, la cornice antica e allo stesso tempo rinnovata dell’Università degli Studi di Milano, per gli amici, la Statale. Ebbene, quella che appare ad una prima impressione un magazzino per la troupe di allestitori, è in realtà un’istallazione che raccoglie consensi. Almeno a giudicare dalla fila di visitatori, addetti ai lavori o semplici curiosi, che fanno la fila sotto il sole di aprile davanti alla porta d’ingresso.
L’istallazione, realizzata da IKEA in collaborazione con l’architetto Lorenzo Damiani, è un concept che ben spiega i principi cardine dell’evento di quest’anno: l’arredamento segue l’evoluzione degli abitanti, delle loro aspettative e necessità.
È un’era estremamente ‘fluida’, la nostra, dove quasi tutto, nel bene e nel male, è pensato non per durare nel tempo, ma per cambiare, per sostituire ed essere sostituito. Per essere, cioè, pratico ma passeggero, e tutto ciò non deve essere visto per forza come un fatto negativo: l’evoluzione richiede nuovi passi avanti, si parla di dinamicità contro staticità; IKEA, da questo punto di vista, ha sempre adottato una strategia di mercato vincente, e si appresta a dimostrarlo proprio durante questa Design Week.
Cosa si nasconde, dunque, sotto il tetto di assi di abete? Prima di tutto, è importante quello che c’è sopra: un grande maniglia, che rende l’abitazione idealmente trasportabile, richiamando alla mente tante possibili destinazioni, un nomadismo che porta a scoprire l’infinito.
Dentro, invece, si apre un mondo nuovo: caratterizzato dalla presenza di tutte le superfici ricoperte con prodotti IKEA, è una composizione unica, solida ma allo stesso tempo multiforme. Ogni oggetto ha una funzione diversa da quella originale, tutto ciò che prima aveva uno scopo, è ribaltato, alla ricerca originale e straniata di un altro utilizzo. Per soddisfare le esigenze di tutti, per rispondere all’ordinario con qualcosa che dimostri un cambiamento, un’evoluzione del concetto di mobile per l’ambiente-casa di tutti i giorni.
Una casa in cammino. Una piccola valigetta di abete dove portare i propri sogni.
Le immagini presenti nell’articolo sono state scattate dall’autrice