Alfons Mucha: l’Art Nouveau venuta dalla Moravia

Alfons Maria Mucha (noto anche con il nome francesizzato Alphonse Mucha) fu uno dei maggiori esponenti dell’Art Nouveau. Nacque il 24 luglio del 1860 in Moravia, all’epoca parte dell’impero austro-ungarico, si mantenne agli studi grazie alla sua attività di corista, mostrando nel frattempo un particolare interesse e una notevole abilità nel disegno. Per incrementare le sua abilità artistiche, nel 1879 si trasferisce a Vienna dove inizia a lavorare come pittore decorativo per scenografie teatrali in alcune compagnie della città austriaca. Questa esperienza permette a Mucha di aumentare le sue competenze artistiche e le sue conoscenze tecniche.

La sua attività di decoratore, unita a quella di ritrattista, lo portano a conoscere Karl Khuen Belasi, conte di Mikulov, che lo sceglie per fargli decorare i suoi castelli di Emmahof (in Moravia) e di Gandegg (nel Tirolo). Oltre a queste commissionargli questi lavori, il conte Belasi lo sostiene nella sua attività anche economicamente: è grazie a lui infatti che riesce a iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Monaco di Baviera.

Dopo la parentesi all’Accademia di Monaco, nel 1890 Mucha si trasferisce a Parigi, dove prosegue gli studi all’Académie Julian e successivamente all’Académie Colarossi, espandendo la sua fama e rendendolo uno dei pittori dell’Art Nouveau più apprezzati.

Durante questo periodo avvia la collaborazione con il settimanale “Petit Français Illustré”, che proseguirà fino al 1895, e ha modo di conoscere molti artisti tra i quali Paul Gauguin, ma è una donna a definire il suo percorso artistico: Sarah Berhardt

Ritratto di Sarah Bernahardt, Nadar, 1864

Sarah Bernhardt, attrice teatrale e cinematografica, soprannominata “La voix d’or” (La voce d’oro) e “La divina”, fu una delle attrici più famose del XIX secolo. L’incontro tra Mucha e la Bernhardt avvenne nel 1894, quando stava per debuttare in scena lo spettacolo teatrale Gismonda che aveva per protagonista la grande attrice.

Mucha si era presentato per mostrare la sua idea per il cartellone ufficiale della pièce, come altri artisti, ma fino al suo arrivo nessuno era riuscito a catturare l’ammirazione della Bernhardt. Rimasto per ultimo, Mucha presentò il suo lavoro: egli aveva tenuto a mente le composizioni allegoriche con le figure femminili innalzate a grandi dipinti di soggetto storico, prendendo spunto da due suoi maestri parigini, Jules-Joseph Lefebvre e Jean-Paul Laurens, aggiungendovi comunque il suo tocco personale fondendolo con gli influssi bizantini.

Sarah Bernhardt in Gismonda, Alfons Mucha, 1894

Il lavoro dell’artista colpì profondamente la Bernhardt che volle assolutamente incontrarlo; durante il loro incontrò La divina sancì un importante rapporto che durò per sei anni con semplici ma vitali parole:

“Mi hai reso immortale. D’ora in poi lavorerai per me al mio fianco.”

La vita del giovane Alfons Mucha cambiò radicalmente.

Il cartellone, che si cominciò a definirlo “stile Mucha” per l’inconfondibile tecnica dell’artista, ebbe un notevole successo in tutta la Francia, tanto che venne ingaggiato non solo per i cartelloni teatrali della Bernhardt, tra i quali La Dame aux Camélias, Médée, Tosca e Hamlet, ma anche per campagne pubblicitarie per i più diversi prodotti come cioccolato, champagne e profumi.

Sarah Bernhardt in Medea, Alfons Mucha, 1890
Poster “Moet & Chandon: Cremant Imperial”, Alfons Mucha, 1899

Nel 1901 riceve dal governo francese la Legion d’Onore, l’onorificenza più alta attribuita in Francia, istituita da Napoleone nel 1802, e sempre nello stesso anno pubblica un manuale per gli artigiani, il “Documents Décoratifs”.

Nel 1906 si trasferisce con la moglie a New York, dove vi rimane fino al 1910 e dove incontra il miliardario americano Charles R. Crane che gli offrì il suo supporto economico per la sua opera “L’Epopea Slava”, un ciclo pittorico che, intriso di simbolismo, racconta l’abolizione della servitù della gleba in Russia avvenuta nel 1861.

L’abolizione della schiavitù (Epopea slava), Alfons Mucha, 1914

Ritornato in Europa e stabilitosi definitivamente a Praga, si occuperà delle decorazioni dei palazzi della città e del teatro delle belle Arti. Dopo la Prima Guerra Mondiale, disegna anche i francobolli, le banconote e altri documenti governativi della neonata nazione cecoslovacca.

Alfons Mucha morirà il 14 luglio del 1939 e il suo corpo verrà seppellito nel cimitero di Vysehrad.

Per approfondire alcuni aspetti della produzione artistica dell’artista ceco potete leggere Le dame floreali di Mucha: la donna eterea si emancipa


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