Al Fuorisalone del mobile è facile imbattersi anche in piccoli artigiani della moda. Oggetti, accessori e capi rielaborati, creati a mano grazie al lavoro artigianale, utilizzando materiali di scarto o di pregiata qualità italiana: ecco i protagonisti della moda al Fuorisalone del mobile al Tortona District.
BOOK-À-PORTER
In un interno di via Tortona, tra banchi e appendiabiti, si possono trovare tante bustine di stoffa. Il nome del progetto parla chiaro: book-à-porter, custodie per libri (ma anche tablet, spartiti e e-Reader) create a mano, con tessuti di scarto. Diverse fantasie accostate grazie al gioco del patchwork e all’abbinamento di stoffe ripescate dall’industria del tessile e destinate allo scarto, ma anche scampoli provenienti dal mercato equosolidale, mercerie e tessuti giapponesi, arricchiti con taschine portaoggetti dove poter inserire matite o cuffiette. “Dimmi come leggi e ti dirò il tuo formato!”: questo lo slogan che fa da padrone allo stand, infatti per ogni libro c’è un particolare formato di custodia che va dall’XL, anche per PC, alla XS per gli e-book, passando per la M creata per i romanzi e per la S+, dove poter comodamente conservare le cartine geografiche durante i viaggi. Infine si può scegliere tra numerose collezioni: original, botanica, chiamata così per la fantasia floreale, gatti e scrittori, blocchi di colore, riconoscibile per le sue forme geometriche, e tante altre…
HIC EST FABER
Il Fuorisalone 2018 dà il benvenuto a HIC EST FABER, un “collettivo di artigiani contemporanei”, seguendo la loro stessa definizione. In uno temporary store su due piani si possono trovare le meravigliose creazioni di giovani artigiani e un piccolo laboratorio. Gli oggetti e gli accessori in cui ci si imbatte sono stati creati a mano seguendo le “regole” del lavoro artigianale, ormai spesso dimenticate. Il collettivo è composto da Miriam Bicocca, una calzolaia che disegna e crea le scarpe Bruno (omaggio a Bruno Munari, artista, designer e scrittore), per la Bruno Shoemaker, utilizzando pelle conciata al vegetale, senza, cioè, l’utilizzo di sostanze tossiche. Altri membri sono Camilla e Valentina Gallo che fondano un laboratorio di gioielli chiamato Jamais Sans Toi (in dialetto occitano “mai senza di te”), in cui le loro creazioni fondono la modernità delle forme date alla ceramica e la lavorazione artigianale della terra d’origine delle due ragazze, la Val di Susa. Sempre in ceramica le innovative creazioni di Anna Basile, fondatrice dello Studio Delta Pottery dove nascono i servizi da tavola che portano l’artigianato nella quotidianità. Infine Trakatan, laboratorio di pelletteria, il cui nome nasce da personalità particolari, modi di dire e madrigali, un laboratorio di borse e accessori che vede nel passare del tempo la bellezza vera che questi oggetti acquisiranno.
SAVE MY BAG
Ambientazione estiva per Save My Bag che presso l’Opificio 31 ha ricreato una spiaggia con tanto di sdraio e calciobalilla. Infatti il progetto di Save My Bag nasce da una brillante intuizione di Valentina e Stefano Agazzi che, per proteggere le borse, creano delle cover le quali diventeranno presto loro stesse borse cult. La prima vera Save My Bag fu chiamata Miss e fu riprodotta in quaranta colori e in diverse dimensioni, creando successivamente svariate collezioni e inserendo una moltitudine di accessori e charms. Il tessuto utilizzato è la vera innovazione: il poly-fabric con Lycra, infatti, conferisce leggerezza e morbidezza alla borsa. Per questo Fuorisalone Save My Bag crea una collezione dedicata agli anni Sessanta: il modello Tropezienne, infatti, viene vestito con stampe che ricordano le celebri località balneari di Capri, St. Tropez, Mykonos, Taormina e Portofino.
Cartella Stampa HIC EST FABER
Cartella Stampa Save My Bag
Foto scattate dall’autrice