In questi giorni la guerra in Siria è tornata sulle prime pagine di tutti i quotidiani del mondo e le notizie riportate hanno rimesso in luce la difficile e disastrosa condizione politica e umanitaria di questo paese. La lettura politica di questa guerra che dura ormai da anni non è sicuramente semplice ed immediata, sia per la complicatezza del confitto in sé sia per il fatto che non è mai semplice leggere gli avvenimenti storici contemporanei.
Oltre a questi due aspetti, in favore alla difficoltà di lettura, c’è anche la moltitudine di nazioni che hanno preso parte al conflitto, tra i quali anche il popolo curdo. I curdi, infatti, sono un’etnia attualmente divisa in quattro stati (Turchia, Iran, Iraq e Siria) e la loro identità è sempre stata repressa in ciascuno di questi, tanto che il Kurdistan non è riconosciuto come stato a livello internazionale. Durante la guerra civile in Siria, la parte curda della popolazione siriana ha proclamato l’autonomia di una regione, il Rojava, ma dalla Turchia, anch’essa attrice del conflitto siriano, i curdi vengono additati come pericolosi gruppi terroristi da combattere.
La realtà, per quanto complicata, però, non è del tutto allineata con quello che il governo turco comunica. Il popolo curdo infatti ha proclamato in Rojava un “confederalismo democratico regolato da un contratto sociale, basato sulla convivenza etnica e religiosa, la partecipazione, l’emancipazione femminile, la redistribuzione delle ricchezze e l’ecologia”e Zerocalcare, nella sua graphic novel Kobane Calling, racconta proprio la vita e i principi del popolo curdo e la loro battaglia contro le forze dell’Isis.
Il libro, infatti, nasce da due viaggi che l’autore ha intrapreso in prima persona in Kurdistan (nello specifico a Kobane) dove ha incontrato civili e guerriglieri curdi e ai quali dà voce in questo reportage fumettistico che diventa una vera e propria opera di divulgazione sociale della situazione di oppressione che ha vissuto il popolo curdo. Zerocalcare raccoglie e riporta le testimonianze di diversi personaggi, dalle guerrigliere e i guerriglieri delle unità di protezione YPJ (femminili) e YPG (miste) che lottano ogni giorno per cercare di sconfiggere l’Isis, a coloro che vivono nei campi profughi e riescono a portare avanti anche nelle difficili situazioni attuali i principi del popolo curdo, come la tutela delle donne, il rispetto per ogni forma di religione e la libertà.
Kobane Calling, quindi, riesce a ridare al popolo curdo la propria vera identità, che tutto è tranne quella di un popolo di terroristi; al contrario è l’esempio di un popolo che nel pieno delle difficoltà, riesce a portare avanti principi che noi, in Occidente, con una situazione politica nettamente più agevolata, non sempre riusciamo a far valere.
Zerocalcare, Kobane Calling, Bao Publishing, Milano, 2016